SCASSINATI DUE VOLTE AD AGOSTO GLI UFFICI DEL GIP CHE SI OCCUPAVA DEL CASO RUBY
SI PENSA A UN COLLEGAMENTO CON L’INDAGINE SUL CASO DELLA MINORENNE MAROCCHINA: NON E’ STATO PORTATO VIA NULLA… I DOCUMENTI ERANO CUSTODITI ALTROVE, ORA SONO SEMPRE VIGILATI E “SCORTATI”
Qualcuno ha scassinato prima l’ufficio del presidente dei Gip, poi quello del magistrato titolare delle indagini. Secondo la procura le due effrazioni sono collegate all’inchiesta sulle escort di Berlusconi
Assume connotati inquietanti e misteriosi il caso nato dalla vicenda di Karima El Mahroug, in arte Ruby, la giovane marocchina fermata per furto a fine maggio e rilasciata dopo le telefonate del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Ci sono state, infatti, due misteriose effrazioni in due giorni negli uffici dei giudici titolari dell’inchiesta milanese sul giro di escort in cui sono indagati Lele Mora, Emilio Fede e Nicole Minetti.
I fatti risalgono alla seconda metà di agosto.
In un primo tempo è stato preso di mira l’ufficio del presidente dei giudici delle indagini preliminari di Milano: la porta è stata trovata forzata e l’unico armadio chiuso a chiave era scassinato.
Nell’ufficio non mancava niente, come se l’obiettivo fosse stato non un furto ma un’operazione di spionaggio.
Due giorni dopo l’incursione si è ripetuta, questa volta proprio nell’ufficio del giudice, una donna, che in quel momento era e che è tuttora titolare dell’inchiesta su Ruby.
Secondo quanto ha verificato oggi ‘L’espresso’ la Procura ha immediatamente collegato le due effrazioni al fascicolo su Karima El Mahroug e sul presunto sfruttamento della prostituzione. E da quel momento il fascicolo in questione è stato sottoposto a una “sorveglianza speciale”: anzichè passare per le normali cancellerie è stato sempre scortato fisicamente da un ufficiale di polizia giudiziaria in tutti i passaggi tra i diversi uffici dei Gip e della Procura.
L’ultimo caso di allarme spionaggio per le inchieste milanesi aveva riguardato l’indagine sul sequestro Abu Omar, quando la Procura decise di far sorvegliare di notte l’ufficio del pm Spataro che stava indagando sui servizi segreti.
La nuova inchiesta sul giro di escort di lusso era iniziata alla fine del 2009. Il nome di Silvio Berlusconi è comparso solo il 27 maggio di quest’anno quando il premier ha telefonato in questura per chiedere il rilascio dell’allora minorenne Ruby, fermata per furto: del fermo e del successivo intervento di Berlusconi però, la procura è stata informata solo con un’annotazione di polizia di fine luglio.
E adesso si scopre che in agosto qualcuno ha spiato i giudici.
Chi l’abbia fatto e con quali scopi è ancora un mistero.
Leave a Reply