DA EBOLINO ALL’ISIS: IL DECLINO ESTIVO DELLA SANA E ROBUSTA OPPOSIZIONE DEI CINQUESTELLE
CI VUOLE PERIZIA ANCHE NEL DIRE SCIOCCHEZZE
Prima l’indecente epiteto di Ebolino affibbiato al premier da Grillo, in sprezzo alle più elementari regole di civiltà vista la gravità dell’emergenza umanitaria in corso, ora il delirio geopolitico di Di Battista che comprende la linea politica dell’Isis e vorrebbe aprire un dialogo con i terroristi… dopo aver difeso la linea della fermezza a suo tempo, come nota un ispirato Spinoza su twitter, quando c’era da chiudere ogni boccaporto nei confronti del temibilissimo Bersani.
Scorrendo i commenti al blog del leader, qualcuno prova anche a chiedersi che senso abbiano operazioni del genere, che lasciano il fianco aperto a critiche, strumentalizzazioni e ad attacchi. Più che giustificati, aggiungiamo noi.
Che succede a quella che fu la tosta opposizione del M5s?
È una questione di carenza di ispirazione o di stanchezza politica di guru e spin doctor del movimento?
È una conseguenza del conflitto a bassa intensità tra l’ala dura e l’ala di palazzo personificata dal tattico Di Maio?
Probabilmente la sommatoria di tutti questi fattori.
L’estate, per i partiti e per la loro propaganda, è un periodo difficile da gestire, ma anche una frontiera da riempire con contenuti che possono, complice il tam tam da spiaggia, scaldare i cuori di elettori vecchi e nuovi.
Grande protagonista in questo senso fu la Lega del periodo d’oro, che lanciava boutade inenarrabili, buone a scandalizzare mezzo paese e a consolidare lo zoccolo duro, che va detto, è comunque abbastanza sui generis.
Ci vuole comunque una certa perizia per dire sciocchezze politiche e poi capitalizzare in termini di consenso.
Ne sa qualcosa Angelino Alfano che ci ha provato e si è bruciato in questi giorni con la storia dei “vu’ cumprà “.
Che poi le occasioni per un’opposizione più seria non mancherebbero.
Si voleva attaccare Renzi? Bastava criticarlo per aver fatto un tour sostanzialmente inutile e ansiogeno al Sud, un’oretta a città , e non aver trovato lo spazio di un tweet in memoria del povero reporter, italiano e coetaneo del premier, Simone Camilli (o per andare al suo funerale).
Per non parlare del silenzio assordante di Palazzo Chigi sul conflitto di Gaza.
Altro che Ebolino e dialogo con i terroristi della jihad.
Stefano Baldolini
(da “Huffingtonpost“)
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