MASSIMO GIANNINI E “LA LEZIONE DEL COVID”: LE ORE IN OSPEDALE, LE GRIDA DEI PAZIENTI
“NON SCENDA IL GRANDE OBLIO SU QUESTA TRAGEDIA”: IL DIRETTORE DE “LA STAMPA” POSITIVO
Undici ore trascorse al reparto Covid del Policlinico romano Gemelli, tra i ricoverati e la paura del coronavirus. “Ho sentito tanti pazienti piangere e gridare di dolore” e il racconto di medici e infermieri su “quanto stiano crescendo i ricoveri urgenti” e su “come si stiano riaprendo le terapie intensive”. Massimo Giannini, il direttore de La Stampa, ha il coronavirus. Nel suo editoriale sul quotidiano racconta “La lezione che imparo dal Covid”, perchè “qualche ora di visita in questi luoghi in cui si continua o si ricomincia a soffrire farebbe bene a ognuno di noi. Sarebbe una lezione utile”, scrive Giannini.
Sabato i primi sintomi: tosse, mal di gola, dolori al torace. Domenica: la conferma in ospedale con il tampone che ha dato esito positivo, i polmoni per ora non sembrano essere intaccati. Subito è scattata la quarantena con la terapia domiciliare da seguire. Il direttore del quotidiano torinese ha scritto il suo editoriale per due motivi: il primo riguarda “il giornale e la nostra comunità perchè il rischio di contagio nella redazione come in qualunque altro luogo di lavoro va gestito con rigore e garantiremo la sicurezza di tutti”. Le redazioni torinesi e romane del quotidiano ieri sono state prima evacuate e poi sanificate. Ma l’informazione non si ferma. “Il giornale sarà in edicola e il sito sarà on line”.
Il secondo motivo del suo editoriale “riguarda il nostro Paese e la nostra convivenza civile. Di fronte alla drammatica impostura dei negazionisti e alla cinica disinvoltura dei riduzionisti. Di fronte all’insofferenza degli imprenditori – aggiunge Giannini – e all’indifferenza dei giovani verso le restrizioni imposte dalle autorità politiche. Di fronte a un pericolo mortale: che scenda il Grande Oblio sulla tragedia che abbiamo vissuto tra marzo e aprile, sui diecimila morti soli senza l’ultima carezza e sugli ‘eroi in corsia’ che hanno dato la loro vita per salvare quella degli altri”.
“I sacrifici non devono andare dispersi”, per usare anche le parole del premier Giuseppe Conte pronunciate domenica ad Assisi. E per questa ragione che “il governo – spiega ancora Massimo Giannini – sta per varare un nuovo Dpcm, nella logica da ‘stato di eccezione’ che abbiamo imparato a conoscere da mesi. Un sacrificio doloroso, ai limiti della costituzionalità . Ma necessario, a condizione che finisca il disordine legislativo tra governo e regioni e che le scelte fatte e quelle da fare si discutano nell’unico luogo in cui si esercita la volontà del popolo, cioè il Parlamento”. E infine l’appello del direttore: “Qualche ulteriore rinuncia adesso, forse, servirà a evitare un rovinoso lockdown dopo. Facciamola, tutti insieme. Come ha scritto ieri Abraham Yehoshua sul nostro giornale, ‘il dovere di mantenersi coesi e di rispettare la legge, in una società pluralista e polarizzata come la nostra, è sacrosanto e le forze liberali e illuminate dovrebbero essere in prima fila’. Noi ci siamo, e ci saremo sempre”.
Giannini, ospite in videocollegamento di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7, ha raccontato “di aver girato tanto nell’ultimo periodo, forse troppo, per eventi pubblici del giornale, anche se l’ho fatto prendendo tutte le precauzioni. Alla luce di quello che ho visto ieri in ospedale, voglio dire che dobbiamo stare tutti più attenti. Serve più attenzione e più rigore. Dobbiamo metterci una mano sulla coscienza e non dimenticare quello che abbiamo vissuto, perchè anche se adesso non siamo in quella situazione, possiamo tornarci rapidamente se non facciamo attenzione”. Poi un nuovo appello rivolto “soprattutto i giovani che devono avere grande senso di responsabilità , perchè possono essere loro i principali veicoli del virus”.
(da “La Repubblica”)
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