SALDI DI STAGIONE: LA LEGA SI OFFRE PER FARE DA PUNTELLO AL PD
AL PARTITO DI MARONI NON CONVIENE TORNARE ALLE URNE E VUOLE TRATTARE SUL QUIRINALE
“Qui c’è un governo forte e stabile, abbiamo bisogno di un governo forte e stabile anche a Roma”. La Lega ne ha disperato bisogno. E Roberto Maroni non ne fa mistero.
Tornare alle urne significherebbe allontanarsi dalla Regione Lombardia e partire per una campagna elettorale potenzialmente disastrosa.
Ma un governo lo vuole anche Pier Luigi Bersani, che ormai da giorni sta mandando segnali e pontieri verso il Carroccio per capire se esiste un margine di trattativa.
Del resto i conti sono presto fatti: Pd-Sel-autonomie hanno 123 senatori, Scelta civica 19 (con Mario Monti 20) e la Lega 17. Totale 160.
Due più della maggioranza degli eletti, esattamente il numero di consensi richiesti dal Capo dello Stato per ottenere un mandato pieno.
Bersani ha riguardato quei conti molte volte, è fiducioso: “Sono pochi quelli che vogliono veramente andare a votare. La Lega, per esempio, ha bisogno di tempo”.
Certo, un governo con il Carroccio non lo entusiasma, ma è meglio di un governissimo con il Pdl, e comunque deve cedere su qualche fronte.
Inoltre il partito di Maroni potrebbe dare solo il via all’operazione votando la fiducia e in seguito un appoggio esterno su temi specifici.
Così come Bersani spera che a quel punto possano fare i 5 stelle.
Ma come può la Lega appoggiare il Pd senza rischiare il crollo delle giunte del Nord?
“Il dialogo con il Bersani, che stimo, non è affatto chiuso, ma per discutere un accordo sul prossimo governo dobbiamo discutere anche della scelta del Presidente della Repubblica” dice Roberto Calderoli.
E se serve a riaprire i giochi sul Quirinale, Berlusconi non può che avere tutto l’interesse a far partire un governo del genere.
Certo, c’è un altro scoglio, quello della convivenza con Mario Monti, a cui la Lega ha fatto dura opposizione per un anno.
Ma come ripeteva sabato al Senato Giulio Tremonti a chiunque incontrasse “dopo due anni ad occuparci solo di economia, ora sono due mesi che non ce ne occupiamo. Prevedo grandi cambiamenti”.
Perchè i mercati stanno a guardare e fino ad oggi in Europa sono tutti convinti che alla fine un accordo in Italia si troverà .
In caso contrario lo scenario potrebbe mutare radicalmente e Monti riprendere quota anche oltre il ruolo di ministro dell’Economia, massimo a cui potrebbe aspirare in un governo Pd-Sel-Monti-Lega.
Angelino Alfano per ora smentisce l’ipotesi di perdere l’alleato più fedele: “I rapporti sono solidi e l’idea è quella di condividere tutte le scelte e siamo convinti che proprio l’esito dell’elezione del nuovo presidente del Senato con 137 voti, certifichi l’assenza di una maggioranza di sinistra al Senato”.
Per la Lega un governo con Pd e Pdl senza Monti sarebbe la soluzione migliore.
Ma le trattative sono avanzate su più tavoli per non perdere l’occasione.
Lo dimostra l’apertura di uno dei “giovani turchi” del Pd, Stefano Fassina: “La Lega sa che Bersani ha una cultura autonomista non improvvisata ed è un interlocutore affidabile, ci può essere attenzione reciproca” ha dichiarato all’Avvenire.
Fino alla settimana scorsa l’interlocutore non poteva che essere Grillo.
Ora lo scenario è cambiato e le convenienze sono reciproche: serve a tutti un governo stabile a Roma.
A qualcuno disperatamente.
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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