“MAGISTRATI PEGGIO DELLA MAFIA”: NESSUN LEADER EUROPEO POTREBBE MAI DIRE UNA FRASE VERGOGNOSA DEL GENERE SENZA ESSERE CACCIATO DAL PROPRIO PARTITO
BERLUSCONI SI APPROPRIA DELLA CONFERENZA STAMPA DEL MILAN PER SPARARE SUI MAGISTRATI: “PEGGIO DELLA MAFIA”
“Mi hanno attaccato col bunga bunga, che è un’operazione di mistificazione e diffamazione che si regge sul nulla e ripresa da tutti i giornali di Paesi stranieri dove la magistratura è una cosa seria mentre da noi è una mafia più pericolosa della mafia siciliana”. Proprio non ce la fa, è più forte di lui. Silvio Berlusconi neanche questa volta ha rispettato il silenzio elettorale.
“Sa vivere solo violando le regole”, è scattata Anna Finocchiaro del Pd.
Mentre Antonio Ingroia, coinvolto sia come avversario politico sia come magistrato, ha invocato l’intervento del Colle: “Noi rispettiamo le regole e quindi il silenzio elettorale, altri non lo hanno fatto e, non potendo commentare certe dichiarazioni, chiediamo l’autorevole intervento del Presidente della Repubblica, anche a tutela della credibilità della magistratura di cui il Capo dello Stato è supremo garante”, ha detto il leader di Rivoluzione Civile.
Ovviamente secondo Berlusconi non c’è nulla di male in quanto ha detto. “Non ho violato alcuna regola. Non mi riferivo alla grande maggioranza dei magistrati onesti e irreprensibili, ma a quella minoranza che usa la giustizia a fini di lotta politica”, ritratta con un comunicato a tarda serata.
Troppo tardi.
Anche perchè mica solo di magistratura ha parlato.
Ieri pomeriggio, nella sala stampa di Milanello in vista del derby della Madonnina in programma stasera a San Siro, l’ex premier si è lasciato prendere la mano.
Il governo Monti “ci ha portato alla recessione malgrado il debito pubblico e la disoccupazione” mentre “io ho fatto proposte concrete e sono orgoglioso della mia campagna elettorale”, ha detto.
Purtroppo “ho dovuto sacrificare i miei programmi: il Milan, la fondazione e la costruzione di ospedali in Africa ma Angelino mi ha sollecitato a tornare in politica”. Lui proprio non voleva.
Poi scherza su Monti: “Avete visto lì, il cagnolino? L’ha preso in affitto poche ore… (il che è pure falso n.d.r.) a me invece hanno appena regalato un barboncino bellissimo che domani sera a San Siro darò alle mie nipotine”.
In sala Berlusconi ha davanti una ventina di giornalisti sportivi che seguono il Milan. Amici. Con loro scherza (“devo venire più spesso, avevamo fatto un bel gruppetto”), gli promette creme di bellezza omaggio (“sono introvabili, ve le mando; quante ne servono? Venti? Trenta?”, chiede ad Adriano Galliani seduto al suo fianco) e parla di calcio.
Poi uscendo incrocia alcuni cronisti decisamente meno habituè, tra cui un inviato di una tv greca. “Crede che l’Italia rischi la sorte del nostro Paese?”, chiede.
“Se vincerò le elezioni io batterò i pugni in Europa, vi difenderò. Hanno trovato Monti che è sempre servizievole e che si inginocchiava a tutte le richieste della signora Merkel e ora gli spiace perderlo. Con Bersani succede la stessa cosa, io invece gli do del filo da torcere”.
Breve pausa. “Anzi se sa come posso aiutarvi… Avevo detto a Papadopoulos” (promotore del colpo di Stato del 1967, scomparso nel ’99), “Forse Papandreou?”, lo corregge il giornalista.
“Sì, gli avevo detto che ero pronto a investire. Lo dissi anche a Samas”.. “Forse Samaras?”. “Sì, si. Gli dissi che se aveva una bella isola da vendermi io ero pronto a comprarla; poi visto il crollo dei prezzi mi è sembrato di approfittarne”.
Ma, ripete, “se dovessi vincere le elezioni imposterei in Europa una soluzione per la Grecia”.
Va verso l’uscita. “Domani se vinciamo tutti da Giannino”, annuncia. Prima si vota, al mattino. Poi si va a San Siro. Insieme ai nipotini e al barboncino Dudu, “bambola in francese”. Ha voglia di parlare.
Se il Milan vince il derby quanti voti conquista il Pdl? “Non si dice, gli interisti potrebbero arrabbiarsi”.
Già , le regole del calcio si rispettano.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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