STRAGE DI CUTRO E PARTY DI SALVINI, L’AMAREZZA DEI PARENTI: “ENNESIMO SCHIAFFO”
“IO HO L’ORRORE DI QUEI CORPI IN TESTA, NON RIESCO A DIMENTICARLI E LORO NON SONO NEPPURE VENUTI A DIRCI UNA PAROLA DI CONFORTO”
È la strage dei bambini quella che si è consumata il 26 febbraio a Cutro, in provincia di Crotone. A poche ore dalla manifestazione “Fermiamo la strage subito!” il mar Jonio ha restituito il corpo di un’altra bambina, di età compresa presumibilmente tra i quattro e i cinque anni, portando a 74 il numero delle vittime.
E mentre in Calabria ancora si cercavano cadaveri e si soccorrevano centinaia di persone in mare, a Como il ministro dei Trasporti Matteo Salvini festeggiava il cinquantesimo compleanno con un party a sorpresa, nel quale la premier Giorgia Meloni ha cantato insieme a lui “La canzone di Marinella” di Fabrizio De André, immortalata in un video che è già diventato virale. Un ennesimo schiaffo alle vittime del naufragio, dicono ora a Crotone.
Anche coloro che hanno lasciato la Calabria sono indignati: “Ognuno è libero di fare quello che vuole, tutti vorremmo essere felici e festeggiare qualcosa ma noi oggi siamo in lutto e non abbiamo nulla da festeggiare” ha detto Alidad Shiri, che nel naufragio ha perso il cugino 17enne Atiqullah.
Era stato lui, il 10 marzo a scagliarsi contro la scelta del Governo di non fare visita ai sopravvissuti e ai parenti delle vittime il giorno in cui è stato convocato il Consiglio dei ministri a Cutro. E, dopo la pubblicazione del video della festa per il compleanno di Salvini, si dice disgustato: “Non voglio fare un commento politico perché non sono un politico, ma è tutto terribilmente triste. Io ho l’orrore di quei corpi nella testa, non riesco a dimenticarli e loro non sono neppure venuti a dirci una parola di conforto”.
Shiri ha lasciato la Calabria per cercare di tornare alla propria vita in una città del nord ma il suo pensiero è costantemente rivolto al cugino: “Ho ancora la speranza che sia vivo, magari che si sia allontanato quella notte stessa dell’arrivo dopo aver raggiunto la riva a nuoto”. Speranza flebile, a dire il vero, perché a parte uno scafista pare che nessun altro si sia staccato dal gruppo delle persone che sono state soccorse in spiaggia. “Mi auguro che le ricerche proseguano” ha detto.
E così, del resto, sta avvenendo. Anche in questa mattinata di vento sferzante, che alza la sabbia sulla spiaggia di Steccato di Cutro in cui si ammassano i rottami dell’imbarcazione e da cui vigili del fuoco, volontari, guardia di finanza e guardia costiera continuano a scrutare il mare incessantemente.
Sono stati proprio i sommozzatori della guardia costiera a trovare il corpo di un’altra bambina, che ha portato a settantaquattro il numero delle vittime, trenta delle quali minorenni e ventuno sotto i 12 anni. La permanenza in acqua di quasi 15 giorni ha reso il cadavere praticamente irriconoscibile cancellando ogni particolare. Sulla spiaggia è arrivato il medico legale con la polizia scientifica per i rilievi e per provare a scorgere dei segni particolari, anche dagli indumenti indossati, per poter effettuare l’identificazione.
Trentadue, invece, le salme che sono rimaste nel palazzetto dello sport di Crotone, davanti al quale i cittadini continuano a portare fiori, lumini e poesie. Da lì anche oggi partiranno altri feretri alla volta dei paesi d’origine dei migranti, quasi tutti diretti in Afghanistan. Entro martedì la struttura dovrebbe essere svuotata.
E mentre il Palamilone si svuota di cadaveri, il centro di accoglienza Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto si riempie di nuovo. 487 migranti sono sbarcati, dopo la mezzanotte, da un peschereccio malandato scortato dalla guardia costiera fino al porto di Crotone. Il peschereccio è stato intercettato nel pomeriggio di ieri a circa 70 miglia dalla costa calabrese a seguito di una segnalazione di Frontex. Le unità navali della Guardia costiera lo hanno agganciato al largo dalla costa crotonese e, con l’aiuto del rimorchiatore “Alessandro Secondo” sono riusciti a condurlo al sicuro nel porto nonostante le pessime condizioni ed il sovraffollamento dell’imbarcazione. Nei loro volti – hanno detto Carmelo Bossi e Matteo Castellini dell’equipaggio del rimorchiatore Alessandro Secondo – abbiamo visto la paura ed il terrore perché hanno dovuto affrontare questa traversata terribile su quello scafo messo malissimo per scappare dalla loro terra”.
Dai dati raccolti dall’ufficio immigrazione della questura di Crotone tra i migranti soccorsi ci sono 370 pakistani, 85 egiziani, ma anche siriani e afgani. Complessivamente ci sono una quarantina di minori. Dalle nazionalità dei migranti che si trovavano a bordo, si ipotizza che il viaggio sia iniziato dal porto di Tobruk in Libia (punto di incontro tra Pakistan ed Egitto) e non dalla Turchia come avviene di solito. La traversata è durata 5 giorni. Sono in corso le indagini per individuare gli scafisti ed accertare il porto di provenienza della imbarcazione. Tutti, al momento, sono al centro di Isola. Da dove nelle prossime ore dovrebbero ripartire verso altre destinazioni. “In questa struttura c’è un flusso continuo – ha detto il sindaco di Crotone, Vincenzo Voce – lo chiamano dinamico ma spesso porta i numeri delle persone presenti ben oltre la capienza. Adesso c’è l’attenzione dell’Italia rivolta verso questi luoghi a causa della tragedia di Cutro ma qui gli arrivi di migranti avvengono senza soluzione di continuità, come anche i soccorsi. E anche questo dimostra che quella notte qualcosa non ha funzionato”.
(da La Repubblica)
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