NAVALNY: ECCO LE PROVE DEL LEGAME TRA TRUMP E PUTIN
L’OPPOSITORE PUBBLICA UNA VIDEO-INCHIESTA CHE RAFFORZA I SOSPETTI SUL MEDIATORE
Un’investigazione di Aleksey Navalny rafforza i sospetti sul presunto ruolo di mediatore tra il Cremlino e Donald Trump svolto dal ‘re dell’alluminio’ russo Oleg Deripaska all’epoca delle presidenziali americane.
Il blogger anti-Putin ha pubblicato una video-inchiesta in cui si parla di corruzione, prostituzione e affari internazionali, e dalla quale emerge che il vice premier russo Sergey Prikhodko avrebbe trascorso alcuni giorni sullo yacht dell’oligarca a largo della Norvegia in gran segreto e in compagnia di alcune prostitute.
Forse per discutere proprio delle elezioni negli Stati Uniti.
Il dossier di Navalny di per sè non offre alcuna prova schiacciante del coinvolgimento di Deripaska e Prikhodko nel cosiddetto Russiagate e nelle possibili interferenze russe nel voto americano. Ma fa senz’altro riflettere il fatto che la breve crociera sia avvenuta nell’agosto del 2016, cioè in piena corsa elettorale, e circa un mese dopo che l’allora capo della campagna di Trump, Paul Manafort, offrì al miliardario russo aggiornamenti “privati” sulla competizione per la conquista della Casa Bianca.
Stando a quanto scriveva il Washington Post già a settembre, Manafort – che in passato aveva avuto contatti di lavoro con Deripaska – propose la sua “consulenza” in un’email datata 7 luglio 2016 e inviata a un intermediario.
Non ci sono comunque conferme che l’oligarca russo abbia in effetti ricevuto l’offerta o che Manafort gli abbia poi fornito gli “aggiornamenti privati” promessi. Ma pare che Manafort abbia ricevuto denaro da Deripaska e non glielo abbia poi restituito.
Le informazioni che il miliardario girava al vice premier Prikhodko erano «per Putin, per il Cremlino, per i servizi segreti», denuncia Navalny senza però presentare prove a sostegno delle sue parole.
Il dissidente – escluso dalle presidenziali russe del prossimo mese – sottolinea in compenso la vicinanza di Prikhodko al leader del Cremlino. Il vice premier è un’eminenza grigia che svolge un ruolo di primaria importanza nella Russia di oggi ed è considerato un esperto di questioni internazionali.
Alla fine degli anni Novanta fu vice capo dell’amministrazione presidenziale russa assieme a Vladimir Putin, e poi consigliere di tutti i capi di Stato: Eltsin, Putin e Medvedev.
Insomma – secondo il blogger – sarebbe lui l’anello mancante della catena che avrebbe messo in contatto Trump direttamente col Cremlino. Accuse naturalmente tutte da dimostrare, come quelle di corruzione che Navalny avanza contro Prikhodko per la «battuta di pesca» assieme a Deripaska e, soprattutto, per la ricchezza accumulata in questi anni dal vice premier: una lussuosa villa fuori Mosca da 5,2 milioni di dollari e due appartamenti da 8,7 milioni di dollari.
L’oppositore sostiene di aver saputo della crociera di Deripaska e Prikhodko dagli scatti e dai video pubblicati su Instagram da una escort – tale Nastya Rybka – che viaggiava con i due pezzi da novanta e avrebbe avuto una storia con il ‘re dell’alluminio’.
La stessa ragazza, cambiando i nomi dei protagonisti, ha inoltre raccontato il viaggio in un libro. Il titolo? «Diario. Come sedurre un miliardario».
(da “La Stampa”)
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