QUELLA SINISTRA RIDICOLA CHE CONCEDE LA SALA DEL CAP A SALVINI
“OSPITIAMO TUTTI, BASTA CHE NON SIANO FASCISTI”… SE SONO RAZZISTI INVECE SI’?… COSI’ DOMENICA VA IN SCENA LA SOLITA MARCHETTA DELLA LEGA PER ACCREDITARSI COME “PARTITO OPERAIO”… E COME AL SOLITO CI SARA’ LA CONTESTAZIONE SCENEGGIATA POST MORTEM DELLA SINISTRA
Premessa: non è vero che Salvini parlerà domenica al “circolo dei portuali” come riporta “Repubblica”: si tratta non della sala chiamata della Compagnia Unica, ma di una sala del Consorzio Autonomo del Porto, l’Authority istituzionale spartita tra i vari partiti.
Detto questo è evidente che, essendo il Pd il referente tradizionale del Cap, la stupidità della sinistra genovese non ha limiti.
Lo capirebbe anche un idiota che l’operazione dei fighetti padani locali (che annoverano in Consiglio regionale un assessore e un presidente del Consiglio regionale entrambi sotto processo per peculato ) è quello di accreditarsi come “forza politica che parla di lavoro” (il che fa sorridere, stante la storia di fancazzisti che vivono da 10-15 anni di politica) e quindi cosa di meglio di una sala da spacciare come quella “dei portuali”, visto che ci sono dei pirla che gliela concedono?
Così si veicola il messaggio dei leghisti “vicini ai problemi dellaggggente”.
La decisione di dire sì alla richiesta del Carroccio è stata presa dal direttivo, rappresentativo dei 4mila soci del Consorzio autonomo del porto.
«Dove essere socio, vuol dire anche impegnarsi ad affermare dentro e fuori dal circolo il valore e la dignità delle persone, al di là di ogni differenza di sesso, di razza o religione, la cultura e la pratica della tolleranza, della pace, della cooperazione e della solidarietà », si legge sul sito dello stesso Cap.
Cosa da scompisciarsi dalle risate la dichiarazione del responsabile Danilo Oliva che pare vivere sulla Luna: «Nei nostri spazi ospitiamo gratuitamente partiti, sindacati, associazioni, migranti. L’unico paletto che ci siamo dati è il no a chi si richiama al fascismo».
Insomma i fascisti no, i razzisti sì, secondo il nuovo statuto del Cap elaborato nottetempo.
Poi Oliva dà il massimo di sè: “Su alcuni temi in effetti Salvini sembra un fascista, ma stiamo parlando di un partito che governa la nostra Regione, forse presto chissà anche il Comune”…. Insomma conviene tenerseli buoni, magari un domani abbiamo bisogno di qualche favore, pare la filosofia di Oliva.
Ovviamente i portuali non la pensano così.
«Chi semina odio, divide i lavoratori in base al colore della pelle, parla di bruciare i campi nomadi e di affondare i barconi dei profughi in quel posto non dovrebbe neppure entrare. Perchè le sue idee e quelle dei suoi sodali sono l’antitesi di tutta la storia del movimento operaio e democratico genovese», è la posizione del Collettivo autonomo lavoratori portuali.
E inizia la rivolta di chi non ci sta: «Hai scelto la città sbagliata per provocare», recita la scritta nera con la bomboletta spray davanti al Cap di via Albertazzi.
Il destinatario è ovviamente Matteo Salvini e la sua corte dei miracoli.
Anche Genova in Comune e L’Altra Liguria chiedono un ripensamento: “Auspichiamo che i responsabili del Cap ci ripensino, attingendo la forza di dire no dalla propria storia e dalle proprie radici, nonchè dal sostegno di tutti noi».
«Non possiamo sopportare una simile vergogna e chiediamo ai gestori del Cap di ripensarci. Per quel che ci riguarda la casa in cui Salvini può vomitare il suo odio razzista non potrà più essere la nostra», è la chiosa del Collettivo.
E così ci saranno due eventi: uno dentro la sala (con Salvini, anche Giovanni Toti ed Edoardo Rixi) e un altro fuori, con partiti e movimenti della sinistra-sinistra a protestare per l’invasione di campo.
Resta però, a questo punto, un problema di ordine pubblico. Le scritte sui muri apparse ieri in via Albertazzi rappresentano una specie di avvertimento: l’arrivo del segretario federale lumbard non filerà liscio e infatti probabilmente si trasformerà in un problema di ordine pubblico.
Tutto secondo copione.
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