LE MANI DEL GOVERNO SULLA MAGISTRATURA, I PARTITI SI SPARTISCONO CSM E CONSULTA
E’ NAZARENO BIS: LEGNINI VERSO VICEPRESIDENZA CSM…NULLA DI FATTO INVECE PER LA CORTE COSTITUZIONALE: VIOLANTE E BRUNO LONTANI DAL QUORUM
C’è qualcuno, specie tra le opposizioni, che lo chiama Patto del Nazareno bis. Poco ci manca: i partiti che trovano l’accordo sugli 8 componenti laici del Consiglio superiore della magistratura sono Pd, Forza Italia, Nuovo Centrodestra e Scelta Civica, cioè proprio quelli che — volenti o costretti — stanno intorno alle intese sulle riforme istituzionali e sull’Italicum (cioè appunto il patto tra Berlusconi e Renzi).
Bisogna aspettare l’ufficialità ma sui nomi la quadra è stata trovata: in quota Pd i candidati sono Giovanni Legnini, Giuseppe Fanfani e Teresa Bene.
Per l’area di centrodestra (in pratica Forza Italia) ci sono in lista Maria Elisabetta Alberti Casellati e Luigi Vitali.
Per l’area di destra di governo i nomi indicati sono quelli di Renato Balduzzi (Scelta Civica) e Antonio Leone (Forza Italia).
L’ottavo nome sarebbe dovuto essere di un tecnico indicato dal Movimento Cinque Stelle, ma è fallito il tentativo di portare nel “grande accordo” anche i grillini che, dicono, si sono voluti ritirare dal meccanismo — a volte necessario per la complicata elezione del Csm — del “vota il mio che voto il tuo”.
Inizialmente pareva esserci stata un’intesa sul nome di Nicola Colaianni, poi il M5s è tornato sul suo “preferito” Alessio Zaccaria.
Fin qui lo scenario per il Csm, ma per la Consulta la situazione non è certo migliore. Dopo la fumata nera arrivata a serata inoltrata che rimanda ancora alle 9,30 dell’11 settembre, ancora più “di Nazareno” si colora l’intesa per l’elezione dei due futuri giudici della Corte Costituzionale.
Dopo che l’accordo è saltato più volte Pd da una parte e centrodestra dall’altra sembrano voler convogliare i voti su Luciano Violante (che ha preso 429 voti, ben al di sotto del quorum richiesto di 570) e su Donato Bruno (che secondo quanto si è capito ha battuto la concorrenza interna di Antonio Catricalà ).
Non si sblocca in Parlamento l’elezione dei due nuovi giudici della Corte costituzionale e degli 8 componenti laici (non magistrati) del Csm.
(da “Huffingtonpost”)
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