PASSI FALSI, BUGIE E MINORENNI: BERLUSCONI VERSO IL RUBY-TER
“TESTI MANIPOLATI”: ECCO PERCHE’ IL TRIBUNALE HA TRASMESSO GLI ATTI AI PM
Le indagini sulla possibile manipolazione dei testimoni per «truccarne» le versioni, e cercare l’assoluzione per Silvio Berlusconi, sono state in larga parte già eseguite.
E anche in pubblico: non ci sono misteri.
Sono quelle organizzate, udienza dopo udienza, dai giudici della quarta e della quinta sezione penale.
Cioè dai collegi che il 24 giugno e l’altro ieri hanno condannato Berlusconi, Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti, e mandato alla procura le deposizioni di decine di ragazze.
Le quali hanno ammesso, sotto interrogatorio, quello che la procura già sapeva: da tempo sono regolarmente retribuite da Berlusconi, con benefit vari e stipendi tra i 2 e i 3 mila euro.
PALERMO-MILANO
Con la riforma del codice di procedura penale, il testimone è diventato un architrave del processo.
Chi attenta al testimone, attenta al processo.
Ed è questo il significato profondo del nascente Ruby-ter, imperniato sulla possibile corruzione giudiziaria da parte di Silvio Berlusconi.
Recentemente è successo a Palermo: i testimoni d’accusa del processo contro il generale dei carabinieri Mario Mori, assolto dall’accusa di non aver voluto arrestare un capomafia, vedono i loro atti tornare davanti alla procura, forse come calunniatori. E allo stesso modo è andata qui a Milano, nei due processi intestati a Karima El Mahroug, minorenne marocchina, scappata da varie comunità , che assieme ad altre «disperate delle favelas» (per citare Nicole Minetti) frequentava le notti dell’ex presidente del consiglio.
LE SERATE DI ARCORE
Come andavano queste notti? Le ospiti di Arcore, dice Berlusconi, «organizzavano, nel teatro della residenza, degli spettacoli che non avevano alcunchè di volgare e scandaloso. Posso escludere con assoluta tranquillità che si siano mai svolte scene di natura sessuale ».
È quanto afferma — commettendo una serie di errori macroscopici (e non potrà rimangiarsi la parola detta in aula) — il 19 ottobre 2012, durante il suo processo.
Questa versione berlusconiana, confermata dal blocco delle testimoni pagate, viene smentita pesantemente da numerose intercettazioni telefoniche.
Poi da sette testimoni in aula, cinque delle quali — Ambra, Chiara, Imane, Maria, Natasha — sono ritenute credibili e hanno visto con i loro occhi scene porno.
E una delle tante conferme sul sesso ad Arcore arriva grazie alla parlamentare Daniela Santanchè. Parla con l’amico Flavio Briatore, intercettato per una frode fiscale. Alle 14.53 del 3 aprile 2011, Briatore confida: «Sai chi è venuto a trovarmi a Montecarlo? Lele Mora. Mi ha detto: “Tutto continua come se nulla fosse”». Santanchè: «Roba da pazzi!». Briatore: «Non più lì (ad Arcore), ma nell’altra villa (…) Tutto come prima, non è cambiato un cazzo », perchè Berlusconi «è malato, Dani! Il suo piacere è vedere queste qui, stanche, che vanno via da lui. Dopo “due botte” cominciano a dire che sono stanche, che le ha rovinate».
I SOLDI PER RUBY
Il Berlusconi negazionista, e già smentito, ha regalato molti soldi a Ruby.
A che pro? Spiega sempre lui ai giudici: «Per consentirle una vita decorosa (…) feci proprio il contrario di quello di cui vengo paradossalmente accusato».
Tace Berlusconi in aula sul fatto di aver incontrato Ruby ad Arcore in quattordici date. Anche da sola un intero week end.
Se c’era il «puttanaio» (parola di una teste), come non pensare che Ruby ci stesse in mezzo? Anche lei è stata ritenuta un falso teste e, dopo il suo interrogatorio in aula, come dubitarne?
DOPO IL 27 MAGGIO MI DISINTERESSAI DI RUBY
Berlusconi ha compiuto il più clamoroso passo falso, quello che porta al Ruby-ter, ancora su Ruby. Ha raccontato che, dopo la sua telefonata in questura per liberarla,«io non feci null’altro».
Anzi, «ritenni di non dovermi più interessare di lei».
Ma la realtà lo smentisce di nuovo: il 6 ottobre 2010 Ruby parte da Genova insieme con il futuro compagno Luca Risso per essere sottoposta a un interrogatorio. In cui «c’è un emissario di Lui» (Berlusconi).
E c’è Luca Giuliante, politico pdl e avvocato.
Il quale s’informa su che cosa Ruby abbia detto ai giudici. Poco dopo, cominciano le «indagini difensive» da parte del tandem Ghedini-Longo.
LA RIUNIONE DEL 15 GENNAIO
Davvero Berlusconi si è disinteressato? Andiamo al 15 gennaio 2011.
Alcune ospiti di Arcore hanno appena subito una perquisizione, gli sono stati trovati soldi e gioielli avuti da Berlusconi, e vengono intercettate.
Parlano di dover andare ad Arcore, dove c’è lui «con gli avvocati».
Poco dopo le giovani ospiti e — attenzione — future testi della difesa cominceranno a ricevere dei soldi.
Berlusconi, davanti ai giudici, sostiene di aiutare ragazze che «hanno difficoltà a trovarsi un fidanzato, un lavoro, una casa in affitto» e sono vittime di un «processo, che si è trasformato in una mostruosa operazione di diffamazione».
Per i giudici è il contrario: per questo chiedono al procuratore capo Bruti Liberati di indagare di più, e di nuovo.
Piero Colaprico
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply