MANIFESTI FILORUSSI DA VERONA A DONETSK: LA MANO DELLA PROPAGANDA PUTINIANA DIETRO L’INIZIATIVA
AUTORI DELL’AFFISSIONE UNA SIGLA FONDATA DA ESPONENTI DI FORZA NUOVA ED EX LEGHISTI
Verona chiama, Donetsk risponde. E così il manifesto pro-Russia affisso nella città scaligera diventa un manifesto pro-Italia nella città dell’Ucraina orientale contesa ma annessa di fatto dalla Russia nel 2022. “Il popolo italiano non è il mio nemico”, è la scritta apparsa per le strade di Donetsk. “La Russia NON è il mio nemico” è il testo rimbalzato nelle stesse ore a Verona. Autori della doppia campagna di affissione – sui manifesti compare l’immagine di due mani che si stringono, una col tricolore italiano e l’altra con i colori della Federazione Russa, blu, rosso e bianco – sono i militanti dell’associazione “Verona per la libertà” (insieme a “Sindacato libero” e associazione “Veneto-Russia”).
La sigla fondata da Fn
Si tratta di una sigla fondata da dirigenti di Forza Nuova ed ex leghisti e nata per protesta contro il green pass. Poi, dopo la fine della pandemia, “Verona per la libertà” si è buttata sul conflitto Russia-Ucraina prendendo le difese di Mosca e organizzando eventi e manifestazioni a favore del popolo russo. L’ultimo affondo dei filoputiniani di estrema destra – negazionisti, no-vax, ultracattolici – è proprio la campagna affissioni. In principio, nei giorni scorsi, furono le accuse di finto pacifismo rivolte a “Verona per la libertà” da + Europa Verona. A stretto giro la replica dei filorussi capeggiati, tra gli altri, dal vicesegretario nazionale di Forza Nuova, e ultrà pluridaspato dell’Hellas Verona, Luca Castellini. Come? Con i manifesti. Prima a Donetsk, e appena dopo nella città di Giulietta. Stessa immagine delle due mani colorate e scritta leggermente diversa ma comunque con lo stesso significato: Italia e Russia non sono nemiche. Una retorica narrativa anti-Nato e anti europeista, come sono, del resto, i neofascisti di Forza Nuova e, in generale,.l’ultradestra italiana ed europea.
I filoputiniani
A chi l’aveva accusata di “prendersi gioco del dolore del popolo ucraino” e di essere “amica di un Paese guerrafondaio”, “Verona per la libertà” ha risposto con i manifesti che celebrano “l’unione tra i popoli” e “al di fuori degli interessi della Nato”. Chi e perché ha dato l’input alla decisione di far stampare i cartelloni esposti a Verona e a Donetsk? Dietro la campagna ci sarebbe, forse il condizionale è di troppo, la mano della propaganda russa. Che a Verona in questi due anni, e pure prima, ha fatto proseliti. Dell’associazione “Veneto-Russia” si è detto. Nel mondo dei filoputiniani veneti, oltre a esponenti di primo piano della.galassia nera, ci sono politici ed ex che alla Russia sono legati anche per motivi familiari. Vedi l’ex deputato veronese Vito Comencini, leghista ultracattolico, e il padovano Luciano Sandonà, già presidente della Prima commissione in consiglio regionale: entrambi sono sposati con donne russe.
Vicino alle scuole
Curiosità: a Verona uno dei tanti manifesti affissi si trova nel quartiere Borgo Roma, davanti a degli istituti scolastici, tra via Comacchio e via Giuliari. I maturandi ci sfilano di fronte, guardano le due mani intrecciate e buttano l’occhio sulla scritta in basso a sinistra: “Per info e segnalazioni scrivi a…”. Segue indirizzo di posta elettronica e account Ig e Fb di “Verona per la libertà”.
(da agenzie)
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