PROCURA DI TORINO: “ILLEGALE IL BLITZ DEI GENDARMI FRANCESI NEL CENTRO DI ACCOGLIENZA MEDICA A BARDONECCHIA”
EMESSO ORDINE DI COMPARIZIONE EUROPEO PER IDENTIFICARE E INTERROGARE GLI AGENTI FRANCESI… “ABBIAMO LA PROVA CHE SAPEVANO CHE STAVANO COMMETTENDO UN ABUSO”
«I locali dell’associazione Rainbow for Africa non potevano essere utilizzati dai poliziotti francesi». Così dice il procuratore capo di Torino, Armando Spataro, sui fatti che risalgono alla sera del 30 marzo scorso a Bardonecchia: quel giorno una pattuglia di agenti francesi delle Dogane ha fatto irruzione nella saletta di prima accoglienza medica vicino alla stazione, utilizzata da una ong torinese come centro di accoglienza sanitaria.
Un vero e proprio blitz; i poliziotti sono entrati – «armati e senza chiedere permesso», hanno riferito i volontari – per controllare un migrante sospettato di spacciare droga.
La Procura ha aperto un fascicolo, al momento a carico di ignoti ipotizzando i reati di concorso in violazione di domicilio e perquisizione illegale.
E ha emesso un ordine di investigazione europeo trasmesso al momento al magistrato di collegamento francese in Italia. Con cui chiede alle competenti autorità transalpine le generalità dei poliziotti: «Abbiamo chiesto anche di interrogare i medesimi alla presenza dei pm della procura di Torino», ha specificato Spataro.
I fatti risalgono a marzo, quando cinque agenti della gendarmeria hanno fatto irruzione nel centro di accoglienza medica nei locali della stazione (ma non più di proprietà delle Ferrovie) per seguire uno dei migranti da loro sospettato di possedere droga.
«Un grave atto di ingerenza, considerato del tutto al di fuori della cornice della collaborazione tra Stati frontalieri», aveva dichiarato la Farnesina, poco dopo la denuncia dei medici e degli infermieri di Rainbow for Africa che in quegli spazi prestano primo soccorso ai migranti che tentano di superare il confine francese attraverso la montagna.
La procura di Torino ha fatto richiesta di invio di tutti i documenti inerenti il caso.
«A nostro avviso – ha detto il procuratore capo – al l di là dei trattati e degli accordi validi o non validi, i doganieri non potevano prelevare un cittadino nigeriano, portarlo in quel locale e perquisirlo». Ancora: «Siamo consapevoli della delicatezza della vicenda, ma altrettanto lo siamo dell’ obbligatorietà dell’azione penale». Infine «risulta chiaro – secondo la Procura – che gli accordi esistenti non autorizzavano appartenenti all’autorità doganale francese a svolgere attività di polizia giudiziaria senza richiedere l’intervento dei presidi di polizia giudiziaria italiana».
“I locali dove i doganieri non potevano entrare nella sala assegnata alla Ong – ha spiegato- Abbiamo raccolto delle comunicazioni tra i responsabili delle due dogane dove il francese lamentava che non ci fosse più la disponibilità della stanza nella stazione di Bardonecchia. Questo dimostra che le forze dell’ordine francesi sapevano di non poter fare delle perquisizioni in quel modo”.
(da “La Stampa”)
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