L’ULTIMA LEGGE DI SILVIO E’ IL SOLITO BLUFF: MAXI-EMENDAMENTO A COSTO ZERO
IL SOLITO DECRETO SVILUPPO SENZA SPENDERE UN EURO::: I VARI INTERVENTI SUI SINGOLI CAPITOLI…”ROBETTA”, COMMENTANO FONTI INTERNE AL MINISTERO
Maxi-emendamento al ddl stabilità snello e approvazione del Parlamento a rotta di collo già sabato pomeriggio: questo il risultato delle pressioni del capo dello Stato sul quasi ex governo Berlusconi.
Giorgio Napolitano ha chiamato a rapporto al Quirinale Giulio Tremonti e Gianni Letta per farsi illustrare le misure, poi il ministro dell’Economia ha passato il pomeriggio a scrivere la relazione tecnica.
Quando, infine, il fiscalista di Sondrio s’è presentato in Senato coi suoi 25 articoli in 23 pagine – erano le 18 e trenta circa – il testo era quello che lui avrebbe voluto fin dall’inizio: sostanzialmente il famigerato decreto Sviluppo a costo zero che faceva infuriare l’intero PdL, oggi trasformato in maxi-emendamento.
Il nostro peraltro — per far capire chi comanda – ci ha tenuto subito a specificare che il testo ricalca i contenuti della lettera all’Unione europea e che il Quirinale aveva dato il suo imprimatur auspicandone “la più ampia condivisione”.
Insomma, deluso chi si aspettava sfracelli: non c’è la nuova manovra economica e nemmeno i licenziamenti facili, cose per cui servono tempi tecnici che il Quirinale non ha mai pensato di concedere al Cavaliere. Se servirà un decreto di correzione dei conti lo farà il prossimo governo (o questo in campagna elettorale).
Pensioni.
Su questo delicato argomento il governo regala ai partner europei l’ennesima supercazzola: dal 2026 si andrà in pensione a 67 anni.
Lo avevano scritto nella lettera all’Ue e oggi lo scrivono nel ddl stabilità : peccato che fosse già previsto dalla manovra di luglio, con cui si adeguava l’età per la pensione di vecchiaia alle nuove aspettative di vita.
Ora Tremonti ha precisato che l’età sarà fissata a 67 anni anche se le aspettative di vita si abbassano: pensiero preoccupante.
Lavoro e statali.
C’è qualche incentivo per l’occupazione giovanile e femminile, ma non le modifiche all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, nè all’articolo 8 della manovra estiva (quello con cui il governo ha esteso la derogabilità alla Marchionne del contratto nazionale). Arriva pure la mobilità per gli statali: al massimo due anni all’80 per cento dello stipendio e dopo, se non si è ricollocati, il licenziamento.
Dismissioni.
Sono un po’ fumosamente previste sia per gli immobili che per i terreni agricoli.
Nel primo caso il Tesoro può trasferire palazzi e quant’altro “ad uno o più fondi comuni di investimento immobiliare”. Il primo scalino è fissato “entro il 30 aprile 2012” e riguarderà anche non meno “del 20 per cento delle carceri inutilizzate e delle caserme”. Quanto ai terreni il ministero dell’Agricoltura dovrà censirli in tre mesi, poi l’Agenzia del Demanio li venderà .
Liberalizzazioni.
C’è quella dei servizi pubblici locali di rilevanza economica: i comuni — come già previsto dalla manovra di agosto — dovranno metterli a gara (stavolta si prevede che il governo potrà fare lui se i sindaci non si daranno una mossa).
Quanto agli ordini professionali, invece, è prevista la riforma entro un anno e l’abolizione delle tariffe minime (già cancellate da Bersani e reintrodotte da Tremonti) per incentivare l’accesso alle professioni anche attraverso società multidisciplinari.
Editoria.
Napolitano era preoccupato per i tagli, ora lo sarà un po’ meno: Tremonti ha recuperato per il prossimo triennio 49 milioni rispetto ai 75 sforbiciati nelle manovre estive.
Tav.
Come previsto, la Torino-Lione è dichiarata di “interesse strategico nazionale” con relativa galera per chi viola i cantieri in Val di Susa.
Benzinai.
A loro viene concesso un bonus fiscale, ai consumatori l’onere di finanziarlo: le accise sui carburanti aumenteranno già da gennaio per crescere ancora un po’ nel 2013.
L’Aquila.
Miniproroga per la restituzione delle tasse nei paesi terremotati: invece che dal 15 novembre, Equitalia potrà lavorare dal 1 gennaio. C’è pure lo sconto però: gli aquilani dovranno pagare il 60 per cento del dovuto.
Varie ed eventuali. Sperimentazione di zone a burocrazia zero, qualche semplificazione, certificati elettronici, interventi per velocizzare il contenzioso civile, “bancabilità ” dei crediti verso lo stato, incentivi per chi investe in infrastrutture, più la proroga al 2014 del bonus bebè.
“Robetta”, dice una fonte dello Sviluppo economico.
Marco Palombi
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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