QUEL SESSISMO BECERO DEL “FATTO QUOTIDIANO” SULLA BOSCHI
ATTACCARE UN MINISTRO IN QUANTO DONNA NON PUO’ ESSERE AMMISSIBILE… SE IL DIRETTORE DEL QN HA DOVUTO DIMETTERSI PER AVER DEFINITO CICCIOTELLE LE ARCIERE OLIMPICHE, ATTENDIAMO LE DIMISSIONI DEL RECIDIVO TRAVAGLIO
Come ogni mattina faccio la mia rassegna stampa. Prima di passare agli approfondimenti, per prima cosa raccolgo tutte le prime pagine, guardo i titoli, i cappelli e – ovviamente – anche le vignette. Lo faccio più che per lavoro per una questione culturale, cerco di aggiornarmi e tenere il passo con le linee editoriali e i temi dei vari quotidiani nazionali.
Stamattina però quando sono arrivato alla lettura del Fatto Quotidiano ho subito notato la vignetta di Mannelli in prima, e come reazione ho avuto una sorta di fastidio. La riguardo con attenzione dicendomi “forse non l’ho capita”, e riprendo ad osservarla con più attenzione.
Ebbene la mia conclusione è stata netta e lapidaria: vignetta inutile, non fa ridere, non fa pensare, colpisce Boschi in quanto donna e non nel suo operato.
Fin qua tutto bene, la satira può piacere o meno, può essere apprezzata o meno, può anche essere criticata e ovviamente bollata diversamente.
Guai a toccare la satira, guai a censurare la satira, guai.
Sopratutto sulle vignette, abbiamo avuto la tragedia di Charlie Hebdo e ho ancora davanti agli occhi il pianto di Luz quando ha dovuto presentare la vignetta della copertina del numero successivo al massacro nella loro redazione.
Ma il problema in questo caso è diverso, è la recidività del Fatto Quotidiano sulla Boschi e il suo essere donna di potere.
Sì, perchè spesso, direi troppo spesso, si leggono articoli che, senza girarci intorno, attaccano il Ministro Boschi nella sua dimensione più intima e, se vogliamo, più debole secondo i canoni di chi ha nella testa – citando una mia amica di Napoli – la “mazzamma”, ovvero tutti quei pregiudizi sulle donne che davvero ricordano l’800.
Prendo a caso il loro direttore e qualche trafiletto di qualche articolo:
“Boschi trivellata dai magistrati” (5 aprile 2016, di Marco Travaglio);
“Boschi si occupi di cellulite” (12 luglio 2016)
“Decisamente più difficile sarà spiegare al pupo come fu che mamma divenne ministro” (13 luglio 2015
E potrei andare avanti per ore.
Allora, non voglio mettermi contro la satira di Mannelli, ci mancherebbe, però io non posso fare a meno di pensare che questa posizione del Fatto Quotidiano nei confronti del Ministro Boschi sia quantomeno becera, indegna, non definibile come giornalismo e inqualificabile come linea editoriale, sopratutto quando si è in campagna referendaria e l’obiettivo politico è screditare la Boschi e il suo operato sulla riforma.
In questi giorni abbiamo assistito a una indignazione collettiva circa le nostre arcieri e quel titolo de “Il Resto del Carlino” che le ha definite “cicciottelle”, caso che ha addirittura fatto rimuovere il direttore, ebbene, io ritengo che questo metodo, questo improntare la critica politica cercando di ferire la donna più che il politico, facendo allusioni sessiste alla pari dei peggiori B movies degli anni ’70 (che pure apprezzo) sia ormai da condannare senza se e senza ma, e perchè no, se si rimuove un direttore per quel “cicciotelle”, figuratevi cosa dovrebbe accadere se dici ad una donna di occuparsi di cellulite o – peggio ancora – alludi al fatto che sia stata tra le braccia di più persone per diventare ministro.
Agli editori, ma soprattutto ai lettori del Fatto Quotidiano, la sentenza.
Per me già stata scritta, poi, Fate Vobis.
Tommaso Ederoclite
Ricercatore, Politologo
(da “Huffingtonpost”)
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