PENSIONI, TERZA VERSIONE: SI PASSA DA UN COSTO DI 14 MILIARDI A SOLO 3 MILIARDI E NON PRIMA DI 64 ANNI CON ALTRI PALETTI
ALTRO CHE CANCELLAZIONE DELLA FORNERO CHE AVREBBE RIGUARDATO 750.000 LAVORATORI, ORA SIAMO PASSATI A 200.000
Nel contratto del governo del cambiamento tra Lega e MoVimento 5 Stelle la proposta di quota 100 serviva a garantire il superamento della Legge Fornero con un nuovo meccanismo per il pensionamento: bastava avere 62 anni e 38 di contributi (la somma di età e contribuzione faceva appunto 100) per andare in pensione.
Una proposta dal costo-monstre di 14 miliardi di euro per 750mila aventi diritto.
Una proposta che però sembra incompatibile con il nuovo corso della Lega, che improvvisamente ha cominciato a dire che bisogna rispettare i vincoli europei.
E infatti, già prima che Salvini venisse fulminato sulla via di Bruxelles, erano già spuntate una serie di proposte di modifica per alleggerire l’impianto complessivo di quota 100 e i suoi costi: la prima era il limite di età a 64 anni e 41 anni di contributi, che avrebbe portato a restringere la platea a 600mila persone e 11,5 miliardi di spesa complessiva.
Una seconda ipotesi invece prevede lo stesso limite ma con soglia di contributi a 43 anni e 5 mesi, proposta che dimezzava i costi e la platea.
Ora se ne affianca una terza che è l’unica parzialmente compatibile con una manovra complessiva di 10-12 miliardi (senza Iva): quella che introduce almeno altri due paletti. I contributi per calcolare quota 100 non possono tenere conto di più di 2 anni di versamenti figurativi (malattia, disoccupazione, ecc.) e inoltre chi va in pensione in anticipo deve sottostare al penalizzante ricalcolo della pensione con il metodo contributivo.
Qui i costi sarebbero di 3 miliardi (con 220 mila uscite), a meno che non si arrivi – come pure è stato ipotizzato – a sopprimere anche i finanziamenti per l’Ape sociale che di fatto consente alle categorie disagiate di lasciare il lavoro a quota 93.
In questo caso il cerchio si chiuderebbe: paradossalmente l’accesso alla pensione verrebbe reso ancora più difficile nel 2019 per almeno i 50 mila lavoratori che potrebbero beneficiarne.
(da “NextQuotidiano”)
Leave a Reply