LO SFOGO DEL SINDACO DORIA: “HO FATTO DA PARAFULMINE PER CONTO DELLO STATO. DUE MILIARDI? NO, ARRIVANO SOLO 18 MILIONI”
“IO RAPPRESENTO LE ISTITUZIONI, ANCHE QUANDO NON FUNZIONANO”… “SAREBBE FACILE PRENDERE LA VANGA E SPALARE, MA IL MIO COMPITO E’ UN ALTRO”
“Prendo atto di essere incapace di modificare da solo certe situazioni. Ho fatto da parafulmine per conto dello Stato. Ma il ruolo di un sindaco non può e non deve ridursi a questo”.
Sono queste le parole del primo cittadino di Genova, Marco Doria, in un colloquio con il giornalista Marco Imarisio, pubblicato sul Corriere della sera.
Parole amare, nei giorni in cui il capoluogo ligure è colpito da una tremenda alluvione e lo Stato è parso essere ancora una volta assente.
“Io rivendico il diritto di essere giudicato per quello che faccio – afferma Doria -. Posso anche avere dubbi sull’utilità di un sindaco di questi tempi. La nostra carica è depotenziata dall’assenza di ogni risorsa. A volte ci si sente impotenti, e in questi giorni mi è accaduto spesso”. (…)
“Sono uscito di casa – continua il sindaco – sapendo bene cosa sarebbe successo. Era pressochè certo. Ci sono andato comunque perchè era giusto farlo. Dovevo essere sul posto. Certo non è gratificante essere individuato come responsabile di un sistema che non funziona. Ma un amministratore non può nascondersi solo perchè teme di essere insultato”.
Doria si chiede, quasi sconsolato.
“Chi me lo fa fare? Mi chiedo spesso a cosa serve un impegno personale e diretto come il mio. So bene che prendere la vanga e mettermi a spalare, come mi chiedevano alcuni, sarebbe molto più facile. Ma il mio ruolo non è questo. Se lo facessi sarei un demagogo. I cittadini hanno ogni diritto a urlare contro questo sistema. Io non posso farlo, perchè rappresento le istituzioni. Anche quando non funzionano. È troppo facile stare fuori e dentro mal tempo stesso”.
“C’è una retorica ambientalista dell’emergenza che detesto – spiega Doria -. Quando sento dire che basterebbe tenere i rivi puliti per evitare le tragedie, mi viene voglia di urlare. Il Bisagno porta mille metri cubi di acqua al secondo. E li vogliamo fermare togliendo gli arbusti? Queste sono balle. La verità è che servono grandi opera di ingegneria idraulica. Costano centinaia di milioni, nao soldi necessari a salvare delle vite umane. Lo Stato deve trovarli”.
Pochi minuti fa il sindaco Doria ha comunicato che i famosi due miliardi promessi ieri sera da Renzi sarebbero in realta “un impegno del Governo a sbloccare 95 milioni per lo scolmatore del Bisagno”.
“Di questi 95 milioni solo una parte dovrebbe essere disponibile nello Sblocca Italia – ha precisato il sindaco – e ci consentirebbe di avere un importo di circa 18 milioni per avviare i lavori del terzo lotto “.
Una goccia nel mare, insomma, visto che la messa in sicurezza del Bisagno è stata calcolata dagli esperti in circa 300 milioni di euro.
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