PRONTA CASSA PARLAMENTO: I SOLDI PER I GRUPPI CHE PIACCIONO ANCHE A GRILLO
NONOSTANTE I “TAGLI”, I PARTITI CONTINUERANNO A RICEVERE 53,9 MILIONI L’ANNO PER I GRUPPI…. I CINQUESTELLE INCASSANO IL CONTRIBUTO COME TUTTI GLI ALTRI PARTITI
È il tesoretto che nessuna sorpresina — di Renzi o di Letta che sia — può intaccare.
E su cui Grillo tace, visto che viene incassato anche dai Cinquestelle.
Sta lì, nel fortino di Montecitorio e palazzo Madama, al riparo del regime di autoregolamentazione degli organi costituzionali.
È il “contributo unico e onnicomprensivo” che spetta ai gruppi parlamentari di Camera e Senato. Quasi 54 milioni di euro per quest’anno (32,6 milioni per il primo ramo, 21,3 milioni per il secondo), già rinnovati nelle previsioni di bilancio da qui al 2015.
Soldi che, fino ad oggi, sono serviti a coprire le spese di funzionamento del gruppo.
E che ora i tesorieri si preparano a trasferire in parte all’attività politica, per far fronte al (risicato) taglio dei rimborsi elettorali ai partiti.
Basta la relazione al bilancio di previsione 2013 dei senatori Pd per capire quanto il contributo ai gruppi sia considerato il salvagente per eventuali accelerazioni sul taglio ai costi della politica. “I gruppi parlamentari — è scritto nella relazione — in un quadro di drastica riduzione delle risorse trasferite ai partiti, diventeranno in futuro sempre di più un tramite fondamentale tra i cittadini e le istituzioni , e la politica in generale”.
Significa che quella da sforbiciare è la macchina dei dipendenti, mentre il fronte su cui investire è la comunicazione, la ricerca, le iniziative politiche: “I risparmi sul personale — si legge ancora nella nota al bilancio dei senatori democratici — e la nuova suddivisione delle risorse consentiranno al gruppo di poter svolgere una ‘sufficiente’ iniziativa verso l’esterno”.
Così, paradossalmente, non sono solo i partiti quelli che, come primo passo, pensano ai licenziamenti: la ricetta per il taglio ai costi della politica si ripercuoterà anche in Parlamento. Sempre i senatori Pd — gli unici ad aver già allegato una relazione al bilancio preventivo — spiegano che dallo scorso anno hanno fatto a meno di sei dipendenti (da 66 a 60), per un totale di uscite per il personale di 3 milioni e 110 mila euro.
Il totale del contributo ricevuto da palazzo Madama è di 4 milioni 900 mila euro. Tra le spese dei primi 9 mesi di legislatura, si segnalano 200 mila euro per la comunicazione, 22 mila euro per il noleggio auto, 40 mila euro per le utenze telefoniche.
In cassa avanzano 500 mila euro, un terzo di quello che è rimasto nel bilancio dei senatori Cinque Stelle. Anche loro hanno pubblicato il rendiconto del secondo quadrimestre: hanno speso 653 mila euro (che vanno sommati ai circa 400 mila euro in uscita da marzo a luglio), a fronte di un contributo ricevuto di 2 milioni e 567 mila euro.
Quasi tutto se ne va per stipendi e contributi dei 26 dipendenti. Tra le altri voci da segnalare, 23 euro e 35 centesimi per spese di rappresentanza alla buvette, 51 euro per il libro Il diritto parlamentare nella teoria e nella pratica, 90 euro per una copia de L’Agenda del giornalista (la rubricona delle testate nazionali , evidentemente, serve anche a loro).
Nessuna rendicontazione disponibile per il Pdl, così come per i gruppi alla Camera di Pd e M5S (i democratici lo annunciano per gennaio, i deputati grillini lo pubblicheranno in contemporanea con il Restitution Day).
Scelta Civica avverte che destinerà il 70 per cento dei 2 milioni 385 mila euro che ha ricevuto a Montecitorio per i dipendenti; il resto per iniziative e amministrazione varia: il consuntivo arriverà solo a fine anno, dopo l’approvazione definitiva.
Secondo le nuove disposizioni, da questa legislatura, i gruppi sono obbligati a pubblicare i propri rendiconti, che dovranno essere certificati da società di revisione esterne.
Peccato che a palazzo Madama il bando di gara per l’assegnazione dell’incarico si sia arenato a luglio: bisognava aprire le buste delle candidature cinque mesi fa, invece non se ne sa ancora nulla. Entro fine aprile le assemblee dei gruppi dovranno approvare il loro bilancio 2013.
“Noi siamo pronti — spiegano ancora dalla tesoreria Pd — Al momento però la Presidenza del Senato deve ancora completare la gara (…) che porterà a quella trasparenza e ‘correttezza’ amministrativa da tutti auspicata”.
Paola Zanca
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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