POLEMICHE ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA PER LA FOTO DELLA MELONI DURANTE LA PRESENTAZIONE DI “MARCIA SU ROMA”
IL REGISTA IRLANDESE MARK COUSINS HA MOSTRATO NEL SUO DOCUMENTARIO ANCHE QUELLE DI PUTIN E BOLSONARO: UN ARTISTA E’ LIBERO DI FARE QUELLO CHE CAZZO GLI PARE, NESSUNO E’ OBBLIGATO A GUARDARLO
Polemica per l’immagine di Giorgia Meloni associata al fascismo al Festival di Venezia. La vicenda è riportata dal Corriere della Sera, Repubblica e altre testate: sul finale della proiezione del documentario del regista irlandese Mark Cousins, dal titolo Marcia su Roma, il regista ha deciso di mostrare un’immagine della presidente di Fratelli d’Italia insieme a quelle di politici come Vladimir Putin e Jair Bolsonaro, nell’ambito di una riflessione sul rischio del ritorno del fascismo.
Nello spiegarne il motivo, Cousins ha detto (secondo quanto riportato da Vanity Fair): «Sono straniero e non voto qui, ma il modo in cui Meloni ha parlato a Vox in Spagna, dicendo “no Lgbt, sì all’universalità della Croce”, è simile a quello delle crociate dell’XI secolo. E’ pericoloso perché mette in difficoltà la sicurezza delle minoranze».
Il documentario racconta la manifestazione fascista che portò al colpo di Stato di Mussolini del 1922, prendendo le mosse da «A noi», il film di Umberto Paradisi del 1923, diventato documento ufficiale del Partito fascista.
«Anche se poi so che ha detto di non essere fascista e magari non è come Mussolini», ha aggiunto Cousins, «il linguaggio che usa è molto pericoloso per i cittadini. Non voglio dire che lei personalmente sia pericolosa, sono le sue idee a esserlo».
(da agenzie)
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