SVEZIA A CORTO DI LAVORATORI, ASSUME ANCHE CHI NON PARLA SVEDESE
MINNITI, IMPARA COME SI FA INTEGRAZIONE VERA: 966.000 STRANIERI HANNO TROVATO LAVORO, VOLA L’ECONOMIA, PIL OLTRE IL 3%
L’economia svedese tira, cresce cosà veloce da produrre un avanzo primario di bilancio inatteso di 40 miliardi di corone (al cambio circa 8 miliardi di euro).
E non è finita: con gli impianti del settore manifatturiero e di eccellenza che lavorano a piena capacità , mancano le braccia nel paese di circa 10 milioni di abitanti.
Per cui in alcune aziende vengono assunti anche migranti che non parlano svedese, oppure hanno iniziato da poco a studiarlo e ne posseggono una conoscenza al massimo al livello dei primi anni delle elementari.
Quando in fabbrica non ci si capisce parlando, ci si aiuta a vicenda col linguaggio dei segni delle mani o meglio ancora con disegni improvvisati su foglietti di carta.
È una realtrà particolare, quella narrata in un servizio da SverigesRadio, l’emittente radiofonica pubblica. I suoi reporter sono andati a vedere come è possibile far funzionare un sistema di produzione svolta con l’aiuto dei disegni in un impianto della Scania, la grande fabbrica di TIR e altri mezzi pesanti per trasporto merci e lavoro nei cantieri.
Alla Scania, controllata da Volkswagen ma disponente di ampia autonomia di gestione, hanno incontrato come personaggio-esempio il giovane africano Paul Ntambi. Ora parla svedese, ma poco appunto, a livello da prima elementare.
Quando è venuto dall’Uganda, non ne parlava una parola. “Di fatto è stata la direzione aziendale a venirci incontro. Hanno abbassato gli standard interni di conoscenza della lingua locale. E poi ci aiutiamo spesso tracciando disegni. A volte all’inizio è difficile, ma il linguaggio dei disegni nasce e si sviluppa alla catena di montaggio ogni giorno, a seconda delle esigenze produttive, per cui si finisce per capirsi sempre di piດ, egli racconta.
E ascoltando le risposte dei capi-reparto, scritte ma poi anche a voce, si va avanti nel possesso della lingua svedese.
Helena Segerberg-Bystrom, responsabile della linea di montaggio per gli chassis degli enormi camion, spiega: “Da qualche tempo la domanda di lavoro da parte nostra è tanto cresciuta che la Randstad (l’azienda che è la principale agenzia di collocamento) ce la fa solo a volte a offrirci lavoratori che parlino svedese correntemente”.
Allora Scania, seguita da altre aziende di eccellenza del paese-guida del Grande Nord, ha appunto abbassato gli standard linguistici. Tale scelta delle aziende ha portato alla creazione di circa 89mila posti di lavoro, essenzialmente assegnati ai migranti perchè i nativi non bastani.
Non è sufficiente a integrarli tutti, ma dall’inizio dell’anno scorso 966mila stranieri hanno trovato un impiegno nel regno.
La nuova lingua mista di parole gesti e disegni è stata ribattezzata “Scania swedish”, ed è affiancata da un metodo particolare: il neoassunto con poca conoscenza dello svedese viene affiancato nel team produttivo da almeno un operaio nativo, cosà impara la lingua piຠspesso.
Il boom delle assunzioni per chi non parla lo svedese è un aspetto della crescita, tuttora robusta ogni aspettative, dell’economia nazionale. Crescita dovuta a piຠfattori concomitanti: successo dell’export specie di eccellenza industriale e tecnologica, aumento dei consumi, boom dell’edilizia abitativa. La crescita prevista è del 3,1 per cento quest’anno, rallenterà al 2,5 l’anno prossimo.
Cifre che fanno comunque invidia alle altre potenze industriali europee, e sono accompagnate non solo da un debito sovrano contenuto e sotto controllo piຠche ovunque altrove tra i grandi paesi industriali membri dell’Unione europea (circa il 40 per cento del pil) bensà anche da una disoccupazione in calo (scesa al 6,1 per cento, e in recesso verso il 5,9 secondo il governo).
E per la prima volta, il passivo del 2 per cento nel deficit tollerato dal governo per spendere per eccellenze tecnologiche e istruzione ha fatto posto a un avanzo primario del tutto imprevisto.
Parliamo di circa 40 miliardi di corone, al cambio piຠo meno otto miliardi di euro. Adesso a un anno e un mese dalla data prevista per le prossime elezioni parlamentari il governo si chiede come usare l’avanzo.
I programmi varati finora — aumento delle spese per la difesa per fronteggiare la minaccia russa, piຠsoldi salle forze dell’ordine contro la criminalità straniera e in generale, aumento delle spese per la pubblica istruzione — raggiungono forse una decina di miliardi di corone, dunque siamo lontani dal livello del disavanzo.
Tra esigenze economiche e campagna elettorale di fatto già in corsa in sordina, il governo ha fretta di annunciare decisioni popolari, vedremo.
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply