RENZI ORA VUOLE LICENZIARE LA PROF CHE INVEISCE CONTRO LA POLIZIA, MA DA 5 ANNI DIMENTICA DI COMMISSARIARE I SINDACI RAZZISTI CONDANNATI
LA STRANA LEGALITA’ DELL’EX PREMIER: LA PROF ERA FUORI SERVIZIO E RISPONDERA’ DA PRIVATA CITTADINA, NON COME I SINDACI CHE HANNO EMANATO ORDINANZE DA GALERA NELL’ESERCIZIO DELLE LORO FUNZIONI… MATTEO COME DON ABBONDIO: SE UNO IL CORAGGIO NON L’HA…
Lavinia Flavia Cassaro è l’insegnante di Torino che giovedì scorso è stata filmata e fotografata mentre inveiva contro il cordone di sicurezza predisposto dalla questura di Torino per impedire a 500 antagonisti «antifascisti» di raggiungere l’hotel dove era in corso il comizio del leader di CasaPound, Simone Di Stefano.
Lei è stata immortalata in un servizio di Angelo Macchiavello per Matrix in cui urlava “vigliacchi, dovete morire” all’indirizzo della polizia: il segretario del Partito Democratico Matteo Renzi ne ha chiesto il licenziamento.
Nel video Lavinia Flavia Cassaro parla anche con Machiavello: «Sì, è triste augurare la morte a un poliziotto ma non ho sbagliato. Io mi potrei trovare con il fucile in mano a lottare contro questi individui», dice all’intervistatore che le chiede conto del suo comportamento.
Scrive oggi La Stampa che lei ieri ha risposto così su Facebook a Renzi: «Meno male che Renzi c’èeeeee! Lei, caro Matteo, ancora si affanna per cercare di sembrare un sincero democratico di sinistra? Licenziamento immediato per un’insegnante (antifascista), giustamente delusa dal sistema statale, per il vilipendio quotidiano nei confronti della Costituzione, per le connivenze, ma soprattutto le pratiche fasciste, in questo Paese».
E ancora: «un’insegnante deve essere valutata per la passione, l’amore e la cura che mette nel proprio lavoro e verso i propri studenti e studentesse. A me queste cose, di certo, non mancano».
Poi, rivolgendosi ancora a Renzi, tirando in ballo la Buona Scuola: «Ma lei non vuol brave insegnanti. Solo marionette ubbidienti e fedeli alle proprie dirigenze». Presidi sceriffi, va da sè.
Poi, a difesa dei suoi insulti: «Oltre che un’insegnante, sono una persona e sono antifascista. Non mi vergogno della sana rabbia che tutta questa incomprensibile indifferenza scatena nel mio cuore e nella mia mente. Credo che “Se i giusti non parlano, hanno già torto”».
Lavinia Flavia Cassaro è certa di svolgere bene il suo ruolo: «Il fascismo si combatte, finchè si è in tempo, sul piano culturale e della formazione plurale degli uomini e delle donne. Ed è questo che io cerco di fare, ogni giorno, nel mio lavoro. I miei studenti e le mie studentesse lo sanno. Non faccio propaganda politica a scuola».
Il suo caso è finito, oltre che sul tavolo dei pm torinesi, anche su quello della ministra dell’istruzione, Valeria Fedeli, che ha chiesto chiarimenti all’ufficio di gabinetto sulla posizione della maestra: «Abbiamo attivato l’Ufficio scolastico regionale per il Piemonte – spiegano a Repubblica dal Miur – Il direttore Manca sta acquisendo dalla scuola della docente ulteriori informazioni per avviare i necessari approfondimenti».
Vale la pena ricordare:
1) Siamo distanti e distinti dalla prof., ma Lavinia ha diritto di pensarla come le pare quando è fuori dall’ambito scolastico e agisce da privata cittadina. E come tale risponde eventualmente del reato di ingiurie o quanto altro dovesse prevedere il suo comportamento.
2) Renzi è l’ultima persona al mondo che può permettersi di auspicare il licenziamento, su queste basi ridicole, di una docente per fatti che esulano dall’ambito istituzionale dell’insegnamento stesso. Chi ha permesso decine di delibere razziste, regolarmente dichiarate discriminatorie dall’autorità giudiziaria e di controllo sugli atti degli enti locali, da parte di sindaci xenofobi senza aver MAI PROVVEDUTO A COMMISSARIARE I COMUNI come previsto dalla legge dovrebbe avere il buon gusto di tacere. Renzi porta la responsabilità politica di aver omesso di intervenire a difesa dell’art 3 della Costituzione.
3) I sindaci suddetti , a differenza della prof, hanno agito approfittando e vestendo i “loro panni istituzionali”, cosa ben più grave e perseguibile, non da privati cittadini.
4) Renzi si autodenunci pertanto da solo per omissione d’atti d’ufficio: una docente (come un sindaco) vanno valutati ed eventualmente sanzionati solo per atti inerenti al ruolo che svolgono.
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