PENSANO DI ESSERE GENERALI DI UNA GUERRA CROCIATA
SEPARARE LE FAMIGLIE A BORDO DELLA HUMANITY 1 E’ DAVVERO IL COLMO PER UN GOVERNO TUTTO “FAMIGLIA E CRISTIANITA'”
Umano, troppo umano che navi strapiene di migranti arrivino alle nostre coste. Umano, inevitabile se è vero ciò che il sociologo Franco Ferrarotti prevedeva molti anni fa, poiché -diceva- che gli uomini e le donne delle periferie del mondo si erano messi in cammino verso il centro di esso, l’Occidente, e non si sarebbero più fermati.
L’Occidente, proprio quell’Occidente che per secoli aveva spadroneggiato, colonizzato, creato imperi su quelle terre e ora usa la stessa violenza con gesti uguali, in tempo e luogo diversi.
Questa realtà cruda e tragica non è frutto di pensieri astratti, elucubrazione di intellettuali, ma è la storia di ieri e di oggi, la storia delle migrazioni dalle periferie del mondo, di un continente, anche di un singolo Stato, come il fenomeno dei primi del XX secolo ci ha mostrato: gli italiani a decine di migliaia che andavano in America sognando di togliersi di dosso i loro stracci, la fame, la certezza di un futuro gramo e poi, anni dopo, sempre gli italiani che partivano per il Belgio, verso le miniere di carbone da cui mai avrebbero visto il cielo ma sognato il nostro, azzurro e immenso, dove tornare.
Gli italiani e gli spagnoli e i greci e i turchi ancora che partivano fra gli anni ’50 e gli anni ’70 del’ 900 verso la Germania ovest che, per la penuria di lavoratori per lavori poco qualificati, assunse per un periodo questa manodopera, i gastarbeiter, cioè lavoratori ospiti, come loro chiamavano questi migranti che finita la necessità venivano sbattuti fuori dal paese come ormai indesiderabili.
Questa realtà di oggi è ancora più tragica per varie ragioni: le frotte di migranti che arrivano alle nostre coste, fuggono da condizioni di povertà estrema, da dittature feroci, da guerre sanguinose, non hanno quasi mai riferimenti nel paese di approdo, sognano solo di fuggire e di poter ricominciare da qualche parte.
Ora in questi giorni la Humanity 1 è arrivata al largo di Catania con 155 persone a bordo di cui molte donne e minori anche senza genitori e a essi per giorni è stato impedito di sbarcare per volontà del governo. Ieri notte con un provvedimento pilatesco il governo ha deciso che potessero sbarcare solo i fragili, minori e donne, come si fa con una merce che viene scelta, selezionata e quindi accettata, insomma un carico da snellire.
Invece si tratta di persone che respirano, pensano, sentono e già il separare famiglie è davvero il colmo per un governo che ha come suo motto principe la triade famiglia, patria, cristianità, triade non onorata in nessuno dei suoi termini così intensamente legati nella sua propaganda, perché anche la patria è l’amore per la propria terra in tutte le sue articolazioni, non il rigetto e la violenza verso lo straniero.
Poiché qualunque patria se non tende a includere, rinnovare costumi, tradizioni, e immettere linfa nuova finirà per morire assiderata come fissata per sempre in un calco che invecchia e si isterilisce. E altre navi sono ora arrivate nel porto di Catania come la Geo Barents, nave di soccorso di Medici senza frontiere con ben 572 naufraghi a bordo, di cui 60 minori. E altre ne arriveranno.
L’unico appiglio di cui esse dispongono è il diritto internazionale e la Convenzione di Ginevra; in base a essa “L’Italia è obbligata a lasciare che tutti i sopravvissuti scendano a terra immediatamente”, come ha dichiarato all’Adnkronos Mirka Schäfer, dell’ufficio legale di Sos Humanity. Ma il governo tiene duro ribadendo che permane il divieto allo sbarco; e ben tre ministri si premurano di costruire un muro ben saldo: il ministro degli Esteri Tajani promette di chiedere all’Europa di farsi carico con strategia comune del problema degli sbarchi; Matteo Salvini, ministro alle Infrastrutture e il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi continuano a tuonare inflessibilità sulle navi di ong con migranti a bordo al largo delle coste italiane affermando che “Le persone che hanno i requisiti possono sbarcare, gli altri devono tornare fuori dalle acque territoriali e se ne deve fare carico lo Stato di bandiera”. Sembrano i generali di una guerra crociata, implacabili verso il nemico da battere, con l’urlo di battaglia e il sangue negli occhi. E l’Europa in cento riunioni non riesce a porsi come vero soggetto sovraordinato capace di scelte politiche unitarie ed efficaci su un problema così urgente.
In questo nostro mare Mediterraneo ci sono uomini alla deriva, per i quali sembra non ci siano diritti da riconoscere e difendere, volti, storie, sentimenti, ragioni, tutto spazzato via a colpi di decreti o provvedimenti fatti di furia.
E qui fuori dal mare, a riva, in case, palazzi, città, strade, vi sono altri uomini, tanti, alla deriva ugualmente, che hanno smarrito ragione e fede, i bastardi di una civiltà che inneggiava alla ragione e si ritrova invece, come Tzvetan Todorov ha affermato, con le vesti, i gesti, le parole dei barbari poiché la filosofia dei lumi ha deviato ed essi, noi, siamo “i nuovi barbari”.
(da Huffingtonpost)
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