MAY CHIEDE IL SOCCORSO ROSSO PER LA BREXIT, MA CORBYN PREPARA GIA’ LA CORSA ALLE URNE
LA PREMIER E’ SEMPRE PIU’ DEBOLE
Nella richiesta di collaborazione avanzata oggi da Theresa May al partito laburista c’è tutta la difficoltà di una leader che, dopo la delusione delle urne, fatica a rilanciare la sua premiership.
È passato solo un anno dal suo insediamento a Downing Street, quando promise di trasformare la Brexit in un successo per il popolo britannico.
La realtà , oggi, ha un sapore molto più amaro: alla vigilia del prossimo round di negoziati con l’Ue (il 17 luglio), il suo governo non ha la forza politica, da solo, per guidare il Paese in un percorso che si sapeva complesso, ma non ci si rendeva conto quanto.
Così oggi, intervenendo a Londra sulla protezione dei diritti dei lavoratori nella cosiddetta gig economy, May ha dovuto chiedere pubblicamente il supporto dei parlamentari laburisti per portare a termine la Brexit e altri progetti di legge che rischiano lo stallo dopo che il suo partito ha perso la maggioranza in Parlamento nelle elezioni dell’8 giugno scorso.
Come scrive il Telegraph, la premier si è appellata direttamente ai parlamentari dell’opposizione, chiedendo loro di “contribuire, non di criticare e basta” e di aiutare a “chiarificare e migliorare” le sue proposte politiche nella Camera dei Comuni.
“Il mio impegno e la mia determinazione sono gli stessi di un anno fa”, ha assicurato May nel suo speech.
“Sebbene il risultato nelle elezioni politiche del mese scorso non è quello in cui speravo, non è cambiata la mia volontà di cambiare la Gran Bretagna”, ha aggiunto, rispondendo alle voci di una corsa alla sua successione per la guida dei Tories. May ha aggiunto di essere convinta che la strada intrapresa un anno fa, con il suo insediamento a Downing Street, sia quella giusta. Ora — ha spiegato — si tratta di vincere una “battaglia delle idee” in Parlamento e nel resto del Paese dopo l’insuccesso elettorale.
Il punto è che per vincere questa battaglia la premier ha bisogno anche dell’opposizione laburista, che però in questo momento non ha alcun interesse a mettersi al servizio dell’esecutivo conservatore.
Un recente sondaggio di Yougov dà il partito laburista guidato da Jeremy Corbyn in vantaggio di ben otto punti sui Tories. Se si votasse oggi, insomma, Corbyn avrebbe la strada spianata verso Downing Street, uno scenario inimmaginabile fino a pochi mesi fa.
Le ultime mosse in casa laburista suggeriscono che Corbyn e i suoi non abbiano alcuna intenzione di perdere il vantaggio accumulato, anzi.
Secondo l’Independent, Corbyn si appresta a lanciare un tour vorticoso in decine di collegi elettorali chiave.
Di pari passo, i membri del governo ombra si sparpaglieranno in tutto il Paese per cercare di convincere gli elettori che è arrivato il momento di ridare fiducia ai laburisti.
Sotto la leadership del 68enne, il partito si sta organizzando per farsi trovare pronto nel caso in cui l’amministrazione May dovesse collassare.
“Sarà un’estate movimentata. Jeremy girerà tra 40 e 70 collegi elettorali chiave e anche il governo ombra si muoverà per il Paese”. La campagna elettorale, insomma, è già iniziata, nella consapevolezza che l’elettorato britannico potrebbe essere richiamato al voto prima del previsto.
Domani, intanto, il Collegio dei commissari Ue, nella sua riunione settimanale, farà “il punto della situazione sui negoziati per la Brexit in vista del prossimo round del 17 luglio”.
Lo ha annunciato il portavoce dell’esecutivo comunitario Margaritis Schinas. A partecipare alla riunione sarà anche il caponegoziatore Michel Barnier, su invito del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker. Ieri i leader dei principali gruppi politici all’Europarlamento hanno bocciato la proposta della premier britannica sui diritti dei cittadini, ritenendola insufficiente in quanto rischia di creare uno status di “seconda classe” per i cittadini dell’Ue.
Un brutto colpo per la May, la cui mossa di chiedere aiuto ai laburisti sembra più un tentativo disperato che una speranza fondata.
(da “Huffingtonpost”)
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