REGIONALI, LA VITA IN BREVE DEI LA QUALUNQUE D’ITALIA
SANTINI SBAGLIATI, GAFFE, VOTO DISGIUNTO, ROSSETTI E SALUTI ROMANI… BESTIARIO DEI CANDIDATI REGIONALI PIU’ IMPROBABILI
Chi dice “votate me, ma non troppo” e indica il candidato presidente dell’altra coalizione, chi fa il saluto fascista via social e poi si dichiara anche omofobo, l’aspirante sindaco secondo il quale una donna senza rossetto dovrebbe rimanere chiusa in casa.
Ha regalato un po’ di tutto questa campagna elettorale che tra amministrative e regionali adesso volge al termine. Gaffe, personaggi che talvolta farebbero rabbrividire anche il noto Cetto La Qualunque, interpreto magistralmente da Antonio Albanese. Ma “Qualunquemente” è un film, che strappa risate amare, adesso andiamo alla realtà .
A Fondi, vicino Roma, un candidato alle elezioni amministrative è stato fotografato con il braccio destro teso tra immagini del duce e fasci littori.
L’immagine ha fatto il giro dei social. Christian D’Adamo, 32 anni, di professione pizzaiolo, come riporta La Stampa, proprio sui suoi social, si definisce omofobo, anticomunista e antisemita. Oltre che, fascio-laziale. Adesso corre per diventare consigliere comunale di Fondi con la lista civica “Giulio Mastrobattista sindaco”, una delle tre liste che appoggiano la candidatura dell’avvocato Mastrobattista, di Fratelli d’Italia. Come è ovvio tutto questo che scatenato l’ira della locale sezione dell’Associazione nazionale partigiani.
Andando verso la Puglia, a Corato, in provincia di Bari, il candidato sindaco di centrodestra ed ex senatore Gino Perrone nel corso di un comizio in piazza, parlando del degrado nel cimitero della cittadina, ha esordito così: “Si tratta del biglietto dai visita della città ”. E fin qui tutto bene, salvo poi aggiungere: “Se una donna è bella per sua natura, ma non si mette almeno un po’ di rossetto per addobbarla, dove va?”.
Un po’ ovunque ci deve essere stato uno scambio di persona. Per caso o di proposito. Per esempio, Ciro Attanasio, candidato al consiglio regionale in Campania, con il simbolo +Europa, con De Luca presidente, ha invece stampato in un primo momento i santini con scritto “Con Caldoro presidente”. Errore, forse involontario, ma pur sempre da matita blu.
Certamente c’è strategia dietro al voto disgiunto che propongono i tanti candidati del Pd in Veneto. Prima il caso che ha coinvolto il coordinatore del Pd di Nove Cartigliano in provincia di Vicenza, Gilberto Lorenzin, che in una lettura spedita ai militanti dem ha ricordato la possibilità di fare il voto disgiunto, barrando sia il nome della candidata dem Chiara Luisetto sia quello del governatore Luca Zaia.
Ora spunta un video, che sta girando nelle chat in cui il padovano Stefano Artuso, già coordinatore del circolo del Pd di Rubano e candidato consigliere con i dem, invita anche lui a votare Luca Zaia pur di avere un voto.
In Toscana succede dell’incredibile. Un tweet del leader nazionale di Forza Nuova Roberto Fiore recita così: “Giusta la denuncia del candidato Nicola Sisi e di Forza Nuova Siena: bambini e genitori, obbligati alla mascherina, vengono ammassati all’ingresso della scuola”.
Sisi è candidato nel collegio di Siena di Toscana Civica, la lista civica che sostiene la leghista Susanna Ceccardi governatrice. E quindi ecco il senatore Pd Dario Parrini che parlando proprio del candidato senese di Toscana Civica dice così: “Ho dovuto ricredermi nel momento in cui ho scoperto che tra i candidati delle liste a suo sostegno di Ceccardi c’è un militante di Forza Nuova,
Nicola Sisi, che esibisce slogan fascisti, diffonde odio per chi raccomanda l’uso della mascherina, vuole l’Italia fuori dall’Europa e dall’euro e a pochi giorni dal voto riceve grandi elogi da Roberto Fiore, già terrorista nero condannato in via definitiva per banda armata e leader nazionale di Forza Nuova. Da rabbrividire. C’è un limite a tutto: presenterò entro oggi un’interrogazione parlamentare”.
Ha già fatto abbondantemente discutere l’aggressione subita ad opera di “un uomo di colore, alto circa un metro e ottanta” a un candidato della Lega al consiglio comunale di Valenza. Aggressione che aveva fatto indignare tutti scatenando la solidarietà bipartisan. Ma quella aggressione, hanno scoperto i carabinieri, non è mai avvenuta e Lele Rachiele, 19 anni, candidato leghista a Valenza, è stato denunciato per simulazione di reato.
Poi si arriva a Padova, dove il sindaco Sergio Giordani, che si sta spendendo per il Arturo Lorenzoni, suo ex vice, utilizza quasi un equazione matematica per spiegare come va il mondo: “Senza criminali i poliziotti perderebbero il lavoro”.
(da “Huffingtonpost”)
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