PROCESSO SALVINI, DA OPEN ARMS “NESSUN COMPORTAMENTO SCORRETTO, ECCO GLI AUDIO CHE LO DIMOSTRANO”
SVENTATO IL TENTATIVO DELLA LEGALE DI SALVINI DI INSINUARE UN COMPORTAMENTO ANOMALO DELLA ONG… RESTA UNA DOMANDA: QUALCUNO USA UN SOMMERGIBILE DELLA MARINA PER INTERCETTARE LE CONVERSAZIONI DI UNA ONG?
Niente di più di un normale scambio fra un marinaio sul ponte e il comandante durante un servizio di avvistamento. Si rivela un bluff, anche abbastanza grossolano, il tentativo della difesa di Matteo Salvini, attualmente imputato per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio di fronte ai giudici di Palermo, di gettare ombre sul comportamento della Open Arms.
Il video registrato da un sottomarino e gli audio plausibilmente intercettati in quell’occasione – di cui l’avvocato Giulia Bongiorno aveva chiesto il deposito, a riprova di presunti “atteggiamenti scorretti – altro non sono che un regolare scambio fra il comandante Marc Reig e uno dei membri dell’equipaggio sulle lance. E per provarlo Open Arms, dopo aver diffuso le immagini registrate quel giorno, rende pubblici non solo quelle registrazioni, ma anche il diario di bordo che dà conto di quell’operazione di ricerca notturna.
La procedura è standard e prevede che in presenza di un segnale radar inizino dei turni di avvistamento rafforzati. La segnalazione, insieme alle coordinate era arrivata da Alarm phone e subito Open Arms aveva fatto rotta verso l’area indicata. Il comandante e chi sta scandagliando l’orizzonte con i binocoli ovviamente comunicano. “È un peschereccio, una di quelle barchette di legno. Tu dici una nave, che è molto più grande… Quello che vediamo qui, no?”, chiedono dal ponte perché plausibilmente il segnale radar sembrava indicare un’imbarcazione più grande di quella individuata. “Intendi a ore 10 o a ore 12?”, si aggiunge. “Ricevuto, Carlito, ricevuto bene”, gli viene risposto dalla nave.
Insomma, nulla di diverso dall’ordinaria amministrazione, per altro riportata sul giornale di bordo.
“Tutto il materiale che riguarda questa missione è agli atti del processo, incluso il diario di bordo in cui sono riportate tutte le operazioni svolte in questa missione e anche questo specifico episodio – spiega la presidente di Open Arms Italia, Veronica Alfonsi – Gli audio confermano semplicemente che c’è stata una normale conversazione fra il comandante e uno dei marinai. Non c’è nulla che debba essere rivelato e noi non abbiamo niente da nascondere. Ricordiamo poi che in questo processo l’imputato è il ministro Salvini, non Open Arms”
(da agenzie)
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