SACHER E PROFANO
LA NUOVA EGEMONIA CULTURALE SOVRANISTA E’ LA CATTIVERIA
La nuova egemonia culturale è il cattivismo, strano impasto di realismo brutale spacciato per sincerità.
L’ultima testimonianza arriva da Trieste, dove il sindaco Dipiazza, invitato a commentare il costo di una fetta di Sacher nella pasticceria omonima (quasi 10 euro), ha risposto infastidito: «Basta polemiche, sono un ottimista: se hai i soldi ci vai, sennò guardi».
Non riesco a cogliere il nesso tra l’ottimismo e il suo non troppo articolato pensiero.
Colgo invece benissimo il disprezzo di un pubblico amministratore per chi non può permettersi di pagare ai figli una merenda di lusso e deve lasciarli con il naso appiccicato alla vetrina.
Un disprezzo ostentato, anziché nascosto dietro le formule ipocrite ma rispettose che avrebbe usato un sindaco democristiano del secolo scorso. Da sempre nelle feste della vita ci sono gli invitati, gli imbucati e quelli che devono accontentarsi di guardare da fuori. Un concetto così riassunto da un vecchio presidente di calcio, il diversamente alfabetizzato Massimino: «C’è chi può e chi non può: io può».
Solo nel migliore dei mondi possibili «chi può» si sforza di condividere con «chi non può». Ma solo nel peggiore succede che si metta addirittura a sfotterlo.
Oltre che amorale, è un comportamento stupido, perché poi diventa difficile evitare che la frustrazione dell’escluso si trasformi in rabbia. Mai ostentare il tuo privilegio, dicevano i saggi nell’era precattivista, altrimenti anche una fetta di Sacher rischia di rimanerti sullo stomaco.
(da Il Corriere della Sera)
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