“LUKASHENKO E’ LI’ DA PRIMA CHE NASCESSIMO, MA UN GIORNO TORNEREMO A CASA”
INTERVISTA A STEPAN PUTILO, FONDATORE DEL CANALE TELEGRAM NEXTA: “L’UE LO DICHIARI TERRORISTA INTERNAZIONALE”
Dalla “Nord Corea d’Europa” l’ultima notizia che arriva è quella del dirottamento di un aereo di linea Ryanair, che volava da Atene a Vilnius. A bordo, tra cittadini di altri 18 Stati, c’era Roman Protasevich, giornalista e attivista digitale.
Sui cieli di Minsk il velivolo civile è stato avvicinato da un caccia dell’aviazione bielorussa che lo ha costretto ad effettuare un atterraggio d’emergenza e permettere così l’arresto del giovanissimo redattore di Nexta, canale Telegram che opera dall’estero, unica fonte di notizie indipendente per milioni di bielorussi che non credono più alla propaganda del presidente Aleksander Lukashenko.
Nelle ultime ore i canali bielorussi hanno pubblicato quella che è subito apparsa una confessione forzata, in cui il giovane ammette di aver commesso i reati di cui lo accusa il regime come l’organizzazione delle proteste
Quando era solo uno studente, nel 2012 – per aver creato account sul social network russo Vkontakte ed aver criticato il presidente, al potere da ancor prima che lui nascesse nel 1995 – Roman era già stato arrestato.
Della detenzione e trattamento delle torture di Lukashenko in carcere aveva detto in un’intervista: per le botte “ho urinato sangue per mesi, mi accusavano di addossarmi omicidi irrisolti”. Nel 2019 ha lasciato la Bielorussia per lavorare con Stepan Putilo, fondatore del canale Nexta, che in lingua bielorussa vuol dire “qualcuno”.
Stefan, Roman era un redattore del canale e come te è accusato di “coinvolgimento in attività terroristiche”.
Al momento purtroppo non abbiamo nessuna informazione su di lui, né un contatto diretto con avvocati e autorità. La situazione è molto seria e grave. Per noi è stato inaspettato e scioccante apprendere la notizia del dirottamento: non pensavamo potesse avvenire in Europa in questo secolo. Roman era seguito dal Kgb, servizi segreti bielorussi, ma sull’aereo credo ci fosse anche l’Fsb, servizi segreti russi. A Minsk, quando è stato compiuto l’atterraggio d’emergenza, c’erano anche quattro cittadini russi: una di loro è la ragazza di Roman, ma altri tre sono sconosciuti. Si dovrebbe stabilire chi sono e spero che si riesca a capire se hanno legami con i servizi russi o bielorussi. Mi chiedo soprattutto perché non hanno proseguito il viaggio: bisogna indagare. Fino alle ultime elezioni, prima delle manifestazioni di agosto, la Russia non sosteneva in maniera decisa Lukashenko, ma adesso ha capito che se l’opposizione vince, tensioni possono scoppiare anche nella Federazione.
Voi siete in un elenco di terroristi stilato dalle autorità di Minsk, ma ora è l’Europa a chiamare il presidente terrorista.
Non servono promesse di aiuti, ma azioni reali e concrete, come l’emissione di sanzioni che colpiscano davvero Lukashenko, che limitino il suo potere e lo costringano a ripensare ai suoi metodi. Una blokirovka. Il regime deve capire che non c’è possibilità di sopravvivenza o esistenza ulteriore. Come ha chiesto già l’ex ministro della Cultura Pavel Latushko, bisogna dichiarare il presidente “terrorista internazionale”. Eliminare i legami economici e diplomatici, congelare le operazioni bancarie e commerciali. Bisogna fare qualcosa che lo costringa a liberare i prigionieri politici, invece ho visto che la Bielorussia ha anche partecipato all’Eurovision.
Hai solo 22 anni: Stefan, il sistema della censura di Lukashenko è perfino più anziano di te. Risiedi in Polonia dal 2018, quando sei entrato nel mirino della polizia per aver offeso il presidente con un video su Youtube.
All’epoca avevo aperto un canale Youtube per il mio progetto musicale, postavo anche notizie critiche nei confronti del governo. Quando l’hanno bloccato su quel social, ho cominciato a usare Telegram, che è impossibile da arrestare. È il canale con cui abbiamo diffuso dati, articoli, mappe e dettagli sulle marce e manifestazioni della scorsa estate, dopo la frode elettorale delle ultime elezioni presidenziali. Abbiamo diffuso informazioni di documenti segreti che parlavano del dispiegamento dell’esercito contro chi partecipava alle proteste e chi ce li ha inviati è in prigione. Per Nexta, Roman è stato arrestato. Dall’inizio della rivoluzione, per l’aspirazione e la sete di democrazia dei bielorussi, Nexta è diventato un canale di notizie diffuso. Le autorità bielorusse hanno paura di tutta l’informazione libera: se un giornalista pone un problema, mirano a eliminare la persona che ne ha parlato e non il problema stesso.
Tyt.by, il più grande portale indipendente di notizie del Paese, è stato appena chiuso. Nexta rimane l’unica fonte di notizie per milioni di bielorussi. È un lavoro pericoloso.
Riceviamo minacce continue sui social, proprio come succedeva a Roman prima dell’arresto. Leggiamo messaggi in cui ci dicono che verremo fucilati, in qualche modo ci siamo abituati. La polizia polacca è in questi uffici di Varsavia per proteggere la nostra sicurezza. Siamo sicuri che un giorno torneremo a casa quando verrà messa la parola fine alla repressione e non dovremo temere per la nostra vita.
(da Huffingtonpost)
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