REFERENDUM, QUANDO DIRE NO NON BASTA, OCCORRE UNA PROPOSTA ALTERNATIVA
SE LA SOVRANITA’ APPARTIENE AL POPOLO, DOVREBBE ESSERE COINVOLTO E NON SUBIRE SCELTE DALL’ALTO
E’ da mesi, oramai, che i vari attori del mondo della politica e della società civile stanno “ragionando” in materia di Riforma Costituzionale.
L’imminente voto sul Referendum relativo alle modifiche della Costituzione (così come votate e propugnate dall’attuale maggioranza di Governo, sia formale, che “sostanziale”) è occasione fin troppo ghiotta per farsi sfuggire la possibilità di palesare i “distinguo” e condurre la propria battaglia.
Lungi dal voler escplicitare una qualsivoglia valutazione di merito sulla Riforma che sarà oggetto dell’imminente votazione Referendaria, quello che sta particolarmente attirando la mia attenzione è il “modus” attraverso il quale i vari soggetti stanno agendo nel panorama, sia della comunicazione, che delle valutazioni contenutistiche.
Personalmente ritengo che schierarsi per il NO, puramente e semplicemente, ovvero facendo leva sulla sedicente valenza politica del voto (un “modo” per mandare Renzi a casa; un ipotetico voto contro il Governo, insomma) o sulla presunta instaurazione di un redivivo “regime dittatoriale” (per l’ipotesi che vincesse il SI), siano (tutte) strategie – operative, comunicazionali e di concetto – troppo riduttive, fuorvianti e finanche sterili.
Soprattutto in certi casi, non basta dire (e/o votare) NO. Non è sufficiente nemmeno spiegarne le ragioni. Occorre una controproposta.
È necessario offrire – e disegnare – un’alternativa seria e credibile.
Le persone vogliono inseguire un sogno, un’idea, una speranza. E da quello che ho visto (fatte ovviamente salve eventuali sviste, omissioni o distrazioni) allo stato attuale, soltanto Parisi ne ha formulata una.
La Costituzione è la Carta Fondamentale del nostro Ordinamento Giuridico.
Sostanzia le fondamenta del nostro Stato. Un’assemblea costituente, specificatamente eletta col compito di riscrivere, non soltanto le “regole del gioco”, ma anche il contenuto dei valori fondamentali in materia di libertà , anche economica, sarebbe (e resta, a mio sommesso avviso) la soluzione oggettivamente preferibile a tutte le altre.
Al nostro Paese, fin troppo imbrigliato nel terrore delle derive di ogni sorta, ivi compresa quella populista, non serve la “demagogia della paura”: occorre una visione. Ardita. Appassionata. “Lucidamente ribelle”.
La sovranità appartiene al popolo. Lo dicono in tanti. Lo sancisce finanche la Costizuione.
Coinvolgiamolo davvero, allora…
Salvatore Castello
Right BLU – La Destra Liberale
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