PER ORA BASTA LA MASCHERINA OBBLIGATORIA ALL’APERTO, NIENTE COPRIFUOCO PER BAR E RISTORANTI
PER TOTI E’ TROPPO, PER DE LUCA TROPPO POCO… LA STRATEGIA DEI PICCOLI PASSI DAVANTI A UN PAESE IN ANSIA
Domani Roberto Speranza si presenterà davanti alle Camere per illustrare il testo del nuovo dpcm.
Due le novità fondamentali: la proroga dello stato d’emergenza fino al 31 gennaio dell’anno prossimo e l’obbligo di indossare le mascherine anche all’aperto, con un conseguente inasprimento delle pene che tuttavia dovrebbe essere inferiore ai 3mila euro ventilata nelle ultime ore.
Secondo quanto riferiscono fonti di governo a Huffpost, non ci sarà lo stop per bar e ristoranti alle 23. Una misura che è stata soppesata nelle ultime ore, per poi essere accantonata: “Dobbiamo far rispettare le prescrizioni, sensibilizzando e controllando – spiega un membro dell’esecutivo che sta limando il testo – Ma l’attuale livello di contagi ancora non ci ha portato al punto di misure così drastiche, non capiamo da dove sia uscita questa storia”.
Lo stupore è di molti fra quelli che hanno per le mani il dossier. C’è una differenza sostanziale tra i contagi di oggi e quelli, pur simili, di qualche mese fa: l’esecutivo allora si muoveva in territorio inesplorato, oggi si è più preparati ad un eventuale sviluppo dell’epidemia.
E per di più i presidi sanitari sul territorio sono stati implementati in modo tale da elevare il punto di saturazione in caso la curva epidemica salisse ulteriormente. Proprio per questo Giuseppe Conte non ha nessuna intenzione di drammatizzare la situazione. Una politica di piccoli passi, di accompagnamento dei nuovi contagi a misure misurate e calibrate, stando attenti, soprattutto, a non assumere provvedimenti che potrebbero infliggere altri duri colpi a un settore produttivo già in difficoltà .
Non è un caso che anche dall’entourage di Roberto Speranza, a capo di quel ministero, la Salute, che nei in passato è stato tra i più prudenti e maggiormente ha spinto per misure restrittive, filtrino toni estremamente pacati e tutt’altro che allarmistici.
Così la misura del coprifuoco per bar e ristoranti è stata valutata e scartata, tenuta nel cassetto per essere rispolverata se i contagi dovessero sensibilmente salire e un residuo di discussione rimane solamente su un ipotetico tetto di persone consentite per eventi e feste private (matrimoni, battesimi, compleanni).
Dopo un passaggio informale nel Consiglio dei ministri e il passaggio di Speranza in Parlamento, il dpcm tornerà in Cdm, probabilmente mercoledì, per la sua approvazione finale.
La scelta di mandare il ministro della Salute e non Giuseppe Conte a riferire a Montecitorio e Palazzo Madama viene spiegata come un modo per cercare di tenersi alla larga dalle polemiche che puntualmente seguono l’arrivo del premier in Aula: “E’ un momento delicato – spiegano – ci giochiamo il futuro prossimo del paese, sarebbe un assist per gli show che Lega e Fratelli d’Italia puntualmente mettono in piedi”. Un’equazione che probabilmente non tiene conto delle critiche che potrebbero piovere su Palazzo Chigi per non aver messo la faccia sull’estensione dello stato di emergenza e un inasprimento delle misure.
D’altra parte il governo si trova già ad affrontare i primi smottamenti sul fronte delle Regioni, che hanno iniziato a smarcarsi da prima che le nuove disposizioni entrino in vigore.
Vincenzo De Luca ha firmato proprio in queste ore un’ordinanza che dispone fino al 20 ottobre la chiusura obbligatoria alle 23 per bar, gelaterie, pasticcerie dalla domenica al giovedì (a mezzanotte il venerdì e il sabato, mentre ristoranti e pub potranno far accedere la clientela solo fino alle undici di sera anche nei weekend.
Dall’altra parte dello spettro c’è Giovanni Toti, che ha duramente criticato l’obbligo di mascherina all’aperto: “Sarebbe un passo indietro, perchè bisogna intervenire a seconda delle necessità dei territori”.
Più morbido ma sulla stessa linea anche Nicola Zingaretti, che oltre a essere presidente del Lazio, da segretario del Pd è anche azionista dell’esecutivo: “Mi auguro che non si prendano nuovi provvedimenti restrittivi ma questo dipende molto dai comportamenti collettivi e individuali”.
Nel frattempo è stato riattivato il Comitato operativo della Protezione civile in funzione nei mesi del lockdown. Alla prima riunione, avvenuta stamane, hanno partecipato Angelo Borrelli e Domenico Arcuri, oltre i rappresentanti delle Regioni, e non sono emerse particolari criticità .
Tra lo scontro tra governo e Regioni, il Parlamento che rischia di lavorare a singhiozzo per i contagi, le polemiche preventive sulle nuove strette, si torna a respirare un clima che sembrava essere superato da qualche mese.
Un sondaggio della Doxa stima che solo il 54% degli italiani accetterebbe il vaccino per il Covid-19. All’alba della seconda ondata sembra essere tornati al punto di partenza.
(da “Huffingtonpost”)
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