“MARE INQUINATO OGNI 51 CHILOMETRI”: MOLISE IN CODA, SARDEGNA LA MIGLIORE
GOLETTA VERDE: ANALIZZATI PUNTI A RISCHIO ALLA FOCE DEI FIUMI E SCARICHI DI DEPURATORI
Due mesi in mare per vedere da vicino se e dove è inquinato.
Per raccogliere campioni di quell’acqua del Mediterraneo che avvolge quasi 7 mila e 500 chilometri di costa e fare le analisi.
La storica campagna della Goletta Verde di Legambiente ha consegnato anche quest’anno un rapporto dettagliato e in chiaroscuro.
Perchè se è vero che «il bilancio è ancora quello di un mare che gode di buona salute, con una balneazione garantita in gran parte delle coste», dice il responsabile scientifico nazionale di Legambiente Giorgio Zampetti, è altrettanto vero che «su 264 campioni analizzati, in maggioranza in punti a rischio come le foci dei fiumi, sono stati rilevati valori eccessivi di batteri fecali nel 55 per cento dei casi, praticamente un punto inquinato ogni 51 chilometri di costa».
Goletta Verde è andata a prelevare campioni di acqua soprattutto nei punti critici, lì dove arrivano in mare scarichi non depurati che minacciano la qualità delle acque costiere. Sono i circoli di Legambiente e le segnalazioni dei cittadini ad aver fatto individuare agli esperti i punti dove fare le analisi.
E il verdetto negativo riguarda 124 campioni prelevati presso foci di fiumi, canali e scarichi sospetti mentre sono 22 quelli relativi a spiagge affollate di turisti.
La più alta percentuale di punti critici si trova in Molise: tre prelievi, tutti fuori norma.
E poi in Abruzzo e nelle Marche, con l’89 e l’83 per cento dei prelievi risultati inquinati, anche se Legambiente ha tenuto a sottolineare che le due regioni sono state penalizzate dalle forti piogge dei giorni precedenti al campionamento e dall’elevato numero di corsi d’acqua e canali che sfociano in mare.
A seguire Calabria e Lazio, rispettivamente con il 79 e 75 per cento. Il risultato migliore è quello della Sardegna, solo il 10 per cento di punti inquinati
La disinformazione poi, danno che si aggiunge alla beffa, regna sovrana.
«Il Portale delle Acque del ministero della Salute – denuncia la responsabile di Goletta Verde Serena Carpentieri – è poco chiaro. Sui dati c’è il caos. Spesso i campionamenti sono fatti lontano dai punti critici, in altri casi si dice che il mare è balneabile per tutto il tratto di spiaggia tranne che nel punto esatto in cui c’è lo scarico, come se fosse possibile circoscrivere l’inquinamento».
Legambiente ha scoperto che il 43 per cento dei punti che per Goletta Verde sono inquinati, risultano invece balneabili sul sito del ministero, mentre il 47 per cento dei punti inquinati secondo Goletta non esiste campionamento sul sito del ministero.
Infine, continua Carpentieri, «nei pochi casi in cui anche il ministero dichiara la non balneabilità delle acque, quando siamo andati a verificare se esistessero, sul posto, cartelli di divieto adeguati che avvisino i bagnanti, li abbiamo trovati solo nel 7 per cento dei casi»
Qualche esempio: in alcuni tratti di mare come Fano, Alba Adriatica, Nicotera, Portopalo di Capo Passero e Sanremo sul sito del ministero c’è un bollino rosso e sopra una striscia verde.
Il bagno si può fare o no? I dati e la grafica si contraddicono tra loro oppure sono discordanti con quelli rilasciati dalle Arpa, le Agenzie regionali protezione ambientale.
A Cuma davanti al canale di sbocco del depuratore le analisi di Goletta Verde indicano un forte inquinamento, il ministero dice che il luogo è balneabile, l’Arpa Campania sostiene che l’area non è «sufficientemente campionata».
A Ladispoli, la foce dello Statua per Goletta Verde è inquinata, per il Portale delle Acque è balneabile ma non per l’Arpa Lazio.
A Reggio Calabria, il lido comunale, per il ministero non balneabile, presenta invece un servizio di salvataggio e nessun cartello di divieto. Lì la gente fa tranquillamente il bagno
«Il vero killer delle acque italiane è ancora una volta la mancata depurazione – ha detto il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani -. Dopo due sentenze di condanna nel 2012 e nel 2014, la Commissione europea ha avviato la terza procedura d’infrazione per il mancato rispetto della direttiva sulle depurazioni degli scarichi civili. Il procedimento riguarda 880 città e paesi in tutta Italia, il 28 per cento del totale, in pratica un italiano su tre» .
Mariolina Iossa
(da “il Corriere della Sera”)
Leave a Reply