TELE-INSICUREZZA: IN ITALIA I TG DANNO SPAZIO ALLE NOTIZIE CRIMINALI 20 VOLTE PIU’ DEI TEDESCHI, IL DOPPIO DEGLI INGLESI
MESSE A CONFRONTO 154 EDIZIONI ITALIANE DI TG CON QUELLE DI ALTRI PAESI EUROPEI: NON C’E’ CORRELAZIONE CON IL NUMERO DI CRIMINI COMPIUTI REALMENTE…SI CREA COSI’ ALLARME SOCIALE UTIZZATO AL FINE DI OTTENERE CONSENSO POLITICO
Dal 2005 al 2009, nei sei telegiornali di prima serata delle reti Rai e Mediaset, abbiamo sentito parlare 858 volte del delitto di Perugia, 749 di quello di Garlasco, 497 di quello di Cogne e 457 di quello di Erba.
I Tg sono ormai da tempo un elenco di “noir” di provincia, di reati, delitti, violenze, abusi, omicidi, risse: sempre negli ultimi cinque anni abbiamo ascoltato 22.882 notizie di cronaca nera.
Solo nel 2009, ben tre per sera dalle reti Mediaset, due da quella del TG1. Un’enormità , in confronto al resto d’Europa.
Questi sono i dati ufficiali che emergono dal terzo rapporto sulla Sicurezza in Italia, realizzato da Demos PI. per la Fondazione Unipolis, in collaborazione con l’Osservatorio di Pavia.
I ricercatori hanno semplicemente monitorato e messo a confronto 154 edizioni dei Tg italiani con quelli andati in onda contemporaneamente sulle più importanti reti pubbliche e private d’Inghilterra, Germania, Spagna e Francia.
Ne emerge che l’Italia batte tutti.
In sole tre settimane, mentre il Tg tedesco della Ard ha trasmesso 3 notizie di cronaca nera, il Tg1 ne ha date 64, venti volte di più, il doppio della Tv pubblica spagnola e della BBC, anche se in Inghilterra si commettono più reati che in Italia.
Secondo i ricercatori, non c’è correlazione tra il numero di notizie di nera annunciate sul piccolo schermo e il numero di crimini perpetrati nella penisola.
E ascoltare queste storie contribuisce a renderci sempre più insicuri.
Ma le notizie vengono date perchè c’è un interesse del pubblico per il genere noir o per altre scelte strategiche?
Spesso l’accentuare le notizie di cronaca nera è collegata alla diffusione di allarmi sociali, reali o fittizi che siano.
E questo gioca un ruolo fondamentale nella competizione politica, utilizzandola ai fini del consenso a favore di leggi per la sicurezza, magari non necessarie.
Al di là dei grandi delitti, dei casi irrisolti che possono rispondere a una legittima curiosità del telespettatore, l’accentuare le notizie di microcriminalità , quella di cui ciascuno può rimanere vittima, aumenta la percezione di insicurezza e predispone ad accogliere favorevolmente misure draconiane di ordine pubblico.
Il rimarcare che un reato è stato commesso da uno straniero e glissare su quelli commessi da italiani, è anch’esso un sistema per criminalizzare l’immigrato e renderlo “pericoloso”in sè, anche se magari lavora onestamente e riga dritto.
Un caso o un raffinato metodo di condizionamento di massa, idoneo a orientare anche il consenso elettorale?
Certamente alcuni partiti che vivono sull’ordine e la repressione dei reati, quando sono all’opposizione hanno interesse ad accentuare le notizie di nera, quando sono al governo le alternano a confortanti (reali?) dati sulla diminuzione dei reati, pur mantenendo vivo l’allarme sociale per quando ritorneranno minoranza.
E dato che i partiti maggiori controllano i Tg, è evidente che certe scelte cadono dall’alto, di qualsiasi tipo siano.
E non tutti in Italia sono maggiorenni e vaccinati per non farsi prendere per i fondelli.
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