STIPENDI AI MINIMI DA TRENT’ANNI, GLI ITALIANI FANNO I SALTI MORTALI PER ANDARE AVANTI
LE RETRIBUZIONI CONTRATTUALI ORARIE ANNUE AUMENTATE SOLO DELL’1,5%, META’ DELL’INFLAZIONE
Nel 2012 gli stipendi degli italiani sono cresciuti dell’1,5%, ai minimi da 30 anni e con un ritmo pari alla metà dell’inflazione.
Il quadro è tracciato dall’Istat che rileva anche come la fiducia dei consumatori a gennaio sia scesa ai minimi dal 1996.
Confindustria invece spera nel recupero: l’economia «sta toccando il fondo della dura recessione, la seconda in cinque anni. Si delineano i presupposti di un rimbalzo che può dare avvio alla ripresa».
Bene infine le aste di Ctz e Btp indicizzati.
Secondo l’Istat a dicembre l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie registra un aumento dello 0,1% rispetto al mese precedente e dell’1,7% rispetto a dicembre 2011.
Nella media del 2012 la retribuzione oraria è cresciuta dell’1,5% rispetto all’anno precedente: si tratta della crescita media annua più bassa dal 1983.
E sempre lo scorso anno la crescita dei prezzi è stata doppia rispetto a quella dei salari: le retribuzione contrattuali orari sono aumentate dell’1,5% e l’inflazione del 3% su base annua.
Si tratta del divario maggiore, a sfavore delle retribuzioni, dal 1995.
Intanto a gennaio l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce a 84,6 da 85,7 di dicembre, il dato peggiore dallo stesso mese dal 1996.
Per il Codacons una famiglia di tre persone ha perso 524 euro di poter d’acquisto.
Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni la questione salariale «è la vera emergenza sociale del paese», per questo «occorre un patto come nel ’92 per alzare i salari e tagliare le tasse».
Confindustria invece sottolinea che si è toccato il fondo della recessione ma ci sono margini per un rimbalzo.
«Basilare per la ripartenza – spiega Confindustria nella Congiuntura flash – è che si sollevi la cappa di paura creata dalla situazione politica interna; perciò è cruciale che l’esito delle imminenti elezioni dia al Paese una maggioranza solida, che abbia come priorità le riforme e la crescita, fornendo così un quadro chiaro che infonda fiducia nel futuro e orienti favorevolmente verso la spesa le decisioni di consumatori e imprenditori».
Buone notizie infine dall’asta dei titoli di Stato: il ministero dell’Economia ha collocato tutti i 4 miliardi di Ctz con scadenza il 31/12/2014 con un tasso dell’1,434%, in forte calo rispetto all’asta precedente e ai minimi da marzo del 2010.
La domanda è ammontata a 5,8 miliardi.
Collocati anche Btp indicizzati a 5 anni per 2,62 miliardi con un rendimento pari all’1,80%. Buona la domanda, sono stati richiesti oltre 3,6 miliardi.
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