RENZI: “NON SONO UNO CHE FA LE RETROMARCE COME GRILLO, STEPCHILD ADOPTION RIMANE”
IL PREMIER STOPPA ALFANO MA I DEM TEMONO I VOTI SEGRETI
“La stepchild adoption rimane. Nessuno stralcio perchè non abbiamo nessuna ragione per fermarci”. Il premier Matteo Renzi si presenta estremamente determinato all’incontro con il ministro Maria Elena Boschi e con i capigruppo di Camera e Senato, Ettore Rosato e Luigi Zanda dopo che il leader di Ncd, Angelino Alfano, ha chiesto un ripensamento.
Il vertice del lunedì mattina è una consuetudine a Palazzo Chigi e serve a fare il punto sui lavori parlamentari. Ma questa volta il sapore della riunione è diverso perchè sul tavolo c’è il disegno di legge sulle unioni civili. Il premier spazza via i timori di chi, anche nel Pd, aveva pensato che l’adozione del figlio del partner per le coppie omosessuali non arrivasse in porto.
C’era anche chi tra i dem si era detto pronto a lasciare il partito, nel caso in cui il segretario avesso fatto modificare il ddl Cirinnà . Acqua sul fuoco quindi.
Ma sul vertice mattutino è piombata la paura rappresentata dall’incognita dei voti segreti perchè nel segreto dell’urna, sui singoli emendamenti, lo sgambetto è dietro l’angolo e i mal di pancia dei 24 senatori catto-dem potrebbero manifestarsi.
Per non parlare dei grillini, i cui “sì” alla stepchild adoption dovrebbero essere 28, i contrari invece 3, mentre altri 4 senatori cinquestelle dovrebbero assentarsi al momento del voto.
Ma per i dem non è possibile fare affidamento su di loro.
Secondo qualcuno sarebbe stato un sondaggio, dal quale è emerso che il Movimento 5 Stelle ha un elettorato per lo più di destra, a suggerire la retromarcia.
Retromarcia che Beppe Grillo ha giustificato con un post sul blog in cui si legge che “vengono rispettate la Rete e la coscienza dei parlamentari”, i quali non vengono messi così “nella condizione di votare per costrizione a maggioranza”.
La giravolta non modifica comunque la posizione dei dem nè il testo sulle unioni civili che “resta fermo così com’è”.
“È Grillo l’uomo delle retromarce, non noi”, è stato sottolineato durante l’incontro a Palazzo Chigi. O per dirla con le parole di Rosato: “I 5Stelle sono inaffidabili e restano inaffidabili”. Tutt’al più, ha fatto presente il premier, “potranno esserci dei miglioramenti ma senza stravolgere il testo”.
Tutte le ipotesi, dall’emendamento del senatore Pd Giorgio Pagliari, che rinvia il tema delle adozioni ad una delega al governo entro sei mesi all’emendamento che prevede di scorporare il tema adozioni e di infilarlo nella revisione della legge 40 sulla fecondazione assistita, sono state scartate.
“I voti segreti però rischiamo di non riuscire a gestirli”, è stato il coro unanime che è rimbombato nella sala del palazzo del governo.
Per questo – fermo restando che la decisione spetta al presidente del Senato Pietro Grasso – i vertici dem sperano che siano non più di dieci perchè in una situazione del genere, basti pensare che non c’è il relatore, cioè un regista al centro dell’emiciclo che spiega e illustra la materia, si rischia di stravolgere il testo.
Il destino del disegno di legge Cirinnà è appeso oltrechè ai voti segreti anche al numero degli emendamenti.
Entro martedì pomeriggio, al termine della discussione generale, il capogruppo della Lega Nord dovrebbe ritirare gran parte di quelli proposti, dopo il patto stretto con il Pd. I dem a questo punto ritirerebbero a loro volta il cosiddetto “canguro”, per effetto del quale si voterebbe direttamente la versione iniziale del testo.
In questo contesto, il leader di Ncd, Angelino Alfano, continua a fare la voce grossa ma h visto subito crollare le speranze di correzione al testo che erano state alimentate dalla mossa improvvisa di Grillo.
Nel voto segreto i centristi scaricheranno naturalmente tutti i loro dubbi sulla legge, nella speranza che si aggiungano in quegli scrutini non solo i catto-dem ma anche i grillini che hanno intenzione di mettere il bastone tra le ruote a Renzi e di moderarne gli ardori.
Il ministro Beatrice Lorenzin (Ncd) garantisce che, comunque vada, il suo partito resta il più fedele alleato del premier: “E dunque non ci saranno ripercussioni”.
(da “Huffingtonpost”)
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