MILANO PRIMARIE: TRA SEL E PD FINISCE IN RISSA
SOSPESA L’APERTURA DELLE CANDIDATURE, Il PD NON SI PRESENTA ALLA RIUNIONE DEL COMITATO ORGANIZZATORE
È sempre stato il terreno di scontro più evidente perchè è lì, sulle date delle primarie, che si sono scaricate le tensioni politiche di questa lunga corsa verso il 2016, anche quelle consumate dietro le quinte.
Ed è sul calendario che è ripartita la rissa. Nel tutti contro tutti che più o meno pubblicamente sta andando in scena nel centrosinistra – il Pd contro Giuliano Pisapia, Sel contro il Pd e viceversa – a rimanere incastrato è stato proprio l’avvio del motore operativo della consultazione.
Che rischia di essere travolto dal caos che si respira attorno alle candidature e agli schieramenti di campo. A meno che, tra oggi e domani, non ci sia una riunione della coalizione convocata in extremis che sigli la pace su quando chiamare al voto gli elettori.
Il giorno della convocazione ai gazebo era già destinato a slittare, probabilmente dal 7 al 28 febbraio.
Certo, sarebbe stata la coalizione a fissare esattamente e ufficialmente la data, ma anche la questione tempi rientrava nell’accordo raggiunto tra Matteo Renzi e Giuliano Pisapia.
Una sorta di punto di incontro tra quel 20 marzo che il Pd vuole trasformare in un election day nazionale e l’avvio decretato a Milano. Non solo.
Anche la fine del periodo di raccolta delle firme, in questo nuovo schema, avrebbe potuto allungarsi partendo lunedì prossimo e arrivando al 20 gennaio. Questa, almeno, era la proposta arrivata dallo stesso sindaco e recapitata ai partiti. Ma che Sel, come sostiene il Pd, non avrebbe condiviso
Sembrava esserci un’unica certezza per le primarie: il via fissato il 7 dicembre.
Mancavano soltanto gli ultimi dettagli, come la certificazione dei moduli. Questioni tecniche, insomma, che il comitato organizzativo delle primarie avrebbe dovuto decidere ieri. Ma la riunione convocata per le 18 non si è mai tenuta.
Per il Pd – che insieme ad altri pezzi della maggioranza non si è presentato – sarebbe stato impossibile partire senza sapere con esattezza i confini temporali entro cui concludere la raccolta delle firme e soprattutto il giorno del voto.
Un caso formale, insomma, che però ha scatenato il caos. E che nasconderebbe l’esigenza di un chiarimento in più che il Pd attende da Pisapia sul ruolo che il sindaco intende svolgere: sarà “arbitro” o “giocatore” delle primarie, per dirla con il segretario regionale Alessandro Alfieri?
Per capire il clima, basterebbero le versioni contrastanti e soprattutto le accuse reciproche che si sono scambiati i protagonisti.
Ore di tensione che raccontano qualcosa di più di un semplice problema di calendario. “Gli esponenti del Pd non si sono presentati alla riunione del comitato, boicottando di fatto l’avvio delle primarie già decise e sottoscritte da tutta la coalizione”, è scattata la coordinatrice di Sel, Anita Pirovano.
Che attacca: “È un fatto gravissimo e chiediamo al Pd chiarezza e trasparenza sul percorso che si erano impegnati a percorrere. Di giochini di palazzo, Milano non ha bisogno”. Di più. Loro, dice, lunedì vogliono iniziare a raccogliere le firme. E “se non saranno quelle per le candidature, chiederemo a tutto il centrosinistra di firmare per liberare le primarie”.
Ribatte il segretario milanese del Pd, Pietro Bussolati: “Da Sel accuse assurde. Forse non si sono accorti che mancava tutta la coalizione. Il motivo è semplice: dopo il viaggio a Roma del sindaco tutti aspettavano una proposta sulla data che sia condivisa dalla coalizione (e quindi anche da Sel). Nessuno boicotta nulla, noi siamo prontissimi. Semmai consiglierei loro di rivolgersi al coordinatore nazionale Fratoianni che un giorno sì e l’altro pure mette in dubbio la loro partecipazione”.
E nel weekend si tenterà di salvare il salvabile, per riuscire a partire. Ostacoli tecnici non ce ne sono. Ma da superare ci sono steccati politici ancora più difficili da abbattere.
Rimandare la data di inizio della raccolta delle firme equivarrebbe a spedire un ulteriore segnale di confusione. E di divisione.
L’ipotesi su cui si lavorerà resta quella del sindaco: iniziare subito, chiudere la fase della candidature il 20 gennaio, per poi fissare il voto al 28 febbraio.
Alessia Gallione
(da “La Repubblica”)
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