MARONI INDAGATO PER CONCUSSIONE: “PRESSIONI PER CONTRATTI A DUE FEDELISSIME”, STIPENDIO DA 5.417 EURO AL MESE
SI TRATTA DI DUE CONTRATTI A TERMINE SU PROGETTI EXPO A FAVORE DI DUE COLLABORATRICI CHE NON ERANO STATE INSERITE NELLO STAFF DI MARONI PER TIMORE DELLA CORTE DEI CONTI
Sono due donne che hanno fatto finire nei guai Roberto Maroni.
Il governatore della Lombardia è stato iscritto nel registro degli indagati perchè due signore, Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo, che non erano state inserite nello staff del presidente per timore che la Corte dei conti potesse fare dei controlli e contestare le assunzioni, hanno ottenuto due contratti, uno da Eupolis e l’altro da Expo 2015.
Questa l’ipotesi della Procura di Busto Arsizio che ha inviato i carabinieri del nucleo Tutela Ambiente nelle sedi della Regione Lombardia a Milano e Roma.
La Carluccio era stata già in passato collaboratrice del leghista quando era ministro dell’Interno e in passato ha ottenuto incarichi di consulenza.
A lei è finito, secondo quando si legge il capo di imputazione, un contratto di Eupolis Lombardia l’Istituto superiore per la ricerca, la statistica e la formazione del Pirellone. Un contratto da 29.500 euro annui, somma “fissata” dalla stessa Carluccio “per proprie esigenze fiscali”.
Più ricco il secondo contratto: alla Paturzo, già collaboratrice di Isabella Votino portavoce di Maroni, dovevano arrivare 5417 euro mensili per due anni.
In questo caso a essere concussi sarebbero stati esponenti di Expo 2015 (ancora da identificare) e esponenti di “Obiettivo lavoro temporary manager”.
L’indagine nasce da quella su Finmeccanica per cui il procuratore di Busto Arsizio Eugenio Fusco ha fatto la requisitoria il 3 luglio.
Lorenzo Borgoni, ex manager del gruppo pubblico, a verbale aveva raccontato di una tangente versata alla Lega nell’affaire degli elicotteri destinati all’India.
Ma di questa mazzetta gli inquirenti non hanno mai trovato alcun riscontro e quindi il filone della presunta bustarella destinata al Carroccio era stato accantonato.
Gli investigatori indagando su una presunta corruzione si sono imbattuti in quella che prima della legge Severino era una concussione.
Questa mattina nella sede di Palazzo Lombardia sono arrivati i carabinieri per acquisire documenti e per interrogare i testimoni.
I carabinieri hanno sequestrato molto materiale cartaceo e informatico. nessun altro politico risulta coinvolto nell’indagine e se questa storia porterà ad altri avvisi di garanzia lo si capirà nei prossimi giorni.
Allo stato comunque non esiste nessun collegamento con la grande inchiesta sugli appalti Expo che ha portato alla scoperta di una vera e propria cupola degli appalti che ha portato all’arresto di Primo Greganti e Gianstefano Frigerio.
L’avviso di garanzia porta una data recentissima: ovvero il 4 luglio 2014, il giorno dopo che il magistrato nella sua requisitoria su Finmeccanica, escludendo la tangente alla Lega, aveva fatto intendere che però ci potevano essere altri sviluppi.
Durante quella requisitoria il pm ha chiesto 6 anni per Giuseppe Orsi, ex numero uno del gruppo.
“Si tratta — spiega — di due contratti a termine per persone che svolgono, con mansioni diverse, attività quotidiana di supporto della Regione Lombardia dalla sede di Roma. La loro attività è finalizzata alla ottimizzazione e alla efficienza della macchina organizzativa in vista dell’evento Expo. In particolare, una figura professionale ha un preciso scopo di raccordo tra la Regione Lombardia e la società Expo, mentre l’altra, di provata esperienza professionale, ha un ruolo di consulenza delle diverse tematiche organizzative legate a Expo. Sono, ribadisco, sereno e fiducioso che le cose verranno al più presto chiarite”.
Anche Expo ha diffuso una nota in cui di fatto descrive i fatti come contestati dalla Procura di Busto Arsizio, ed evidenzia che è la Regione ad averle “dirottate” ad Expo: “Expo ha accolto la segnalazione di Regione Lombardia — attraverso il gabinetto del Presidente — che ha indicato in Mariagrazia Paturzo il profilo idoneo al ruolo da ricoprire, data la sua provata esperienza in ambito istituzionale”.
Alessandro Madron e Davide Milosa
(da “il Fatto Quotidiano”)
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