“NON SONO UN EROE, HO SOLO RESTITUITO UN PORTAFOGLIO”: INTERVISTA AD ABDUL
L’AMBULANTE CHE HA TROVATO UN PORTAFOGLIO E HA FATTO 40 KM PER RICONSEGNARLO AL PROPRIETARIO: “SOGNO UN LAVORO”
“Ho trovato a terra un portafogli e l’ho portato al suo proprietario, non capisco il motivo di tanto stupore: se una cosa non è tua devi restituirla”.
Dietro alla bancarella del mercatino di Lecce, il quarantenne marocchino Abdul scuote la testa e sorride.
Per l’ennesima volta racconta la storia del portafogli trovato a terra vicino alla villa comunale e restituito all’imprenditore salentino Carlo Merenda, dopo aver percorso 40 chilometri e setacciato la cittadina di Maglie palmo a palmo pur di trovarlo.
Abdul, immaginava tanto clamore?
“Non lo capisco ancora adesso, ho fatto ciò che dovrebbe fare chiunque. Mentre tornavo dal market e andavo verso la moschea, ho notato il portafogli a terra, l’ho aperto, ho visto che conteneva denaro, ho cercato la carta d’identità su cui era scritto l’indirizzo della persona che l’ha perso e ho deciso di restituirlo”.
Senza pensare, neppure per un attimo, di prendere i soldi e buttare il portafogli o di restituire solo i documenti?
“Perchè avrei dovuto? La nostra religione è chiara: Dio dice che quando trovi qualcosa se sai di chi è devi restituirla, se non è di nessuno può diventare tua. Ho letto che l’uomo abitava a Maglie e sono andato a cercarlo, ho chiesto a qualche persona e poi sono arrivato al suo negozio, dove ho consegnato tutto a un commesso, che poi mi ha fatto parlare per telefono con il proprietario”.
Che l’ha ricompensata per il suo gesto. Ci sperava?
“Io non sapevo neanche chi fosse quell’uomo. Lui mi ha ringraziato tanto per telefono quando ha saputo che avevo trovato il portafogli e non avevo preso nulla, poi ha voluto incontrarmi e mi ha dato del denaro per la benzina che avevo consumato. Ha anche detto che mi aiuterà a trovare lavoro in una delle sue aziende, come operaio o magazziniere. Io so fare tante cose e la fatica non mi spaventa, se mi darà fiducia non lo deluderò”.
Perchè si è trasferito proprio in Salento?
“Mio padre viveva qui e dieci anni fa, mi trovò un posto in una masseria-albergo, facevo il giardiniere, l’uomo delle pulizie, il tuttofare. Sono arrivato dopo un viaggio di tre giorni in autobus. Poi ho fatto il cameriere per quattro anni, ma l’anno scorso ho lasciato il posto per tornare in Marocco da mia madre, perchè lei abita sola ed è malata e avrei voluto restare lì. Dopo pochi mesi però ho capito che in Italia avrei avuto qualche possibilità in più e sono tornato”.
Ma un posto fisso non lo ha ancora trovato. Come sopravvive in Italia?
“Quando lavoravo ho messo qualcosa da parte, con la vendita delle borsette riesco a guadagnare 25-50 euro al giorno, ogni tanto mi aiuta mia sorella, che vive anche lei a Lecce e fa la badante, intanto continuo a cercare lavoro, sono pronto a fare qualunque cosa. Chi mi conosce dice che e ho un cervello che impara in fretta…. Certo non starò senza far nulla, perchè i 300 euro di affitto devo pagarli e l’ambulante non voglio farlo a vita: si guadagna poco, è un lavoro irregolare, spesso i vigili ci mandano via, sabato mi hanno persino fatto una multa”.
Spesso voi migranti siete accusati di non voler far nulla, c’è diffidenza, qualcuno esagera e vi definisce tutti criminali. Un gesto come il suo farà ricredere in molti…
“Guardi, non voglio essere considerato un eroe, non è proprio il caso. E poi io qui sto benissimo. Lecce è una città ospitale, non ho mai avuto problemi o percepito intolleranza. Anche negli ultimi anni, in cui si guarda ai musulmani con maggiore sospetto a causa del terrorismo, qui non è cambiato nulla e spero che non accada perchè l’Islam vero non ha nulla a che fare con il terrorismo. Quelli sono dei pazzi, che non rispettano la nostra religione e stanno danneggiando tutte le persone normali come me che in Italia vogliono vivere in pace e onestamente”.
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply