MONTI PUNTA A RIFORME-PACCHETTO: “OGNI MISURA SARA’ COMPENSATA DA ALTRE”
OGGI PRIMO CONSIGLIO DEI MINISTRI E PRIMI INTERVENTI SU ICI E IVA, A FRONTE DI SGRAVI FISCALI SUI PRIVATI E IMPRESE…DOMANI VIAGGIO IN EUROPA PER L’OPERAZIONE CREDIBILITA’… CONTATTI AVVIATI CON OBAMA
Il primo no al suo governo Mario Monti lo incassa con aplomb.
A Susanna Camusso che carica a testa bassa su Ici e pensioni il nuovo esecutivo non replica. Non per scarsa attenzione verso la leader della Cgil o le parti sociali, il cui accordo anzi viene considerato essenziale, ma perchè “parlare di queste cose è prematuro”.
Il professore della Bocconi a tutti chiede pazienza, il governo lo guida solo da tre giorni.
Ma un ministro che gli ha parlato al telefono riassume così la reazione del premier ai primi no di partiti e sindacati: “Finchè prendono i provvedimenti uno alla volta non troveremo mai un accordo con tutti. Quando invece avremo messo insieme le varie misure, quando saranno accorpate in pacchetti dove le riforme si compensano e i sacrifici sono accompagnati da benefici, allora potranno valutarne e discuterne l’impatto, cercando una convergenza complessiva”.
Questa la linea di Monti, buona anche per il rapporto con i partiti che lo sostengono in Parlamento.
Se il nuovo inquilino di Palazzo Chigi al momento ha rinviato la partita su viceministri e sottosegretari, ha invece in tasca il piano per garantire un collegamento tra il suo “governo di professori” e le Camere.
L’idea è quella di tenere dei vertici – una sorta di pre-consiglio dei ministri – alla vigilia dell’approvazione dei pacchetti di riforme più delicati.
Oltre a Monti vi parteciperanno i ministri interessati e i leader dei partiti di maggioranza (ovvero tutti tranne la Lega)
D’altra parte proprio ieri Repubblica ha svelato che il gabinetto Monti è nato dopo una serie di summit segreti tra lo stesso professore, Bersani, Casini e Alfano.
Un format da ripetere per permettere al consiglio dei ministri di adottare misure già preventivamente accettate da Pd, Pdl, Terzo Polo (e forse Idv).
Sistema che sarà adottato anche con le parti sociali. Salvo quando la particolare urgenza di un provvedimento costringerà Monti ad agire per decreto e dopo cercare il consenso degli altri attori.
Essenziale sarà anche il rapporto che ogni ministro saprà instaurare con i capigruppo delle commissioni parlamentari di sua competenza, un tasto sul quale il presidente consiglio ha battuto.
Intanto Monti prepara quella che i suoi collaboratori chiamano “Operazione credibilità “.
È il viaggio in Europa che lo impegnerà da domani.
Prima Bruxelles per vedere Barroso e Van Rompuy ai quali esporrà il suo programma di riforme per ridare all’Italia quella fiducia dissipata da Berlusconi.
Quindi, giovedì, a Strasburgo incontrerà in una trilaterale la Merkel e Sarkozy.
Un vertice essenziale per riportare Roma al centro del dibattito europeo dal quale con il Cavaliere è stata emarginata.
A tutti Monti ribadirà che con la sua cura l’Italia “riuscirà ad uscire dal tunnel della crisi”.
Poi il professore ripeterà l’operazione al di fuori della zona euro: il premier britannico David Cameron ha già chiesto un bilaterale, mentre in queste ore sono in corso contatti con Obama.
Gli incontri europei a Monti serviranno anche per ascoltare le indicazioni di Bruxelles, che lo aiuteranno a tarare la sua agenda di riforme.
In questo senso centrale sarà anche l’Eurogruppo del 29 novembre, dopo il quale si capirà se sarà necessario fare una manovra aggiuntiva e il piano Monti prenderà davvero forma.
Oggi al consiglio dei ministri ci sarà una prima ricognizione sul da farsi, con Monti che indicherà ai titolari dei singoli dicasteri le priorità su cui lavorare.
Dopo le trasferte in Europa, ai primi di dicembre, il premier potrà stabilire un’agenda definitiva del governo.
E se si considera che gli stessi ministri proprio in queste ore stanno prendendo possesso dei propri uffici e dossier, si capisce perchè le prime riforme dovrebbero arrivare nel migliore dei casi a ridosso del summit europeo del nove dicembre.
Si parla di (più) Iva e Ici, di (meno) Irpef e Irap e di denaro elettronico.
Quelle più impegnative (pensioni e mercato del lavoro), stando a quello che dicono più ministri di prima fascia, dovranno attendere “almeno fino a gennaio”.
Alberto D’Argenio
(da “La Repubblica“)
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