SOTTOSEGRETARI CONGELATI: MONTI CHIEDE AI PARTITI DI METTERSI PRIMA D’ACCORDO
VETI E CONTROVETI NEGLI SCHIERAMENTI E CATRICALA’ RINVIA GLI INCONTRO PER LE NOMINE…PRIMA E’ OPPORTUNO UN CONTATTO TRA I SEGRETARI DI PARTITO
Fermate i motori. Trattative in stand-by e incontri di oggi congelati, per la formazione della squadra di viceministri e sottosegretari.
Troppi veti incrociati e dibattiti ritenuti “sterili” da Palazzo Chigi, in particolare su alcune delle deleghe più “calde”, dalla Giustizia alle Telecomunicazioni.
Tanto più in un momento così delicato: il presidente del Consiglio è alle prese col varo dei primi interventi economici ed è concentrato sulle missioni di domani e giovedì tra Bruxelles e Strasburgo.
Così, Mario Monti ha intimato uno stop al sottosegretario alla Presidenza Antonio Catricalà , incaricato di tenere i rapporti con le segreterie di Pd, Pdl e Terzo polo per la scelta dei 35 componenti mancanti del governo.
Non solo perchè il nodo si rivela più ingarbugliato del previsto e lo stesso premier intende occuparsene mercoledì (nella pausa romana tra i due vertici Ue) o più probabilmente venerdì.
Ma soprattutto perchè il Professore vuole che “i partiti raggiungano tra loro un’intesa preliminare” sulle deleghe e sulle rose di nomi.
Nei pochi contatti telefonici intercorsi nel fine settimana tra le segreterie, non è stato escluso che già tra stasera (al rientro dalla due giorni trascorsa all’estero da Angelino Alfano) e domani i big dei partiti che sostengono l’esecutivo possano avere un primo incontro informale, per confrontarsi e chiarirsi.
D’altronde, sembra essere questa la prassi prediletta d’ora innanzi dal premier, già collaudata sulla scelta dei ministri, coi vertici Alfano-Bersani-Casini durante le consultazioni.
La giostra di nomi per i posti nei dicasteri continua a girare vorticosa, a quelli circolati nel fine settimana si aggiunge adesso quello di Teresa Petrangolini, fondatrice del Tribunale per i diritti del malato, in corsa per una delega al Welfare, con la doppia sponda centrista e pd.
I problemi sono altrove.
Coi berlusconiani che insistono sulla sponsorizzazione di Michele Saponara alla Giustizia (e i democratici su quella di Massimo Brutti) e con la contesa aperta sulla delega strategica alle telecomunicazioni.
Monti ha fatto sapere che la scelta finale sulle rose dei nomi proposte dai partiti sarà sua e dei ministri.
Nel Pdl non sono pochi quelli che, come Guido Crosetto, vorrebbero puntare i piedi.
Il Parlamento ritrovi “il proprio ruolo”, dice l’ex sottosegretario alla Difesa, e se i ministri scelgono i sottosegretari “come fossero loro assistenti, allora serve un corso veloce sulle regole della democrazia”.
L’Idv col capogruppo Felice Belisario mette in guardia, al contrario, dalle “manovre sottobanco per lottizzare le nomine e trasformarle nel solito indegno mercato: siano tutti indipendenti”.
Una linea sulla quale si attesta anche qualcuno (ma non la maggioranza) nel Pd, come Mario Barbi: “Tutti tecnici, o cambia la natura del governo”.
Lo scontro nel frattempo si sposta anche sulle commissioni parlamentari.
La Lega, unica opposizione, rivendica quelle di garanzia: Copasir (D’Alema) e Vigilanza Rai (Zavoli).
Il fatto è che gli uomini di Bossi vorrebbero tenersi anche quelle che già deteneva in maggioranza.
Quattro: Bilancio, Esteri, Attività produttive e Ambiente alla Camera, e Politiche Ue al Senato.
D’Alema ha già messo a disposizione la sua presidenza.
Ma il Pd con Rosy Bindi detta le condizioni. “La Lega decida se essere di lotta o di governo: se vuole il Comitato di controllo sui servizi, rinunci alla presidenza delle altre”.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica”)
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