SICILIA VERSO LE ELEZIONI: LA GUERRA ELETTORALE DELL’ANTIMAFIA, SUI CANDIDATI SI SPACCANO LE ICONE
LA FAMIGLIA BORSELLINO DIVISA TRA IL SOSTEGNO A CROCETTA E QUELLO ALLA SINDACALISTA MARANO… DIVISA ANCHE LA CONFINDUSTRIA
In questa calda campagna elettorale siciliana, ad essersi diviso in mille rivoli non è come capita spesso il centrosinistra, ma anche il fronte dell’antimafia.
Ancor prima del via alla corsa alla poltrona di governatore, d’altronde, quest’area si era spaccata tra Rosario Crocetta, ex sindaco di Gela che ripete continuamente di “aver fatto arrestare 700 mafiosi”, e Claudio Fava, figlio del giornalista ucciso dalla mafia a Catania.
Adesso, invece, il fronte rimane diviso tra il sostegno a Crocetta e quello alla sindacalista Giovanna Marano, subentrata in extremis a Fava dopo il ritiro dell’esponente di Sel perchè non residente in Sicilia.
In questa campagna elettorale si sono spaccate famiglie, amicizie e compagni in nome della lotta a Cosa Nostra.
Perchè nella battaglia senza quartiere che si gioca nel centrosinistra, fin da quando il Pd ha deciso di sostenere il governo Lombardo nel 2011, non c’è scampo per nessuno e tutti devono in qualche modo schierarsi.
Un esempio emblematico delle divisioni interne dell’antimafia è la famiglia di Paolo Borsellino, il giudice ucciso in via D’Amelio il 19 luglio del 1992. Una famiglia molto unita, che in queste elezioni si è pubblicamente spaccata in nome del candidato “migliore” per la poltrona di Palazzo d’Orleans.
Da un lato c’è la figlia del magistrato, Lucia, dirigente regionale alla Sanità ,che ha lavorato in questi anni fianco a fianco con l’assessore del governo Lombardo, Massimo Russo, e che ha annunciato il sostegno a Crocetta, il candidato di Pd e Udc.
L’eurodeputato gelese ha già detto che in caso di sua elezione a Lucia darà la delega alla Sanità .
Di tutt’altra opinione Rita Borsellino, zia di Lucia e sorella di Paolo.
L’eurodeputata eletta nelle liste del Pd e lanciata dai democratici nelle fallimentari primarie per le elezioni del sindaco di Palermo, ha annunciato il suo sostegno a Claudio Fava, prima, e poi a Giovanna Marano.
Anche se Rita ha tenuto a precisare che non c’è alcuna divisione negli affetti.
Fava, comunque, adesso fa ticket con la Marano e giornalmente ripete che “Crocetta rappresenta la continuità del lombardismo e del cuffarismo”.
Critica che dal duo Marano-Fava viene lanciata anche nei confronti di Beppe Lumia, altro leader dell’antimafia siciliana.
Il senatore, sotto scorta, è stato tra i principali artefici dell’accordo del Pd con Lombardo e adesso della candidatura di Crocetta: “Per me Lumia è come un fratello, mi ha salvato la vita”, dice l’ex sindaco di Gela.
La battaglia dell’antimafia ha travolto poi anche Confindustria e la triade Ivan Lo Bello, Antonello Montante, Marco Venturi, che nel 2007 ha portato alla svolta dell’associazione degli imprenditori contro il racket e il pizzo.
Fino a qualche giorno fa nella giunta regionale c’era Venturi, assessore alle Attività produttive che se n’è andato via sbattendo la porta al grido di “Lombardo aiuta la mafia”.
Il tutto a pochi giorni dal voto.
Venturi ha ammesso candidamente che a fare da tramite per il suo ingresso nel governo era stato Lumia, e che su questa scelta erano d’accordo anche Lo Bello e Montante.
I tre, oggi, sono i principali oppositori di Lombardo e non si sono espressi ufficialmente per un candidato governatore, anche se sono ottimi i rapporti con Crocetta. Meno con la Marano, battagliera sindacalista della Fiom.
In questa diaspora dell’antimafia, c’è poi un altro pezzo da novanta: il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando.
L’ex fondatore della Rete e oggi dirigente di Idv sostiene la Marano.
Ma, fino a oggi, non si è speso molto e non ha voluto tenere comizi in giro per la Sicilia.
Rimane alla finestra, forse sperando di raccogliere i cocci della sinistra e della stessa antimafia il 29 ottobre.
Antonio Fraschilla
(da “La Repubblica“)
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