OGGI I NOMI CINQUESTELLE DA FARE AL QUIRINALE: “MA CHI LI HA SCELTI?”
AVREBBERO DOVUTO SCATURIRE DALL’ ASSEMBLEA DEI PARLAMENTARI, NON DALLE SEGRETE STANZE “GRILLO-CASALEGGIO”
“Nomi? Ma quali nomi! noi non abbiamo votato niente!”.
Da Nord a Sud, deputati e senatori si domandano che cosa stia succedendo.
Oggi alle 16 i Cinque Stelle sono riconvocati al Quirinale, secondo giro di consultazioni, e a Napolitano porteranno la loro rosa di nomi per la guida di palazzo Chigi.
Dovrebbero essere i soliti noti: Gustavo Zagrebelsky, Salvatore Settis, forse Stefano Rodotà . Ma la lista è top secret.
Talmente tanto, che nemmeno gli eletti la conoscono. È qui che si scatena la caccia grossa: come è possibile che il Movimento che si riunisce su tutto, non abbia discusso in maniera ufficiale della formazione da proporre al Colle?
Qualcuno potrebbe dire che è mancato il tempo, che solo ieri Napolitano li ha richiamati al Quirinale.
Eppure non era un’ipotesi difficile da immaginare.
Nel frattempo, però, sono tutti partiti, perfino Vito Crimi ha dovuto annullare il biglietto per casa che aveva già in tasca.
“Possiamo essere convocati e incontrarci in qualsiasi momento — dice Roberto Fico, deputato napoletano — Molti di noi restano a Roma e gli altri ci mettono poco a tornare”.
Ma è evidente che non è così.
La lista esiste già ? è la domanda dei cronisti a Fico: “No comment”, ripete due volte, quando gli fanno notare che in gergo il silenzio equivale a un sì.
Per la prima volta, i parlamentari Cinque Stelle si sentono tagliati fuori.
E la sensazione che un gruppo ristretto stia portando avanti la partita grossa, non è piacevole da digerire.
“Non è il nostro metodo”, dice un senatore. “Sarebbe gravissimo”, aggiunge un altro.
Oggi, comunque, a gestire la patata bollente dovrebbe arrivare Beppe Grillo in persona. Qualcuno sostiene sia arrivato a Roma già ieri sera, ma le notizie sulla partenza da Marina di Bibbona (dove il leader era arrivato due giorni fa) sono confuse e depistate: dalla villa sul mare è uscito incappucciato il custode, tre macchine hanno varcato il cancello e se su una ci fosse Beppe, non si sa.
Di certo, c’è solo una telefonata.
È quella con cui i senatori, martedì, l’hanno raggiunto dopo le consultazioni con Bersani.
La racconta Paola Nugnes su Facebook: “Credo sia giusto che le vostre cose le discutiate tra voi”, avrebbe detto Grillo stando al racconto della senatrice. Chi c’era, però, ricorda che il leader ha aggiunto altre parole: “Tenete duro, restate compatti, nessuna fiducia a Gargamella, vi vogliono fottere”.
Di telefonate, ieri, ce ne sono state molte.
Una, piuttosto lunga tra Claudio Messora e Gianroberto Casaleggio.
Ufficialmente, hanno continuato a discutere della piattaforma che deve servire alla comunicazione tra gli eletti (due giorni fa, 4 deputati sono andati a Milano per incontrarlo), segno che il filo diretto con il guru non si è mai interrotto .
La settimana prossima — tra sabato o domenica, in Toscana o in Abruzzo — si terrà il “summit” a un mese dalle elezioni: gli eletti incontreranno i fondatori del Movimento per fare il punto su questi primi burrascosi trenta giorni di legislatura.
Si parlerà anche dei dissidi interni, caso Lombardi compreso.
Ieri, la capogruppo che ha creato malumori per la sua gestione troppo autoritaria dei deputati, si è presentata in assemblea piuttosto abbattuta: “Mi sono svegliata malissimo. Le cose che ho letto mi hanno dato molto fastidio. Parlate chiaro, se volete che mi dimetta ditelo”.
Sulla faccenda, per il momento, pare si sia steso un velo.
Ma ogni giorno ce n’è una.
Ieri è toccato alla romagnola Giulia Sarti — che già nei giorni scorsi, insieme a una ventina di colleghi aveva proposto di votare i nomi da proporre al Colle — polemizzare con la nomina del bolognese ‘Nik il nero’, alias Nicola Virzì, ultimo ingresso nello staff della comunicazione.
Tutto è rimasto nel chiuso delle stanze: come spiega la deputata Federica Daga la web cam “l’abbiamo dimenticata”.
Che aggiunge: “Devo portarmela pure in bagno? Se non facciamo lo streaming scrivete che manchiamo di trasparenza, ma siete fuori?”.
Di video, ieri se n’è fatto uno: sottofondo di Lucio Battisti, i Cinque Stelle cantano : “Siamo pronti, Presidente, siamo pronti per governare. Perchè no? Ci metta alla prova, signor Presidente. Non chiuda la porta, noi siamo pronti”.
Grillo, almeno fino a oggi alle 16, pensa ad un’altra soluzione: “Non è necessario un governo per una nuova legge elettorale o per avviare misure urgenti per le pmi o per i tagli delle Province”.
Il Parlamento è sovrano, dice, “si può fare”.
Paolo Zanca
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