CASERTA, FESTA E INCHINO A IMPRENDITORE ARRESTATO PERCHE’ SOCIO DEI CASALESI
IL PRESENTATORE RINGRAZIA FALCO, FINITO IN MANETTE PERCHE’ “PRESTANOME DEL BOSS ZAGARIA”…INTERVIENE LA PROCURA: “PROCEDURE DI LICENZIAMENTO AVVIATE”
Non è la prima volta che dal palco di una manifestazione canora si inviano messaggi di saluti a persone ristrette in carcere per presunti legami con i clan .
“Vi chiedo solo un minuto di tranquillità , un ringraziamento speciale va all’uomo che ha voluto fortemente, ideato e realizzato la struttura nella quale ci troviamo. Un impegno trentennale tendente sempre verso il raggiungimento di ambiti successi, colui che giorno dopo giorno ha assemblato con entusiasmo la sua opera, il suo gioiello che è diventato oggi il centro commerciale Jambo. Gradirei un grande applauso per Alessandro Falco… ciao Ale” chiude così il “patron” della trasmissione tv We Can Dance, Dino Piacenti dal palco nella serata conclusiva del GoBeer Expo 2016 che vedeva di scena il rapper salernitano Rocco Hunt.
Il palco per la manifestazione era stato allestito nel parcheggio del Jambo a Trentola Ducenta, cittadina del casertano.
Il comune è stato sciolto per infiltrazione mafiosa lo scorso 11 maggio.
Il centro commerciale Jambo, dal valore stimato di ben 60 milioni di euro, finì sotto i riflettori della cronaca giudiziaria il 10 dicembre del 2015, quando gli uomini della Squadra Mobile di Caserta e i Ros dei carabinieri arrestarono 28 soggetti tra camorristi, prestanomi, imprenditori e amministratori pubblici.
A finire nelle maglie della magistratura partenopea furono il capoclan dei casalesi Michele Zagaria, detto capastorta, ritenuto dall’inchiesta “l’effettivo socio di maggioranza della società proprietaria della struttura commerciale”, il sindaco in carica di Trentola Ducenta, Michele Griffo, e proprio uno dei titolari del mega centro commerciale, l’imprenditore 57enne Alessandro Falco, cui venne sequestrato il “gioiello di famiglia”.
Il giovane Ortensio Falco, fratello del titolare e socio, nonostante la richiesta di arresto avanzata dai pm della Distrettuale di Napoli, resta a piede libero.
Gravissimo il quadro indiziario a carico dell’imprenditore Falco che durante il blitz delle forze di polizia non fu trovato in casa. Irreperibile si costituì cinque giorni dopo al commissariato di polizia di Aversa.
Tutti in paese ricordano il piccolo centro commerciale Jambo nato per volere del capostipite dei Falco, Don Vincenzo, padre dei fratelli Alessandro e Ortensio agli albori degli anni ’90 e che in 25 anni si è trasformato da esercizio medio-piccolo del valore di 2 miliardi di lire ad uno dei più grossi centri commerciali della Campania.
Conti, bilanci, dichiarazioni dei redditi, frequentazioni dubbie, racconti di numerosi collaboratori di giustizia che incastrano i Falco, tutto al vaglio degli inquirenti: al ras dei casalesi Michele Zagaria durante la sua latitanza, venivano recapitate tramite uomini del clan valigie piene di soldi, frutto dei proventi della florida attività commerciale della struttura trentolese.
In un’occasione, a proposito dell’acquisto dei terreni limitrofi per l’ampliamento del centro commerciale, Alessandro Falco venne prelevato da uomini di un clan rivale (Lorenzo Ventre) e messo a testa in giù perchè si era permesso di entrare in un territorio che non era di competenza degli Zagaria.
Sempre secondo il racconto dei collaboratori di giustizia, lo stesso Michele Zagaria avrebbe incontrato nei locali della struttura i responsabili per indicare i nomi delle persone che avrebbero potuto lavorare all’interno del centro. Un indotto quello del Jambo che supera le 1.500 unità e che dà lavoro a numerosi giovani e famiglie nell’agro aversano, dominato dallo strapotere della mafia casalese.
Domenica sera prima del concerto di Rocco Hunt era giunto il momento delle premiazioni. Sul palco con i presentatori della serata anche il direttore commerciale storico della struttura, Edmondo Pedone.
Commosso, quasi in lacrime, riceve la targa ricordo dell’evento.
Ma le cose vanno fatte perbene: lo show man Dino Piacenti organizzatore della kermesse non bada a spese e dona al povero direttore Pedone anche la targa per i fratelli Falco, ringraziandoli di cuore per tutto ciò che hanno fatto nella loro vita imprenditoriale. Una brutta pagina per lo spettacolo e per la legalità .
Dopo una dettagliata relazione degli amministratori giudiziari sull’accaduto, il Gip di Napoli Federica Colucci, nel suo provvedimento ha usato parole durissime nei confronti di coloro che si sono resi protagonisti e che hanno segnato negativamente l’evento conclusivo di domenica: “I comportamenti sono gravissimi. È inaccettabile che una persona, di fatto pagata dallo Stato, pubblicamente elogi e ringrazi un uomo attualmente detenuto perchè lo stesso Stato gli contesta reati gravissimi” di mafia.
Su richiesta del pubblici ministeri Catello Maresca in forza alla Distrettuale Antimafia partenopea e Francesco Curcio della Direzione Nazionale Antimafia, il Gip Colucci, nella giornata di ieri ha avviato un’indagine interna e iniziato la procedura per il licenziamento di dipendenti che non risultino in linea con la gestione della struttura posta sotto sequestro giudiziario.
Concessi dal giudice cinque giorni allo showman Piacenti per chiarire “chi ha redatto il foglio che ha letto sul palco” e al direttore commerciale Edmondo Pedone chiarimenti su “i motivi che lo hanno portato ad accettare la targa”.
Nicola Baldieri
(da “il Fatto Quotidiano“)
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