“NON SI PUO’ LOTTARE STANDO NEL PD”: INTERVISTA ALL’EX PARLAMENTARE ROBERTO DELLA SETA
L’EX PRESIDENTE DI LEGA AMBIENTE ACCUSA: “LA SINISTRA A TARANTO HA RINNEGATO SE STESSA, INTRATTENENDO RAPPORTI OPACHI CON I PADRONI DELL’ILVA”
“Il caso Ilva dimostra che non si può lottare per l’ambiente rimanendo nel Pd. O perlomeno, in questo Pd”. Roberto Della Seta, ex presidente di Legambiente, è stato senatore per i Democratici nella passata legislatura. Poi è rimasto fuori delle liste.
Si è sempre battuto contro la gestione dell’impianto, “guadagnandosi” una lettera di Emilio Riva a Bersani, in cui il patron dell’azienda si lamentava dell’opposizione di Della Seta al decreto salva Ilva del governo Berlusconi.
Ieri sull’Huffington Post lui e un altro ex parlamentare Pd, Francesco Ferrante, scrivevano della “sinistra che a Taranto ha rinnegato se stessa, intrattenendo per decenni rapporti opachi e talvolta decisamente illegittimi con i padroni dell’Ilva”
Della Seta, cosa ha provato appena ha saputo dell’arresto di Florido?
Non sono rimasto sorpreso. Auguro al presidente della Provincia di chiarire la sua posizione, ma visto il clima a Taranto, fatto di rapporti scivolosi tra politica e industria, non mi può stupire che la magistratura voglia fare luce
Quando parliamo di rapporti scivolosi…
Parliamo del fatto che per decenni la politica è stata compiacente, e talvolta complice, di una una situazione che fa semplicemente schifo, come quella dell’Ilva. E la sinistra, che ha governato spesso, ha grandissime responsabilità .
Perchè compiacente e complice?
La prima ragione, più nobile se vogliamo, è di carattere culturale. Molti dirigenti, per propria formazione, ritengono che l’industria non vada mai ‘disturbata’: ovvero, che lo sviluppo giustifichi danni per l’ambiente. Il secondo motivo è quella zona grigia dove si fa molto labile il confine tra politica e affari. E qui entrano in gioco i finanziamenti.
Ha notizie dirette su Taranto?
No: ma conosco bene l’influenza sui partiti di tutte le industrie, e non solo di quelle dell’acciaio.
Conosce Florido?
L’ho incrociato varie volte. Ma non posso dire di conoscerlo.
Il partito di Taranto gli ha esternato “solidarietà umana”.
Non capisco: la solidarietà la può manifestare un amico, non un partito, che deve fare considerazioni politiche.
Nella nota, il Pd locale “condanna tutti gli atteggiamenti di sudditanza verso l’Ilva e il suo padrone”.
Condivido. Certo, in questi anni il partito è stato un po’ troppo distratto…
Ma non salva proprio nessun esponente della sinistra pugliese sul tema Ilva?
Anni fa la Regione guidata da Vendola costrinse i Riva ad abbattere le emissioni di diossina, con un’apposita legge. Ma è poco.
Nel 2006 Riva finanziò la campagna elettorale di Bersani con 98mila euro. Il Fatto ha invitato l’ex segretario Pd a resistuirli. Lei che ne pensa?
Più che restituirli, io non li avrei proprio presi. All’epoca credo che Bersani fosse responsabile economico dei Ds: poco dopo sarebbe diventato ministro allo Sviluppo Economico. Non doveva accettare quel denaro: chi controlla (o potrebbe farlo) non deve avere rapporti con i controllati.
Chi combatte per l’ambiente paga dazio in politica? Lei non è stato ricandidato…
Non mi hanno mai impedito di fare nulla. Ma di fatto mi hanno espulso, ritenendomi un corpo estraneo. E avevano ragione: lo sono, rispetto a questo Pd.
Quindi, rimane fuori.
Per ora è il solo modo di combattere certe battaglie. Ma non escludo di tornare: anche perchè sull’ambiente gran parte degli iscritti la pensa come me.
Luca De Carolis
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