MACRON HA LE PALLE, VA TRA GLI OPERAI DELLA WHIRPOOL CHE RISCHIANO IL POSTO DI LAVORO. PRIMA FISCHI, POI UN’ORA DI CONFRONTO: “IO NON FACCIO PROMESSE DEMAGOGICHE”
MARINE LE PEN ARRIVA DOPO E FA SELFIE … E NEI SONDAGGI MACRON SALE AL 62-64% … MACRON: “TORNERO’ PER RENDERVI CONTO DI QUANTO HO FATTO”
E’ stata una giornata molto complicata, quella trascorsa ad Amiens da Emmanuel Macron. Ha allentato il nodo alla cravatta, si è tirato su le maniche della camicia e ha impugnato la sciabola.
Che non è più tempo di fioretto glielo ha fatto capire chiaramente proprio Marine Le Pen, con una mossa che ha costretto Emmanuel a nuotare per ore controcorrente.
Una mossa politicamente ruvida, che lascia intendere come la candidata del Front National, nella sua strategia disperata, è pronta a sferrare colpi bassi.
Cosa è dunque accaduto ad Amiens? Oltre a rientrare in quel nord della Francia “feudo” elettorale della leader del Front National, la città è anche sede di uno stabilimento Whirlpool divenuto simbolo della perdita di posti di lavoro francesi. Perchè il gigante americano degli elettrodomestici trasferirà la produzione in Polonia nel 2018.
Pur consapevole dei rischi naturalmente associati a una partita giocata in trasferta, Emmanuel Macron questa mattina si è recato ad Amiens.
Il candidato centrista era riunito con le rappresentanze sindacali quando, a sorpresa, Marine Le Pen si è materializzata nel piazzale antistante lo stabilimento. Per rubargli la scena.
“Sono qui, nel parcheggio, al fianco dei lavoratori” le parole dettate ai reporter dalla leader del Fn, così ben disposta al bagno di folla da prestarsi al selfie con chiunque glielo chiedesse.
Le Pen ha respinto l’accusa di essere lì per lucrare sul colpo mediatico, che in realtà è perfettamente riuscito, con le televisioni che in diretta mostravano lei tra le tute gialle e Macron altrove, in giacca e cravatta dietro le vetrate.
E la folla dei lavoratori, galvanizzata, non ha esitato a salutare Le Pen al grido di “Marine Presidente!”.
Avvertito della presenza di Le Pen davanti alla fabbrica, Macron ha reagito facendo sapere che nel pomeriggio avrebbe incontrato anche gli operai, dopo il secondo turno: “Con i delegati sindacali vedrò i dipendenti, bisogna fare le cose in quest’ordine. Se non si va con i rappresentanti dei lavoratori, non si risolve alcun problema”.
Quindi ha parlato di Marine Le Pen. “La signora è venuta ad Amiens perchè ci sono venuto io. Benvenuta a lei. Ma madame Le Pen non ha capito come funzionano i Paesi e noi due non condividiamo nè la stessa ambizione nè lo stesso progetto”.
“La signora Le Pen strumentalizza il conflitto sociale alla Whilrpool – l’accusa di Macron -. E il suo progetto (antieuropeista e antieuro) rischia di distruggere il potere d’acquisto dei francesi”.
Dalle parole ai fatti. Quando Macron si è presentato in fabbrica, al candidato all’Eliseo paladino dell’apertura e del filoeuropeismo le tute gialle di Whirpool hanno riservato soprattutto fischi, mentre un esercito sempre più numeroso di giornalisti e telecamere gli rendeva complicato anche solo raggiungere il piazzale per avere un contatto diretto con chi lo contestava.
All’inizio gli è stato difficile anche riuscire a farsi sentire, ma lui ci ha provato: “Non voglio alimentare la collera o fare demagogia o strumentalizzare la disperazione degli operai. La risposta a quello che vi succede non è metter fine alla globalizzazione o chiudere le frontiere. Chi ve lo dice, mente. La chiusura delle frontiere è una promessa menzognera, dietro vi è la distruzione di migliaia di posti di lavoro, che hanno invece bisogno della loro apertura”.
“Io – ha quindi affermato Macron – non vi prometto cose impossibili. Mi sono impegnato ad applicare duramente la legge. Non mi impegno a nazionalizzare la fabbrica, a salvarla con denaro pubblico, ma mi impegnerò affinchè l’impianto sia rilevato da altri imprenditori”.
Quindi, la promessa: “Tornerò per rendervi conto di quanto fatto”.
Un discorso scandito al megafono, non tra i volti di amici sorridenti radunati in una brasserie parigina ma tra il fumo di copertoni in fiamme e le urla rabbiose di chi ha perso la pazienza.
Ma anche un discorso accorato ed evidentemente percepito come sincero, se alla fine Macron ha potuto trattenersi per un po’ a parlare con gli operai.
Stando ai sondaggi, se manterrà la sua promessa, Macron tornerà ad Amiens da presidente.
Il candidato di En Marche! viene accreditato al ballottaggio di un vantaggio netto su Le Pen, consenso stimato tra il 62 il 64%.
Ma la sua giornata difficile tra le tute gialle di Amiens ha dimostrato ai francesi che + uno con gli attributi.
(da agenzie)
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