SONDAGGIO DEMOS: CHI VINCEREBBE LE ELEZIONI? NESSUNO, PD E CENTRODESTRA ALLA PARI
IL PARTITO DI ALFANO VALE IL 5%, CINQUESTELLE AL 21,4%
A distanza di otto mesi dalle elezioni che hanno portato alla nascita del governo delle larghe intese, il quadro politico è completamente cambiato, ma resta invariato l’orientamento degli elettori.
E’ quanto emerge dal sondaggio Demos pubblicato oggi da Repubblica, che mostra, ancora, un equilibrio sul piano elettorale tra tre grandi minoranze.
Il centro-sinistra (Pd e Sel) infatti si attesta al 33,1 % delle preferenze di voto, mentre il centro-destra (FI+Ncd+Lega+Fratelli d’Italia) al 32,2%.
Terza forza politica resta il Movimento 5 Stelle con il 21,4%.
A emergere è il guadagno in termini elettorali derivato dalla scissione del Pdl.
Se, per le stime Demos, a inizio ottobre il Popolo delle Libertà godeva del 20% delle preferenze, a fine novembre la somma dei voti della rinata Forza Italia (20,8%) e del nuovo partito guidato da Angelino Alfano (5,3%) registra un incremento di quasi sei punti percentuali (26,1).
Insomma, la separazione tra Alfano e Silvio Berlusconi sembra aver fatto bene al centro-destra, almeno per quanto riguarda gli orientamenti di voto.
Ma ad allontanare l’elettorato dei due partiti è il giudizio sul governo delle larghe intese ora che si sono ristrette.
Fra gli elettori di Ncd, scrive Ilvo Diamanti su Repubblica si osserva la quota più ampia di giudizi positivi (dopo i Centristi): 70%. Oltre il doppio di quel che emerge fra gli elettori di FI: 33%.
Il dato più basso, ad eccezione del M5S (23%).
I due partiti post-Pdl, così, ripropongono un’anomalia normale nella politica italiana.
Recitano, cioè, il doppio ruolo: di governo e di opposizione.
Come hanno fatto la Lega e lo stesso Berlusconi, per decenni. Senza bisogno di dividersi.
Il rapporto con il governo spiega, in parte, anche la tenuta di FI. Che oggi beneficia della rendita di opposizione a Letta
Tornando alle preferenze, a registrare un incremento è il M5S che guadagna, rispetto ad ottobre, uno 0,5%, fermandosi al 21,4% dei consensi.
Perdono voti i partiti di centro, dopo la divisione tra i vari leader: Casini, Monti, Mauro.
Da una possibile coalizione tra Scelta Civica (3,2%) e Udc (2,1%) si registra un calo di due punti rispetto alle rilevazioni di ottobre (7,4%).
(da “La Repubblica”)
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