NELL’INFERNO DELLA SOMALILAND, DOVE REGNANO POVERTA’ ASSOLUTA E SICCITA’
PIAZZA PULITA RACCONTA L’EMERGENZA UMANITARIA NEL PAESE… RICEVONO AIUTO SOLO DALLE ONG, QUELLE CHE IL GOVERNO ITALIANO CRIMINALIZZA
Somaliland, nord della Somalia. Il Paese che non esiste.
Dichiaratosi indipendente dalla Somalia nel 1991, ha un Governo, un Parlamento e un esercito, ma nessuno Stato del mondo l’ha mai riconosciuto.
Lo chiamavano la Svizzera del Corno d’Africa per via dei verdi pascoli. Terra di pastori, il bestiame era la sua ricchezza. Poi, cinque anni fa, è arrivata la più grande delle tragedie: la siccità . Una capra, oggi, costa il doppio di cinque anni fa: 68 dollari.
Una povertà e una miseria assolute, quelle del Somaliland, che la piaga dei cambiamenti climatici sta rendendo insostenibili.
Molti dei suoi abitanti, oggi, sono profughi nel proprio Paese e si sono ammassati alle porte delle città in cerca di acqua e di cibo.
Sono i campi degli IDPs: gli sfollati interni. Vivono in capanne di stracci, legno e lamiere.
L’acqua dal Governo, però, nei campi degli IDPs può non arrivare anche per diverse settimane consecutive – ci raccontano.
Quella poca che c’è, quando c’è, viene da dei pozzi salmastri. Impossibile berla. Eppure, molte mamme, non hanno altro da dare ai loro bambini: solo così possono dissetarli e cucinargli quel pugno di riso, che è l’unico pasto della giornata.
Ed è proprio quell’acqua torbida e maleodorante che spesso diventa un veleno per i bambini del Somaliland.
Gravemente malnutriti, infatti, muoiono di fame per malattie altrimenti curabili, come il morbillo e la diarrea, che la mancanza di un’alimentazione regolare aggrava fino a renderle fatali.
Sono loro le vittime della guerra del clima. Ed è difficile pensare, camminando in mezzo a questa miseria, che abbiano qualcosa di diverso da quelli della guerra delle bombe.
Nei vecchi villaggi dei pastori, a centinaia di chilometri di deserto dalla città , dove si consuma questa emergenza umanitaria lenta, corrosiva e inesorabile, molti di loro sopravvivono solo grazie all’arrivo delle cliniche mobili delle organizzazioni umanitarie.
A casa nostra non li vogliamo, e allo stesso tempo criminalizziamo gli unici che portano un aiuto effettivo “a casa loro”, ovvero le ONG.
ONG come Save The Children, tra i pochissimi avamposti sanitari nei villaggi sperduti lungo le piste del Somaliland desertificato, e unica possibilità di sopravvivenza per chi il proprio Paese non vorrebbe essere costretto a lasciarlo.
Corrado Formigli ha fatto un viaggio in questa terra e lo racconterà nella prima puntata di Piazzapulita (21.10, La7).
Va alle radici del fenomeno per spiegare perchè il flusso migratorio da quelle zone è particolarmente intenso, per raccontare le storie delle persone, per farle uscire dalla massa indistinta dei gruppi di migranti di cui si parla spesso in modo astratto.
Nel corso della puntata, poi, il percorso continuerà con il racconto dei volti e delle storie dei ragazzi della Diciotti in fuga attraverso il nostro Paese.
(da agenzie)
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