INTERVISTA AL SOTTOSEGRETARIO MANZIONE: “MARE NOSTRUM NON PUO’ CESSARE A SETTEMBRE”
FINALMENTE UNO CHE PARLA CHIARO: “IL SOCCORSO IN MARE E’ OBBLIGATORIO IN BASE A TUTTE LE CONVENZIONI E A TUTTI I CODICI DI NAVIGAZIONE, INUTILE FARE DEMAGOGIA”…”SU 101.480 PROFUGHI ARRIVATI, SOLO 35.424 HANNO CHIESTO PROTEZIONE, GLI ALTRI HANNO RAGGIUNTO ALTRE NAZIONI DOVE HANNO PARENTI”… “NESSUN RISCHIO TERRORISMO”…”ATTUALMENTE OSPITIAMO SOLO 53.243 PROFUGHI”
“L’Italia spende 28 milioni ogni tre mesi, 300 mila euro al giorno, per salvare vite e far fronte ad un esodo senza uguali dal secondo dopoguerra. È chiaro che non possiamo andare avanti in questo modo. È certo che non possiamo più farlo da soli”.
Domenico Manzione è il sottosegretario all’Interno con delega all’immigrazione e l’uomo che finora ha permesso, con l’ausilio di prefetture, enti locali e la rete del volontariato la gestione quasi ordinaria di un’emergenza straordinaria evitando, finora, che assumesse contorni drammatici.
Il ministro Alfano ha dichiarato che “presto Mare Nostrum cesserà ”. Un auspicio o una certezza?
“A fine settembre il governo dovrà trovare nuovi fondi, altri soldi, per finanziarla per altri tre mesi, non possiamo andare avanti all’infinito in questa nostra solitudine. Detto questo, dubito fortemente che possano cessare a settembre: le condizioni geopolitiche nel quadrante africano e mediorientale ci dicono che i flussi migratori potrebbero invece crescere. La certezza è invece che da subito deve essere massima l’assunzione di responsabilità da parte dell’Europa”.
Il commissario Malmstrom, il ministro dell’Interno europeo, ha già detto che “Frontex non ha i mezzi per affrontare l’emergenza”
“Con tutto il rispetto per il commissario Malmstrom, la struttura Frontex (agenzia europea per la gestione delle frontiere esterne degli Stati membri, nata nel 2005 con sede a Varsavia, ndr) si può sempre attrezzare per svolgere la sua mission. Che non è più quella per cui è nata, il respingimento di un flusso migratorio importante dai paesi più poveri verso paesi ricchi. Frontex adesso deve calibrarsi per fare fronte ad un’accoglienza obbligatoria di flussi di profughi e rifugiati che le stesse Nazioni Unite stimano essere i più intensi dal secondo dopoguerra”.
Intanto il tempo passa, il semestre europeo a guida italiana è iniziato a luglio, l’emergenza immigrazione doveva essere la prima emergenza e non si muove nulla.
“Nei primi incontri con i ministri degli Affari Interni e di Giustizia della Ue sono stati ribaditi i principi e l’emergenza. Malmstrom, inoltre, è il commissario uscente e, per quanto punti ad essere confermata, in questo momento non è in condizioni di decidere nè di fare promesse”.
I finanziamenti ?
“Per ora sono circa 300 mila euro spalmati in sette anni. Nulla rispetto ai 28 milioni spesi dall’Italia ogni tre mesi per la missione mare Nostrum. A cui poi dobbiamo aggiungere il costo del Piano strutturato di accoglienza a cui il Viminale ha destinato 700 milioni”.
Perchè Bruxelles è così latitante?
“Fronteggiare queste emergenze non è politicamente conveniente per nessun governo. Detto questo, credo ci sia un punto che ancora non è stato chiarito: il servizio di pattugliamento e soccorso in mare è obbligatorio in base a tutte le Convenzioni e a tutti i codici di navigazione. Chiarito che non ci sono alternative, l’Europa deve fare due ulteriori passi: capire che il soccorso in mare implica obblighi e costi diversi da una più semplice accoglienza a terra; attrezzarsi per un Piano europeo di accoglimento finalizzato a riequilibrare la distribuzione dei richiedenti asilo in tutti i singoli paesi membri. Significa tot all’Italia, alla Germania, alla Francia e via di questo passo. Serve un tavolo europeo”
C’è il rischio di un altro 3 ottobre 2013, con 386 morti accertati nel mare di Lampedusa
“Il rischio è alto anche se Mare Nostrum finora lo ha impedito. Proprio per questo il Tavolo europeo dovrebbe anche cominciare a ragionare sulla creazione di un soggetto internazionale, le Nazioni Unite o altro, che facciano il soccorso a terra nei paesi di transito, prima cioè che i migranti raggiungano le coste da dove partono per l’Europa. In questo modo si impedirebbe alle organizzazioni criminali di lucrare sulla disperazione”.
Un’idea molto raffinata.
“Forse. Ma l’unica se si vuole affrontare questa emergenza epocale che continua a crescere. Adesso cominciano ad arrivare anche dal Pakistan. La situazione in Ucraina è delicatissima. Per non parlare della Libia. Cosa succede se queste popolazioni sono costrette a fuggire dai loro paesi?”.
101.480 gli arrivi dal primo gennaio 2014. E però le richieste di protezione internazionale (rifugiati, protezione sussidiaria, motivi umanitari) sono solo 35.424, meno della metà . Perchè così poche se si tratta di popolazioni in fuga da guerre e persecuzioni?
“Perchè molti, la maggior parte, rifiutano di farsi identificare. Temono i tempi lunghi delle procedure italiane e di restare bloccati anche un anno quando invece molti di loro sanno già dove andare, da qualche parente che vive nei paesi europei. Noi avviamo le identificazioni già sulle navi, loro rifiutano e quando scendono nei vari porti, spariscono. Esistono organizzazioni di passeurs che li prendono in carica nei porti di arrivo e li guidano fino a Milano che è diventato il punto di partenza per i paesi europei. Il tutto, ovviamente, facendosi pagare”.
E noi non lo impediamo?
“Vorrebbe dire trattenerli nei Cie quando è solo gente che vuole raggiungere pezzi di famiglia in Europa. Abbiamo invece aumentato da 10 a 30 le Commissioni territoriali per i rifugiati per abbreviare i tempi”.
Risulta che nelle strutture temporanee e nei Sprar (Sistema protezione richiedenti asilo) siano ospitate solo 53.243 stranieri. Ancora una volta, non sono troppo pochi rispetti agli arrivi?
“Possiamo dire che il 25% ha raggiunto nei modi che dicevo prima il resto d’Europa, gli altri si sono già resi indipendenti da soli: hanno un pezzo di famiglia in Italia, hanno aderito a progetti pilota di formazione e avviamento al lavoro. Non dobbiamo più assisterli”.
Esiste un rischio terrorismo in questi flussi migratori?
“È gente che scappa dalla guerre. Il rischio infiltrazione non è più alto rispetto a prima”.
(da “Huffingtonpost“)
Leave a Reply