PARLA L’UOMO LEGATO ALL’ALBERO CON LO SCOTCH: “QUESTI SCHERZI MI HANNO ROVINATO”
ANDRIA, INDENTIFICATI I BULLI CHE PERSEGUITAVANO LA VITTIMA: SONO L’EMBLEMA DELLA FECCIA CHE CIRCOLA IN ITALIA
Sulla giacca color cuoio c’è una scritta con la bomboletta spray. Uno scarabocchio azzurro, forse una parola non finita.
“Fino a ieri non c’era”, giura Nunzia. Dietro al bancone del bar, serve birra e sorrisi a Luca. “Lui è buono, ma i ragazzi ne approfittano — ripete — Vedi, è un continuo: che motivo c’è di scrivere sul giubbotto?”.
Di essere finito sui giornali nazionali e nei tg di prima serata, Luca l’ha scoperto solo quando il clamore mediatico ha lasciato posto al brusio del paese.
«Ho visto le foto sul giornale, mentre prendevo il caffè», piange Luca con la testa tra le mani.
E’ pomeriggio, l’imbarazzo e il dolore sono finiti (ancora una volta) sul fondo di qualche bottiglia.
«Non è giusto, non si fa così: i video, i telefonini, non lo sapevo. Ridevamo, raccontavo le barzellette, ma le foto mi rovinano».
Non uno scatto isolato, ma una sfilza di sequenze, rimbalzate da mesi sui social network. Nel silenzio, e tra le risate generali.
E una pagina Facebook dedicata: “Lui coi capelli colorati, con i guantoni da boxe, legato con lo scotch alla sedia o all’albero — confessano i ragazzini in piazza — una volta hanno fatto un video dove fingeva di essere un combattente dell’Isis, in cambio di 2 euro”.
La foto dell’albero, però, ha suscitato l’indignazione di tanti e costretto la polizia a intervenire.
Un fascicolo di inchiesta è stato aperto dalla Procura di Trani sugli episodi ai danni del 55enne di Andria.
Con gli agenti del commissariato della cittadina del nord barese, Luca ha parlato a lungo: ha confermato i fatti e firmato una dettagliata denuncia.
L’esposto è diventato così un fascicolo, affidato al pm Alessandro Pesce.
L’ultimo episodio, proprio una settimana fa, sarà quello che consentirà alla polizia di identificare coloro che, anche in quel caso, lo avevano legato all’albero.
Un gruppetto di ragazzini, poco più che ventenni, quattro al massimo, che lo avrebbero convinto a farsi fotografare dietro la promessa di una birra.
Dall’individuazione di questi ultimi, gli investigatori procederanno poi a ritroso, per arrivare agli altri giovani, che a luglio scorso hanno postato le prime foto su Facebook, in gruppi chiusi. Indaga anche la polizia postale, che passa al setaccio i social network e ha già individuato alcuni profili personali. “
Una volta accertate le responsabilità , mi aspetto che il comune si costituisca parte civile nel processo”, chiede il deputato grillino Giuseppe D’Ambrosio, andriese.
Nel bar vicino a casa, Luca incontra i soliti clienti.
«Che hai combinato?», sorride Nicolas. Più volte l’ha salvato dagli ‘scherzi’ dei coetanei. Lui sorride, piange, e poi ride di nuovo.
Gli occhi persi e smarriti; un attimo, e lo sguardo si fa profondissimo e consapevole.
Il sindaco Nicola Giorgino ricostruisce le vicende familiari: il lavoro in banca, la disoccupazione, la separazione e l’allontanamento anche dai figli. “Ha provato due volte a inserirsi in un percorso di recupero al Sert, ma ha sempre rifiutato i ricoveri o l’ingresso in comunità ”.
Silvia Dipinto
(da “La Repubblica”)
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