SINDACI M5S SI SCHIERANO CON PIZZAROTTI
CHAT INTERNA TRA I SINDACI DEI COMUNI GUIDATI DAI PENTASTELLATI: TUTTI CHIEDONO UN CONFRONTO PARMA-ROMA
“Quanti no comment ha ricevuto?”. L’imbarazzo per il caso Pizzarotti è palpabile fra i sindaci a 5 stelle.
A meno sei giorni dalla possibile espulsione del sindaco eretico, quello sospeso per la mancanza di trasparenza dopo essere stato indagato per la vicenda del Teatro Regio, la maggior parte dei cittadini pentastellati si trincea dietro ai no comment e chiede una sola cosa al direttorio: “Confronto”.
Non è detto che vada fatto in streaming, come vorrebbe Pizzarotti, ma il direttorio M5s “deve chiarirsi” (e viceversa) con il primo cittadino perchè “chi ne soffre in questa vicenda è il MoVimento. E fra un mese ci sono le elezioni” è il sunto del loro ragionamento.
Anche loro hanno provato a trovare una quadra sulla questione.
Dopo la sospensione di Pizzarotti infatti buona parte degli amministratori locali si sono confrontati fra loro via web.
Un fitto scambio di messaggi per tenere una posizione unita dopo lo scontro fra vertici e Parma. Di unito però fra i 16 titolari dei Comuni a M5s, eletti in questi ultimi quattro anni, c’è ben poco.
Gli espulsi, Marco Fabbri di Comacchio e Rosa Capuozzo di Quarto (ai quali va aggiunto Domenico Messinese di Gela), hanno già fatto sapere tutto il loro disappunto.
La Capuozzo non ci va morbida e parla di due pesi e due misure, dove l’M5s “pensa al nazionale e non ha interesse a governare i territori, abbandona i sindaci a loro stessi”.
In difesa di Pizzarotti era già intervenuto anche il sindaco di Pomezia Fabio Fucci, quello che ha raccontato di essere stato indagato (e poi archiviato) ma di non aver dato alcuna comunicazione al direttorio.
A ruota lo segue anche Antonio Cozzolino, primo cittadino di Civitavecchia, che sostiene che il parmigiano debba “restare. Questa vicenda ci danneggerà se non la chiudiamo prima del voto amministrativo” racconta a Repubblica.
“Non mi schiero, non mi faccia commentare” attacca al telefono con Huffpost Roberto Castiglion, sindaco grillino di Sarego.
“La situazione non è bella, io mi auguro solo che venga risolta. Non c’è la verità in tasca, l’unica cosa che vorrei è un confronto fra le parti” chiosa prima di riattaccare.
Il sardo Mario Puddu, sindaco di Assemini, sembra fargli eco. “Tra noi sindaci c’è molta solidarietà , condivisione. Io da che parte sto? Quella dell’M5s. Guardi, sono dispiaciuto e addolorato per Federico, che stimo e apprezzo moltissimo per come ha amministrato Parma. Ma io glielo avevo detto di non abboccare sempre al gioco dei media, di non mettersi sempre contro lo staff. Sapevo delle incomprensioni. Io e lui siamo diversi, io con lo staff non ho mai avuto problemi. E poi…anonime…quelle mail non sono, Federico lo sa. Mi chiede se lui dovrebbe rimanere? Sì. Ma io mi chiedo, lui davvero ci vuole rimanere? Si è percepito in questi anni il suo amore per M5s?”. Anche Puddu auspica “un confronto” e sostiene che la sospensione sia “inopportuna come tempistica, ma coerente alle regole”.
Se l’altro sindaco indagato, Filippo Nogarin di Livorno, si è già schierato apertamente sui social con Di Maio e direttorio, c’è chi invece preferisce non sbilanciarsi affatto, come il sindaco di Ragusa Federico Piccitto che dalla sua segreteria fa sapere di non voler rilasciare dichiarazioni.
Tra telefoni che squillano a vuoto e irreperibilità (vedi i sindaci di Venaria, Porto Torres, Mira, Pietraperzia, Montelabbate e Bagheria) c’è chi come Maria Concetta Di Pietro, sindaco grillino di Augusta, dice apertamente “io sto con Luigi (Di Maio, ndr)”. All’Huffpost anche lei, che conferma una comunicazione interna fra i sindaci, sottolinea la necessità di “un confronto, un chiarimento.
(da “Huffingtonpost”)
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