RETROMARCIA DI SALVINI, ORA FRENA SULLE ESPULSIONI DAI CENTRI DI ACCOGLIENZA PERCHE’ NON PUO’ ESPELLERLI DALL’ITALIA
NEL 2020 GLI IRREGOLARI SARANNO 700.000, PER RIMPATRIARLI CI VORRANNO 101 ANNI… SALVINI HA SOLO PROVOCATO 80.000 IRREGOLARI IN PIU’
Fino a 700.000 migranti irregolari nel 2020, per rimpatriarli tutti ( nel caso in cui dovessero essere fatti gli accordi con i paesi d’origine) ci vorrebbero ben 101 anni.
La legge Salvini, come era stato ampiamente previsto, si sta rivelando un moltiplicatore di immigrati irregolari che, secondo l’ultimo studio dell’Ispi, in soli due anni toccheranno il secondo valore più alto di sempre in Italia, sfiorando i 700.000.
E questo ipotizzando che in Italia non arrivi più neanche un migrante, cosa assai improbabile visto che anche quest’anno, con i porti chiusi, sono riusciti a sbarcare in Italia 23.126 persone, solo la metà delle quali provenienti dalla Libia.
Paradossale ma inevitabile effetto delle nuove norme volute da Salvini teoricamente per alleggerire la presenza di immigrati sul territorio nazionale ma prive di alcuna efficacia in mancanza di accordi per i rimpatri che, in sei mesi di governo, il ministro dell’Interno non è riuscito ad incrementare rispetto a quelli già preesistenti e che continuano a funzionare a singhiozzo.
Il Viminale allora frena sulle espulsioni di massa dal circuito dell’accoglienza delle decine di migliaia di migranti regolari titolare di protezione umanitaria che, per effetto della nuova legge, non avendo più diritto ad un posto negli Sprar adesso vengono estromessi anche dai Cas e dai Cara.
Per oggi è attesa la circolare ai prefetti con la quale verranno dati dei criteri univoci di interpretazione e applicazione della legge e una sorta di regime transitorio delle nuove norme per ammorbidire l’effetto sulle situazioni più vulnerabili, sulle famiglie con bambini, anziani e disabili per i quali si cercherà di trovare soluzioni alternative alla strada.
Intanto il Viminale ha diffuso una sorta di opuscolo vademecum sulla nuova legge con toni assai diversi da quelli usati quotidianamente da Salvini e con l’evidente obiettivo di affievolire l’impatto negativo della legge ormai evidente nelle strade.
Così il Viminale sottolinea che “restano invariate le tutele per chi fugge perchè perseguitato o discriminato o chi versa in una condizione di particolare esigenza umanitaria”.
E precisa che il sistema Sprar, che cambierà nome in Siproimi ( Sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per minori stranieri non accompagnati), continuerà ad esistere con 877 progetti finanziati per 35.881 posti con 1825 comuni interessati e con più di 27.000 persone accolte. Secondo il ministero dell’Interno si tratta solo di una ottimizzazione del sistema dell’accoglienza che ad oggi accoglie circa 140.000 persone mentre sono in trattazione 110.000 domande d’asilo.
Precisazioni e numeri che non cambiano la realtà dei fatti.
E cioè che negli ultimi sei mesi sono già 26.000 le persone, in buona parte titolari di protezione umanitaria e dunque regolari in Italia, che sono state espulse dal circuito dell’accoglienza, che la stretta sulle domande di asilo ha ridotto dal 26 al 5 per cento i permessi umanitari e aumentato all’80 per cento i dinieghi totali, aumentando già di decine di migliaia negli ultimi tre mesi il numero delle persone diventate irregolari ma che non si possono rimandare nei paesi d’origine in assenza di accordi e che dunque restano in Italia senza alcuna assistenza nè controllo vivendo ai margini delle città e aumentando il rischio di finire preda della criminalità organizzata.
E se il vademecum del Viminale sottolinea che per i titolari di protezione umanitaria, alla scadenza del permesso, resta la possibilità di tramutarlo in permesso di lavoro “per chi avrà saputo coglierne l’opportunità ”, è evidente che la contestuale negazione a questo tipo di migranti di ogni diritto all’accoglienza, a lezioni di italiano e a corsi di formazione come prevede la legge, rende praticamente impossibile che possano trovare un regolare contratto di lavoro.
Da qui anche la previsione di Carlotta Sami, portavoce dell’Unhcr, secondo la quale la scadenza dei permessi umanitaria produrrà 80.000 nuovi migranti irregolari
(da agenzie)
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