QUANDO GRILLO CHIEDEVA LE DIMISSIONI DI MARINO PER LA MONNEZZA
ORA PERO’ TOCCA ALLA LIVORNO DI NOGARIN E BEPPE CAMBIA IDEA
Due pesi due misure, verrebbe da dire. Quando Ignazio Marino era alle prese con la raccolta e lo smistamento della spazzatura di Roma, il leader del Movimento 5 Stelle aveva le idee molto chiare su ciò che il primo cittadino avrebbe dovuto fare: andarsene.
Ora invece che il problema dell’immondizia ha investito il secondo comune a 5 Stelle d’Italia, la Livorno guidata da Filippo Nogarin, il giudizio è completamente diverso. Ma andiamo con ordine.
“Prima che Roma venga sommersa dai topi, dalla spazzatura e dai campi dei clandestini gestiti dalla mafia, Marino dimettiti”, twittava Beppe Grillo il 17 giugno scorso.
La giunta Marino da diversi mesi faceva i conti con l’emergenza rifiuti dopo aver deciso di fare quel passo che a Roma da tempo tutti chiedevano ma che nessuno traduceva nel concreto: chiudere la discarica di Malagrotta.
La situazione della giunta Nogarin a Livorno è diversa, ma per certi versi simile.
Il sindaco 5 Stelle lamenta di aver ereditato da chi lo ha preceduto, il Pd, un’azienda municipalizzata addetta alla raccolta dei rifiuti, la Aamps, con debiti per milioni di euro.
Per questo, sostiene il Movimento 5 Stelle, il sindaco deve scegliere se ripianare i debiti pregressi, sottraendo risorse al bilancio del Comune, oppure andare verso il concordato preventivo, portando quindi i libri dell’Aamps in tribunale.
La scelta del sindaco è caduta sulla seconda opzione, facendo infuriare i dipendenti dell’azienda che temono di perdere il posto di lavoro.
Così hanno deciso di protestare astenendosi dalla raccolta di rifiuti.
Il sindaco li ha già rassicurati che il loro posto di lavoro non è in pericolo ma i lavoratori, naturalmente, temono lo stesso per il loro futuro.
E chiedono al sindaco di sedersi intorno al tavolo e di percorrere un altra strada, diversa dal concordato preventivo.
Ma il blog di Grillo difende le scelte del sindaco: “Quella di A.AM.P.S., azienda della gestione rifiuti di proprietà del Comune di Livorno, è una pentola che non deve essere scoperchiata e in molti nel Pd non dormono sonni tranquilli di fronte alla prospettiva di portare i libri contabili in tribunale”.
“Il Pd a Livorno non si è preoccupato di riscuotere la tariffa rifiuti per anni, tanto a tenerla in vita c’erano le banche, come il Monte dei Paschi di Siena – si legge nel blog di Grillo -. Istituti di credito che, col M5S ad amministrare, hanno chiuso i rubinetti. È per questo che l’amministrazione 5 Stelle ha ereditato dal Pd 42 milioni di euro di debiti”.
(da “Huffingtonpost”)
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