OBBLIGO VACCINALE, IL GOVERNO PER ORA DICE NO MENTRE NEGLI USA SI PARTE
L’OPPOSIZIONE ALLA MISURA DEI SOVRANISTI CHE VOGLIONO AVERE SULLA COSCIENZA ALTRI MORTI
Costituzionalmente fondata , ma politicamente dirompente e divisiva, l’introduzione dell’obbligo vaccinale tout court non è al momento all’ordine del giorno del Governo. Neppure “mitigata” per fasce di età o settori economici particolarmente esposti al pubblico.
Il punto di equilibrio – individuato e ribadito tra Palazzo Chigi e il Ministero della Salute – resta il percorso del green pass attraverso un uso “intelligente ed estensivo” – “massimo” lo ha definito il segretario dem Letta – in modo da convincere chi ancora ha dubbi ad aderire alla campagna vaccinale, del cui andamento sia Draghi che Speranza sono soddisfatti. Dopo la flessione agostana si confida di accelerare nuovamente, colmando il gap specie nelle Regioni più in ritardo.
Mentre il Pd si attesta sulla linea del segretario Letta, per un uso “esteso e ben disciplinato” del green pass, al suo interno ci sono voci dissonanti di peso: gli ex ministri Boccia e De Micheli si schierano apertamente per l’obbligo vaccinale.
Salvini invece lancia un altolà: “Nessuno si permetta di ipotizzare un obbligo generale, men che mai per i bambini”.
Forza Italia, con la capogruppo al Senato Bernini, si colloca nella metà campo opposta: “All’appello delle vaccinazioni mancano solo gli irresponsabili, per evitare un autunno difficile l’obbligo va imposto non solo per i dipendenti pubblici ma erga omnes”.
Fonti governative sottolineano che l’imposizione non esiste in nessun Paese e che gli stessi benefici in termini di salute pubblica si possono ottenere senza quei costi politici e di consenso che una misura così draconiana costerebbe.
Gli Usa tuttavia, dove la Fda oggi ha dato il via libera definitivo al vaccino Pfizer-Biontech – finora approvato, come tutti gli anti-Covid, in via emergenziale – cominciano a muoversi.
Il Pentagono annuncia come imminente l’obbligatorietà per i militari, così come avverrà nelle scuole pubbliche di New York.
Il microbiologo Andrea Crisanti mette l’accento sui possibili effetti di questa approvazione in termini di salute pubblica, anche in Italia: “Sono finiti gli alibi per chi non si voleva vaccinare, il vaccino è sicuro. E giuridicamente la decisione apre le porte a provvedimenti di legge che possono indurre all’obbligo”.
È chiaro che la strategia scelta dall’esecutivo di un approccio “graduale e proporzionale” sarà sottoposta a check periodici sulla base della curva dei contagi e dei risultati della campagna. Laddove la curva dei contagi o il numero dei ricoveri e dell’occupazione delle terapie intensive dovesse peggiorare drasticamente, quell’obbligo fuori dall’orizzonte di settembre potrebbe materializzarsi.
Ma per adesso finisce dopo pochi metri la fuga in avanti del sottosegretario alla Salute Sileri che in un’intervista alla Stampa aveva ipotizzato l’imposizione nel contesto della variante Delta: “È l’ultima chiamata per le vaccinazioni, se entro il 15 settembre non avremo superato la soglia dell’80% di immunizzati dovremo valutare la possibilità di una forma di obbligo… Andrei a proteggere chi ha più di 40 anni”.
Parole contestualizzate dallo stesso Sileri poche ore dopo: “Non credo che servirà l’obbligo con il trend che abbiamo. La vaccinazione va molto bene e arriveremo all′80% auspicato”. E ancora: “Lasciamo aperta per alcune categorie, per alcune fasce d’età la possibilità di una forma di spinta alla vaccinazione”.
A chiarire a HuffPost la linea governativa è Andrea Costa, anche lui sottosegretario alla Salute: “Che senso avrebbe parlare di obbligo oggi quando i cittadini stanno dimostrando grande senso di responsabilità e la campagna vaccinale ha raggiunto numeri importanti? L’obiettivo dell’80% di immunizzati entro fine settembre è perfettamente raggiungibile e bisogna continuare su questa strada dando fiducia agli italiani”. L’obbligo vaccinale resta sullo sfondo come extrema ratio: “Non sono contrario, ma è l’ultima ipotesi da prendere in considerazione. Settembre sarà decisivo”. Costa, invece, estenderebbe subito l’uso del green pass a tribunali e altri uffici pubblici, al trasporto pubblico e nel settore privato ai dipendenti dei supermarket. Di certo Sileri interpreta una corrente di pensiero – quella del “fare di più e farlo in fretta” – che esiste. Ed emerge via via che ci si avvicina alla ripresa di settembre con la riapertura di uffici, scuole, attività parlamentare.
L’obbligo vaccinale lo chiedono dall’inizio dell’estate i presidi negli istituti scolastici. Il presidente dell’Anp Giannelli lo ribadisce: “Gli operatori scolastici andrebbero tutti vaccinati. Ero stato più morbido in passato ma ora credo che serva l’obbligo per questa categoria. 170mila non ancora vaccinati sono troppi”. Tesi rilanciata dall’azzurra Licia Ronzulli, prima firmataria di un disegno di legge depositato al Senato che va in questa direzione. Anche il governatore toscano Giani parla dell’obbligo vaccinale come un’evoluzione “naturale rispetto alle esigenze della comunità”.
Intanto l’America si muove e, in attesa che anche l’Ema dia il suo via libera definitivo, come spesso capita le scelte d’oltre oceano potrebbero avere un impatto anche in Europa.
(da Huffingtonpost)
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